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Fiom/Cgil Mirandola, vertenza azienda mirandolese: sulla vicenda solo speculazioni politiche!

“C’è una speculazione pesante nei confronti della Fiom/Cgil su come il consigliere PdL riporta la vicenda dei lavoratori dell’azienda mirandolese” afferma Claudio Riso della Fiom di Mirandola nel commentare le notizie di stampa apparse oggi sui principali organi d’informazione locali.

“L’azione principale del sindacato è ovviamente quella di tutelare i lavoratori e di farlo al meglio, non è affatto vero che la Fiom si sia disinteressata di loro, tanto è vero che sui crediti vantati da molti di loro verso l’azienda – spiega ancora Riso – era già stato fissato un incontro con l’avvocato, a cui però si sono sottrattati i lavoratori stessi, forse su suggerimento di qualche cattivo e non disinteressato consigliere”.

La vicenda risale a diversi mesi fa, all’estate 2009, quando, l’azienda per serie difficoltà economiche ha prima licenziato 4 dei 15 lavoratori, e successivamente si è sottratta al pagamento di diverse mensilità arretrate,tredicesime e Tfr sia dei lavoratori usciti, che di quelli rimasti in forza.

La Fiom/Cgil ha convocato l’azienda in Direzione provinciale del Lavoro nel giugno 2009 per il tentativo di conciliazione obbligatorio, su cui però le parti non hanno raggiunto l’accordo. La Fiom ha richiesto allora il coinvolgimento e la mediazione delle istituzioni locali, come accaduto in tante vertenze di difficile risoluzione tra le parti. Nell’ottobre 2009 alla presenza dell’assessore provinciale al Lavoro e di quello comunale, l’azienda firma un accordo in cui riconosce tutti i crediti dei lavoratori e si impegna in diverse tranche a saldarli. Ma già dai primi mesi di quest’anno, l’accordo si incrina perché l’azienda non ottempera agli impegni sottoscritti. I lavoratori preoccupati – anche per possibili cambi di assetti societari che avrebbero messo ancor più a rischio le loro spettanze – tornano a chiedere l’intervento della Fiom.

“Più volte ho contattato l’azienda senza però riuscire ad ottenere risposta, e dopo diverse verifiche anche con gli interlocutori istituzionali, è emerso che l’azienda non poteva mantenere gli accordi e gli impegni assunti con i lavoratori” spiega il sindacalista Fiom. “A questo punto la strada obbligata – spiega ancora Riso – è quella di vertenze legali davanti al giudice del lavoro per fare valere i propri diritti”. “Ho consigliato e raccomandato, anche su suggerimento dell’ufficio vertenze della Cgil, una vertenza collettiva per proporre istanza di fallimento e ho concordato con i lavoratori un appuntamento lo scorso 28 giugno con i nostri legali presso gli uffici della Cgil di Modena”. “Ma pochi giorni prima di questo incontro, i lavoratori mi hanno comunicato che era loro intenzione rivolgersi ad un legale della zona di Mirandola”. “Nel far presente che i nostri legali hanno grande esperienza in questo tipo di cause, di fronte a scelte diverse, autonome e legittime, da parte dei lavoratori, ho però preso atto e ho anche dato disponibilità a fornire la documentazione occorrente sulla vertenza”.

Significa scaricare i lavoratori, o al contrario aver fatto tutto per tutelarli nel rispetto delle loro legittime scelte? E’ evidente che il PdL mirandolese, a corto di altri argomenti politici, sta mettendo in campo una squallida strumentalizzazione di una vicenda in cui a pagare il conto più salato sono sempre i lavoratori!

(Claudio Riso Fiom/Cgil Mirandola)

















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