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Intervento di Cna, Confcommercio, Confesercenti, Lapam sulla malavita organizzata nel territorio modenese

Le quattro Associazioni sono da tempo in prima linea per l’affermazione di una cultura della legalità sempre più radicata. Indispensabile recuperare il tempo perduto, definendo una strategia comune con Magistratura, Istituzioni locali e Forze dell’Ordine per contrastare la criminalità organizzata, mettendo sotto la lente di ingrandimento i settori che si sono rivelati permeabili ad infiltrazioni mafiose.

Oggi, molto più di ieri, siamo consapevoli della presenza della malavita organizzata nella vita economica del nostro territorio: le indagini di intelligence condotte negli ultimi mesi hanno permesso di infliggere duri colpi alle organizzazioni mafiose. Soprattutto però di fare luce nei loro affari, che sembrano prediligere sempre di più l’economia “sana” per investire il denaro proveniente dalle attività illecite, ma anche di fare emergere organizzazioni pronte ad insediarsi sul territorio con nuove e diversificate attività economiche come hanno dimostrato i recenti arresti di affiliati della ‘ndrangheta messi a segno dalle forze dell’ordine.

In passato, la situazione si considerava sotto controllo, interpretando i segnali che emergevano alla stregua di “tentativi di infiltrazione”, nonostante fonti autorevoli sostenessero che la criminalità organizzata stava mettendo “radici“ anche nella ricca provincia modenese.

Per questo, è oggi fondamentale per le prospettive dei nostri territori, interpretare da parte delle Associazioni la responsabilità sociale che investe individualmente ogni impresa e più globalmente la collettività economica nel suo insieme; ciò a beneficio della sicurezza, per la diffusione della cultura della legalità e per l’affermazione del senso del comune interesse come terreno in cui coltivare lo sviluppo imprenditoriale, in contrapposizione alle strategie della paura che conducono alla povertà culturale ed economica.

Si tratta di recuperare il tempo perduto, abbandonando analisi auto consolatorie che indicavano, come efficaci anticorpi, la coesione della società modenese e la sostanziale robustezza del tessuto economico, relegando il pericolo della criminalità organizzata ad un fenomeno di nicchia.

Le Associazioni, insieme, devono dunque attivarsi per collaborare con le Istituzioni e le Autorità preposte, al fine di rendere ancora più incisiva ed efficace l’azione complessiva di contrasto alla criminalità.

Il loro forte radicamento sul territorio rappresenta un patrimonio importante da mettere a disposizione della comunità per cercare di isolare e quindi debellare sul nascere tutti quei fenomeni riconducibili alla criminalità organizzata.

1. La costituzione di un Osservatorio presso la Prefettura, con il coinvolgimento di Magistratura, Forze dell’Ordine ed Associazioni del mondo produttivo e del commercio, scelta che peraltro si aggiunge alla recente nascita del pool guidato da Lucia Musti, rappresenta un segnale positivo e concreto della volontà di reagire in modo deciso.

2. L’azione unitaria delle Associazioni può innescare una più decisa strategia comune delle forze politiche nell’assumere iniziative di coinvolgimento di tutti i Consigli Comunali, per sostenere, ad esempio, la necessità di organici quantitativamente e qualitativamente adeguati delle Forze dell’Ordine impegnate in primo piano in questa lotta decisiva.

3. Gli interessi della malavita organizzata, come evidenziano recenti rapporti e risultati di indagini, sembrano concentrarsi, in particolare su: edilizia privata e opere pubbliche, abusivismo commerciale e contraffazione, pubblici esercizi, trasporti.

Positiva la collaborazione avviata dalle Camere di Commercio di Modena e Reggio Emilia con quelle di Crotone e Caltanissetta, essendo il tema delle infiltrazioni mafiose trasversale a diversi settori economici: la stessa Camera di Commercio di Modena potrebbe attivare, sul tema, periodici incontri con il Prefetto e la Procura della Repubblica.

4. E’ essenziale un rafforzamento delle attività di controllo coordinate (tra Inail, INPS, DPL, Polizia Municipale) – quindi un piano macro di intervento che investa tutti i settori – riguardante la regolarità delle attività economiche, in ordine a sicurezza sul lavoro, regolarità della manodopera utilizzata, regolarità contributiva con particolare riferimento ai comparti a maggior rischio, per evitare che il cosiddetto “sommerso” alimenti a sua volta il più ampio fenomeno della grande criminalità.

5. La situazione degli appalti pubblici nella nostra provincia negli ultimi anni è migliorata, anche grazie al monitoraggio avviato dall’Osservatorio e all’adozione del Protocollo specifico, da estendere a tutti i Comuni della Provincia.

Va incentivata la possibilità data agli Enti Locali di procedere con l’affidamento diretto delle opere pubbliche per lavori sotto soglia fino a 500.000, introducendo controlli più incisivi.

La presenza della criminalità organizzata non si esaurisce nell’ambito dei lavori pubblici, ma può investire l’intera filiera edile. Va dunque sollecitata l’adozione di criteri comuni da parte delle Associazioni anche nei subappalti e nei lavori affidati dai privati.

6. Un recente studio nazionale rivela come l’abusivismo e la contraffazione commerciale gravino sulla competitività del 20% ca. delle Pmi del commercio, producendo lo sfruttamento del lavoro nero (41,9%), l’incremento del giro d’affari della criminalità organizzata (30%), l’alterazione delle regole della concorrenza (25,8%), i mancati incassi per lo Stato per via dell’evasione fiscale (24,8%), i rischi per i consumatori (22,3%) e il proliferare dell’economia sommersa (22,3%).

Le Associazioni imprenditoriali continuano a sollecitare l’adozione di interventi mirati.

È dunque necessario: accentuare l’informazione ai consumatori circa i rischi civilistici, amministrativi e penali che corrono i cittadini che si “servono” di abusivi; intensificare i controlli da parte della Polizia Municipale.

7. Non possono infine essere sottovalutati episodi che hanno riguardato anche il settore dei trasporti merci e la presenza di diverse forme di criminalità anche nel campo immobiliare, a dimostrazione che non esistono, a priori, aree immuni od oasi impermeabili alla penetrazione mafiosa.

















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