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Il sindaco di Reggio Delrio e la maggioranza hanno presentato un Ordine del giorno sulla finanziaria

“A differenza di quanto detto da alcuni in questi giorni, è necessario precisare subito che non è stato firmato alcun accordo fra Comuni e Governo sulla manovra finanziaria. E infatti, in Conferenza unificata, i sindaci voteranno contro questa manovra, che porta verso lo smantellamento dello Stato sociale e si aggiunge alle fortissime limitazioni già introdotte dal Patto di stabilità agli investimenti degli enti locali, a tutto danno delle imprese e dell’occupazione. Dietro alle scelte della manovra c’è un disegno politico ben preciso del governo: smantellare il Welfare e assegnarne parti al privato”.

Così il sindaco di Reggio Emilia e vicepresidente nazionale dell’Anci Graziano Delrio, nel corso di una conferenza stampa promossa dai gruppi di maggioranza per presentare l’ordine del giorno che sarà discusso in Consiglio comunale stasera, sul tema della manovra. All’incontro erano presenti il vicesindaco e assessore al Bilancio Filomena De Sciscio; i capigruppo Luca Vecchi (Pd), Piero Nasuti (Sinistra e libertà) e Matteo Riva (Idv), vari consiglieri comunali di maggioranza.

MENO SERVIZI E MENO LAVORO PER LE IMPRESE – “La somma di manovra e patto si stabilità – ha aggiunto Delrio – porta un pesante segno meno: meno servizi essenziali ai cittadini e meno lavoro alle imprese, in una fase di crisi in cui occorre rilanciare l’occupazione, gli investimenti e i consumi. Oggi, ad esempio, si svolge la protesta dei dipendenti della Sanità: i tagli porteranno alla perdita di lavoro per 30.000 precari della Sanità in Italia, 30.000 persone senza lavoro e che certo non contribuiranno a sostenere i consumi. Questi sono i risultati che si vanno ottenendo. Ci aspetta un anno e mezzo di pesanti sacrifici, di lacrime e sangue”.

REVISORI DEI CONRTI – “Chiederemo – ha detto il sindaco – ai revisori dei conti del Comune cosa fare, come comportarci nel 2011, dato che una norma ci impone di onorare gli impegni di spesa e un’altra ce lo vieta. Mi spiego: la nuova scuola elementare di Rivalta o l’elettrificazione della linea ferroviaria Reggio-Bagnolo le paghiamo sì o no? Ho fatto presente al ministro Tremonti queste contraddizioni, nel recente incontro avuto a Roma. La risposta è stata uno sguardo interrogativo. Purtroppo la risposta sarà, con questo Patto e con questa manovra, sarà tagli alle scuole con meno 400 posti fra Nidi e Scuole d’infanzia, ai servizi sociali, a manifestazioni e istituzioni culturali di grande qualità e rilievo economico e sociale, come indicano i possibili scenari elaborati. Non abbiamo sprechi da tagliare. In base alle indicazioni del governo, risparmieremmo meno di un milione di euro. Gli altri 13 milioni in due anni dove li troviamo? Tagliano sui servizi, quindi sulla pelle dei cittadini, delle famiglie, che si troveranno senza servizi o, se potranno, li dovranno pagare molto di più. Il federalismo non si attua, la manovra va in direzione opposta. Se un Comune ha i conti in regola, perché non può spendere e investire le proprie risorse? Questa è la realtà, tutto il resto che si dice su spesa e tagli è demagogia, sciocchezze per mettere fumo negli occhi delle persone”.

PARLAMENTARI – “Ai parlamentari reggiani – ha proseguito Delrio – di centrodestra che voteranno la manovra perché devono obbedire, ma l’obbedienza non sempre è una virtù, dico che si dovranno assumere la responsabilità di questo voto. Loro che sono federalisti nel fine settimana e sono centralisti a Roma durante la settimana”.

MOBILITAZIONE – In attesa del voto finale sulla finanziaria, la mobilitazione dei sindaci prosegue. “E qualora la manovra passi alla Camera – ha sottolineato il sindaco – convocheremo sindacati e associazioni di imprese, per spiegare loro le conseguenze della manovra. Lo faremo con coloro che approvano la manovra e anche con quelle associazioni che ci hanno sostenuto in modo significativo nelle azioni volte a modificare il Patto. Non abbiamo installato una grande ‘X’ rossa sulla facciata del Municipio per scherzo, ma per dire che si chiude veramente”.

SERVIZI AI PRIVATI E FREQUENZE TV – “Siamo convinti – ha concluso Delrio – che la manovra sia necessaria, ma non diminuendo il perimetro dei servizi pubblici e aumentando il perimetro dei servizi privati. Perché è così che si sta facendo, sia chiaro, sulla base di un disegno politico ben preciso: affidare ai privati quel che è pubblico e gestito egregiamente dal pubblico. Non era l’unica via percorribile, si poteva fare altrimenti. Altrove hanno fatto in altro modo. In Germania ad esempio, con l’introduzione del digitale terrestre, dalla vendita delle frequenze tv tradizionali hanno incassato 4 miliardi di euro. Perché qui non è possibile?”.

I CAPIGRUPPO – “E’ evidente – ha detto il capogruppo del Pd, Vecchi – la volontà politica di destrutturate il Welfare e arrivare a deformare il modello di coesione sociale che ha caratterizzato il Paese sino ad oggi. E’ una svolta epocale nei rapporti tra autonomie locali e Stato centrale e nella qualità della vita dei cittadini. E’ paradossale: mentre di parla di federalismo, si strozza l’autonomia degli enti locali”.

“Se leghiamo gli effetti della manovra alla condizione sociale determinata dalla lunga crisi economia – ha aggiunto il capogruppo di Sel, Nasuti – ci accorgiamo che come la finanziaria inciderà in modo drammatico in un contesto generale già duramente provato. Mentre tutti gli indicatori, a cominciare da quelli della cassa integrazione straordinaria, sono in crescita e disegnano un quadro negativo, si tagliano gli strumenti di aiuto alle persone, a cominciare da quelle in difficoltà”.

“La speranza – ha detto il capogruppo dell’idv, Riva – è che la manovra porti alla caduta del governo. Un governo che mette a dura prova il Paese per la sua scarsa credibilità, prima di tutto morale. Scarsa moralità e smantellamento dello stato sociale sono le realtà pesanti con cui ci troviamo a che fare. Si cita spesso a esempio la Lombardia, dove si sono semplicemente privatizzati i servizi sociali delegandone ad alcuni l’attuazione. Ma questo non è un modello! Ridiscutiamo i criteri dei tagli, imposti da uno Stato centrale rappresentato da un governo che moralmente ritengo sia il peggiore dell’Occidente”.

I CONSIGLIERI – Roberto Salsi (Pd) ha detto fra l’altro che “a un’attenta lettura dei dati si scopre che in realtà, in questo contesto, le tasse sono aumentate, mentre calano drammaticamente e progressivamente le possibilità di intervenire da parte degli enti locali. L’azione del governo lascerà macerie sociali, culturali e di idee, che graveranno sulle spalle dei cittadini e in particolare dei più giovani. Quando vedremo disoccupati nelle piazze e per le strade comprenderemo senza scusanti gli effetti devastanti della situazione che va consolidandosi. Non lasciamo intentata alcuna strada, perché gli effetti di manovra e Patto rischiano di essere incontrollabili”.

Nando Rinaldi (Pd) ha sottolineato che “i dati statistici del Rapporto sulle povertà del 2009 indicano con evidenza che l’occupazione giovanile è diminuita dell’80 per cento, si è innalzata la soglia della povertà assoluta e la forbice fra fasce sociali molto agiate e fasce medie e povere va sensibilmente aumentando. A questo occorre dare risposte, e non con i tagli”.

ORDINE DEL GIORNO

IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO CHE

• Complessivamente la Manovra varata dal Governo Berlusconi, tra taglio dei trasferimenti e conferma degli obiettivi del Patto di Stabilità, pesa nel 2011 per 49, 5 milioni sui Comuni del Reggiano (con una media pro capite di circa 104 euro), di cui 14,4 milioni di riduzione dei trasferimenti e 35,1 milioni di peggioramento dei saldi ai fini del patto con conseguenti minori possibilità di pagamento degli investimenti rispetto alla già critica situazione del 2010 ( si stima bloccati il 50% dei pagamenti da effettuare per opere in corso)

• A questi si aggiungono nel 2011 tagli ai trasferimenti alla Amministrazione Provinciale per 2,6 milioni e alla Regione per 600 milioni. Nel 2008 i trasferimenti dalle Regioni rappresentavano l’11% delle entrate correnti per i Comuni e il 32% per le Province;

• Che per il Comune di Reggio Emilia è previsto un taglio di trasferimenti statali di circa 14 milioni di euro in due anni sulla spesa corrente;

• Che, allo stato, rimane sostanzialmente invariato il sistema di calcolo del Patto di stabilità interno che ancora una volta, come per il 2010, consentirà al Comune di Reggio Emilia di effettuare pagamenti per investimenti solo in relazione alle entrate, impedendo in questo modo di poter impiegare le risorse accantonate negli scorsi anni per la realizzazione di opere pubbliche attualmente in corso di ultimazione;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

• A livello nazionale, tra il 2004 e il 2009 la spesa PUBBLICA complessiva al netto degli interessi (spesa primaria) è aumentata del 10,7% nei comuni, del 6,8% nelle province e del 29,9% nelle amministrazioni centrali;

• Nel 2009, nonostante la crisi economica (e a differenza di quanto avvenuto nelle amministrazioni centrali), i comparti dei comuni e delle province hanno migliorato sia il saldo primario che l’indebitamento netto;

• Secondo la Corte dei Conti (Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, maggio 2010) nel 2009 il 90,2% dei Comuni e il 98% delle Province ha rispettato il Patto interno di stabilità. Nel 2009 i Comuni soggetti al Patto hanno registrato un saldo finanziario di +507 milioni, a fronte di un obiettivo programmatico di -617 milioni; il saldo finanziario delle Province è stato pari a -275 milioni, a fronte di un obiettivo programmatico di -551 milioni

• Gli EE.LL. sono stati da sempre disponibili ad avviare un serio confronto con il Governo che portasse ad una riforma complessiva dell’assetto istituzionale del nostro Paese in grado di renderlo più moderno e dinamico, superando eventuali sovrapposizioni di competenze, ma nel rispetto dei principi stabiliti dalla Costituzione;

RITIENE CHE

La manovra varata dal Governo Berlusconi è destinata a compromettere definitivamente la capacità del sistema delle autonomie locali di ottemperare alle proprie competenze, di corrispondere ai bisogni quotidiani della propria comunità in termini di servizi essenziali e investimenti pubblici per lo sviluppo del territorio e tutto ciò si configura quanto meno come paradossale se prodotto da un Governo che ha nel federalismo fiscale e nella valorizzazione del sistema delle autonomie uno dei suoi principali obiettivi di mandato.

La Manovra del Governo per i suoi contenuti e per il suo impatto sociale svela l’obiettivo chiaro di destrutturare il sistema del Welfare italiano, di colpire i ceti sociali più deboli e di ridefinire un nuovo modello di coesione sociale basato su un allentamento dei diritti e su una riduzione dei servizi alle persone. Fattori, quest’ultimi, che storicamente hanno contribuito a garantire un più alto livello di convivenza civile e di progresso sociale del nostro paese.

CONSIDERATO INOLTRE CHE

• I Comuni e le Province sono in presenza da anni di un continuo cambiamento di regole che impedisce loro di programmare e governare con un minimo di continuità;

• Nel corso degli ultimi anni i Comuni, in particolare, sono stati gradualmente esautorati da tutte le possibili forte di autonomia del prelievo. In particolare, la cancellazione dell’Ici a cui ha fatto seguito la promessa di restituzione delle risorse sotto forma di trasferimenti non è mai stata completamente mantenuta, il blocco delle addizionali e soprattutto la definizione di un patto di stabilità incapace di distinguere tra comuni virtuosi e comuni inefficienti.

• Nella Manovra varata dal Governo Berlusconi non vi è tracci alcuna di Federalismo fiscale come ampiamente e ripetutamente sbandierato da questo Governo.

RITIENE CHE

In un territorio che versa ogni anno allo Stato centinaia di milioni di euro in tasse ai cittadini e alle imprese e che ha fatto, negli anni, della quantità e qualità dei servizi alla persona un punto distintivo e fondamentale, non si possa essere disposti ad assistere passivi al taglio di trasferimenti e al conseguente deterioramento costante di questo prezioso patrimonio, perché ciò corrisponderebbe al calo di qualità della vita per le nostre famiglie e a maggiori difficoltà per le nostre imprese.

CHIEDE AI PARLAMENTARI REGGIANI E AL GOVERNO

• Di adoperarsi per cercare di contribuire a modificare in modo sostanziale l’attuale manovra correttiva come chiesto da diverse associazioni economiche, organizzazioni sindacali e dalle associazioni di rappresentanza degli EELL, accogliendo le legittime rimostranze avanzate in queste settimane da tanti amministratori locali appartenenti a tutti gli schieramenti politici;

• Di farsi carico delle seguenti proposte emendative alla manovra:

• L’entità della manovra per quanto riguarda gli enti locali va ridimensionata, tenendo conto del peso di comuni e province sulla spesa primaria e sul debito, dei positivi risultati raggiunti in termini di indebitamento netto in una fase di profonda crisi e della necessità di far leva sugli investimenti locali per accelerare la ripresa dell’economia.

• Non si ritiene in ogni caso appropriato la modalità di contribuzione alla manovra attraverso il taglio dei trasferimenti in quanto non consente di svolgere un ruolo di governo adeguato agli enti locali. In particolari risulta assolutamente discutibile, come evidenziato da tanti amministratori di centro destra e di centro sinistra, la modalità di taglio lineare e proporzionale che non distingue tra amministrazioni efficienti e amministrazioni inefficienti.

• Il patto interno di stabilità deve essere rivisto per superare le criticità emerse nel 2009, a partire dalla gestione dei pagamenti in conto capitale, con lo svincolo già nel 2010 di una percentuale almeno pari all’ anno scorso di residui passivi (4% e non lo 0,78% previsto).

• In ogni caso si propone di individuare nuovi criteri di ripartizione dei saldi fissati dall’ art. 77 bis dalla Legge 133/2008 in quanto quelli attuali troppo sperequati tra enti con situazioni in alcuni casi veramente insostenibili.

• Le scelte in materia di fiscalità locale vanno modificate, rimodulando il blocco dell’autonomia impositiva per gli enti soggetti ad obiettivi di rientro particolarmente elevati e coordinando il DL 78/2010 con il decreto legislativo sulla fiscalità locale di imminente presentazione.

• Gli obiettivi di razionalizzazione della spesa locale vanno maggiormente mirati alle diseconomie gestionali dei servizi locali (bene la gestione associata dei servizi nei piccoli comuni), alla riqualificazione della spesa (favorendo la spesa per investimenti) e a politiche virtuose di riduzione dell’indebitamento.

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

A proseguire nelle iniziative di contrasto alla Manovra di concerto con tutti i comuni della Provincia

Ad attivare azioni di informazione e spiegazione dei probabili effetti che l’approvazione della Manovra potrà avere sulla vita quotidiana dei cittadini e sui servizi da loro ricevuti;

Ad attivare azioni di condivisione e concertazione con il sistema delle imprese e le rispettive organizzazioni di rappresentanza al fine di far crescere la sensibilità circa l’inadeguatezza dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità Interno sulla capacità di pagamento delle opere pubbliche già terminate e sulla reale capacità di investimento futuro in opere pubbliche quale azione virtuosa di contrasto alla crisi e di risposta ai bisogno infrastrutturali del territorio.

Nel caso di definitiva approvazione della Manovra, ad aprire un confronto pubblico con la città, mediante commissioni consiliari, consigli comunali, assemblee pubbliche e ogni altra forma di iniziativa che possa pubblicamente far crescere il livello di consapevolezza della città sui contenuti della Manovra e sulle conseguenza dell’attuazione della stessa sulla vita quotidiana dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese.
















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