Nell’ambito delle misure anticrisi adottate dalla Provincia e alla luce del confronto avviato anche in Consiglio provinciale su questi temi, questa mattina – sotto la presidenza di Gianluca Chierici – a Palazzo Allende si è tenuto un Consiglio provinciale aperto sulla crisi economica. Alla seduta hanno partecipato parlamentari e consiglieri regionali, e numerosi rappresentanti del mondo economico reggiano, tra presidenti delle associazioni imprenditoriali, rappresentanti delle associazioni sindacali e del mondo bancario.
Il Consiglio straordinario si è aperto con una relazione del vicepresidente della Provincia, Pierluigi Saccardi, che ha illustrato gli ultimi dati sulla situazione economico-occupazione (23.000 i lavoratori reggiani che a maggio usufruivano di ammortizzatori sociali ed un tasso di disoccupazione che nel 2009 ha raggiunto in provincia il 5%, contro il 4,8% dell’Emilia-Romagna, il 4,7% del Nordest e il 7,8% dell’Italia) ed ha elencato le tante misure attuate dall’Unità anticrisi promossa dalla Provincia insieme a Comuni, Camera di commercio, associazioni economico-sindacali e Fondazione Manodori e che ha operato su tanti fronti: ammortizzatori sociali, formazione professionale, supporto alle imprese, Osservatorio economico, legalità e sicurezza; contrasto alla povertà e aiuti alle famiglie. Tra le tante misure attuate gli accordi con banche ed Inps per agevolare i lavoratori in cassa integrazione; formazione professionale; apporto al sistema Confidi per agevolare l’accesso al credito delle imprese locali; fondo di garanzia per ricollocare gli appartamenti sfitti, tutelando proprietari e inquilini; ristrutturazione di 300 alloggi pubblici; raccolta di derrate alimentari in scadenza a favore i famiglie e cittadini in situazioni di povertà; intesa con Enìa per la possibile dilazione del pagamento delle bollette. “La Provincia – ha continuato Saccardi – sta inoltre lavorando sul fronte della legalità e della sicurezza attraverso un Osservatorio provinciale sugli appalti pubblici e sta accompagnando la nascita di 10 nuove imprese innovatite attraverso il progetto “Re Up”. Allo studio anche la valutazione – al fine di supportare il Tribunale di Reggio nell’espletamento delle pratiche amministrative, reso difficoltoso da un organico ridotto – di modalità tecniche per l’utilizzo di lavoratori in difficoltà occupazionale, fornendo loro un integrazione al reddito, anche per sveltire molte pratiche necessarie per il lavoro quotidiano delle imprese locali. Attraverso la possibile collaborazione con uno studio legale, si stanno poi definendo le condizioni per fornire ai cittadini un servizio di screening dei finanziamenti erogati da banche e finanziarie, spesso a condizioni particolarmente onerose per il cliente”.
Anche nel Bilancio di previsione 2010, ha concluso Saccardi, il contrasto alla crisi è pertanto rimasta una priorità della Provincia, che ha stanziao ben 9,5 milioni di euro per finaziare il Confidi, la formazione professionale, aiutare le famiglie specie per quanto riguarda istruzione e servizi, promuovere il territorio, agevolare il microcredito femminile.
Ad aprire il dibattito è stata Valeria Montanari (Pd), presidente della Commissione speciale sulla crisi istituita in Provincia, che ha a sua volta ricordato il lavoro svolto dalla Provincia per contrastare “una crisi che colpisce soprattutto gli ultra45enni, i disabili, gli stranieri e le donne”. “In un preoccupante contesto nazionale di disoccupazione è grave che la Finanziaria tolga risorse ingenti agli enti locali, che faticheranno sempre più a mantenere i servizi pubblici, e non preveda interventi forti per sostenere imprese e lavoratori in difficoltà e misure per rilanciare l’economia”, ha detto.
Matteo Alberini della Cgil ha annunciato “qualche timido segnale di ripresa, specie per le aziende più orientate su export, ma questo non significa che crisi sta passando”. A preoccupare sono la “distonia completa tra andamento dell’economia e dell’occupazione e le oltre 20.000 famiglie con minori capacità di spesa di cui non sappiamo individuare un futuro”, ha detto. “Anche a fronte di una ripresa del ciclo economico, non si sa quanti posti di lavoro il nostro tessuto economico è in grado e ha intenzione di re-introdurre – ha concluso – Pertanto serve un nuovo modello organizzativo del nostro tessuto economico-produttivo e per questo sollecitiamo un Tavolo comune, un luogo di elaborazione del futuro del nostro territorio”.
Sul lavoro femminile e sul rispetto e la tutela del diritto alla maternità si è soffermata la consigliera del Pd, Vera Romiti. “La maternità è vissuta come un costo, non come un valore collettivo, e questo avrà gravi ricadute sul nostro futuro – ha detto – Le donne hanno il diritto di lavorare, di lavorare bene e di essere buone madri. E sono preoccupanti tanto le dichiarazioni Oltre il 40% delle imprese non si vergogna di dire che preferisce assumere un uomo. Importante progetto di microcredito per favorire le imprese femminili”.
Donatella Prampolini, presidente di Confcommercio è quindi intervenuta a nome di tutte le associazioni del commercio e dell’artigianato associate in Rete imprese Italia, che in provincia rappresenta oltre 20.000 aziende. “Riprende a crescere il fatturato, si configura l’avvio di una seppur timida ripresa, ma è e rimarrà ancora importante l’accesso agli ammortizzatori ordinari. Il rapporto con le banche , per quanto riguarda credito e incentivi, deve essere migliorato – ha aggiunto – Nel 2009 i nostri consorzi fidi hanno più che raddoppiato la loro attività, quindi occorre destinare a loro una parte importante di risorse”. Dopo aver sottolineato l’esigenza di modificare i parametri del Patto di stabilità, Prampolini ha sollecitato anche una “rivitalizzazione del centro storico, anche garantendo un accesso più agevole” e – sulla pianificazione – “una nuova stagione di confronto tra imprese e istituzioni, a partire dall’ottimo lavoro svolto dalla Provincia con il Ptcp”.
Per Mario Poli, capogruppo dell’Udc. “oggi abbiamo anche il dovere di formulare proposte, soprattutto per trovare risorse aggiuntive, o usare meglio quelle esistenti, in grado di aiutare un Paese in difficoltà: quindi lotta all’evasione fiscale, ma anche tassazioni ulteriori su rendite finanziarie, contrasto al lavoro nero – ha detto – A livello locale Comuni e soprattutto Provincia non hanno molte risorse, ma abbiamo due o tre ‘tesoretti’ che potremmo sfruttare: Enìa, ad esempio, e ai Comuni dobbiamo dire che devono vendere le azioni, così come al Comune di Reggio non serve la proprietà al 100% di Fcr. C’è bisogno di capitali perché senza capitali non si fa nulla. E allora bisognerebbe anche riprendere il ragionamento sulla Fondazione Manodori, che interviene con grande generosità, ma troppo a pioggia, e che ad esempio potrebbe sottoscrivere Buoni ordinari comunali o provinciali a lunghissima scadenza.
Secondo Mirco Tincani, segretario provinciale di Rifondazione comunista, “siamo di fronte alla crisi del sistema basato sulla globalizzazione, un sistema che non regge più dal punto di vista anche ambientale – ha detto – Serve un cambio di rotta radicale, gli enti locali possono mettere in atto iniziative per sostenere soprattutto lavoratori e classi più deboli. Dovremo ripensare a cosa produciamo e come lo produciamo, non si deve più produrre perché rende, ma perché serve. E capire che chi produce veramente ricchezza è solo il lavoratore”.
Stefano Tombari, capogruppo della Lega Nord, ha esordito parlando di una “crisi planetaria peggiore di quella del ’29, che mette in discussione il nostro modello di sviluppo ed è positivo che anche la Cgil pensi a una ridefinizione dell’intero sistema industriale”. “Le banche italiane si sono comportate male e in maniera sprovveduta – ha aggiunto – Ha sbagliato anche l’Europa a non imporre barriere doganali verso Paesi che non accettano le regole del buon produrre, non distinguendo tra produzione virtuosa e produzione selvaggia. A livello locale, la Provincia ha fatto cose buone, altre più discutibili: la promozione territoriale, ad esempio, non può rappresentare una misura anticrisi”.
Andrea Manzotti, responsabile Finanza pubblica della Direzione del Banco San Geminiano e San Prospero, ha quindi ricordato “l’ampia e importante collaborazione con la Provincia, ma anche l’adesione al Piano famiglie dell’Abi, con la sospensione delle rate del mutuo per le famiglie in difficoltà, iniziative per il comparto ceramico, intese con l’Ordine dei commercialisti. E per quanto riguarda il credito, nel 2009 la nostra banca ha concesso il 71% in più di finanziamenti alle imprese rispetto all’anno prima”, ha aggiunto.
Per il consigliere provinciale del Pd Umberto Beltrami, una via d’uscita dalla crisi è rappresentata dall’agricoltura e dal comparto agroalimentare. “Oggi sono indispensabili scelte di campo, bisogna punta sui nostri prodotti Dop e sul turismo culturale eno-gastronomico – ha detto – Servono due agricolture, una più tecnologica ed efficiente, una più di qualità: ma importante, a mio avviso, sarà anche investire sull’agricoltura legata alla tipicità e unicità di certi prodotti, come il nostro Parmigiano-Reggiano”.
Per il parlamentare del Pd, Maino Marchi, “la crisi ancora c’è, anzi il picco della disoccupazione è già stato spostato dal Governo dal 2010 al 2011, Provincia e Comuni stanno realizzando, col supporto delle Regioni, azioni importanti”. “Ma importante è anche la lotta alla criminalità organizzata, specie al Nord e specie per quanto riguarda la difficoltà di liquidità delle imprese, con le piccole che continuano a soffrire”, ha aggiunto Marchi, che ha poi criticato la Finanziaria del Governo per “i pesanti tagli agli enti locali che mettono a rischio il welfare, il federalismo e le importanti azioni anti-crisi attuate a livello locale come a Reggio”.
Di vera e propria “macelleria sociale verso gli enti locali” ha parlato anche il capogruppo di Rifondazione comunista Alberto Ferrigno, per il quale eccellenze come Fcr “non vanno vendute o peggio ancora svendute, perché rappresentano pilastro importante per mantenere un welfare locale sempre più compromesso dai tagli del Governo”. “Finora questa crisi è stata pagata da migranti, precari, dipendenti pubblici, pensionati e lavoratori, non da chi ne porta la responsabilità, dal sistema bancario-finanziario e da chi continua a evadere il fisco”, ha concluso.
Per difendere la Finanziaria è intervenuto il parlamentare del Pdl Emerenzio Barbieri che ha parlato di “processo alle intenzioni verso una manovra ancora aperta: ci sono margini per diminuire la pressione su alcuni settori, come scuola e sicurezza, aumentandola su altri”. “E’ aperto anche un confronto con gli enti locali, ma bisogna ammettere che risparmi, anche in una Regione come la nostra che ha 10 milioni di consulenze, sono realizzabili”, ha aggiunto.
La consigliera Francesca Carlotti della Lega Nord è tornata sul tema della crisi vissuta dalle donne: “Piangersi addosso ci rende sempre più dipendenti dall’uomo, le donne reggiane non sono discriminate e basta guardare questo consesso. I nostri diritti sono altri, come avere un asilo per i nostri figli vicino a casa, ma i costi della maternità devono essere a carico delle istituzioni, non delle aziende”, ha detto la Carlotti che ha poi presentato un ordine del giorno – firmato insieme Pdl e Udc – chiedendo particolare attenzione alla situazione del settore ceramico, con l’istituzione di un fondo-anticrisi anche per le famiglie e la creazione di uno specifico osservatorio.
Per la senatrice Leana Pignedoli del Pd “una politica nazionale di soli tagli è inutile, servono misure strutturali per contrastare un debito pubblico elevatissimo e una produttività bassissima”. “La Finanziaria decapita il meglio sia del privato sia del pubblico e colpisce troppo pesantemente i redditi medio-bassi, occorrono invece risorse per rilanciare il nostro Paese, partendo dall’agricoltura che soffre di una crisi strutturale pesantissima, ma ha enormi possibilità di sviluppo”, ha concluso sottolineando “l’importanza del lavoro di squadra promosso dalla Provincia a favore del nostro territorio” e ribadendo il pericolo “di un vero e proprio smantellamento di un intero sistema sociale”.
Secondo il capogruppo del Pdl, Giuseppe Pagliani, “per rendere efficace il Consiglio straordinario di oggi occorre segnare un comune intento e un obiettivo in qualche modo condiviso, una idea precisa di azione per favorire le imprese”. “E’ vero che l’agroalimentare è importante, ma allora perché almeno sei aziende di produzioni di grande eccellenza intenzionate a investire lamentano lungaggini e scarsa attenzione?”, si è chiesto, ribadendo che “l’Ente locale deve essere un partner, non una pietra di inciampo, per le imprese” e richiamando l’attenzione anche sulle potenzialità legate al centro storico e all’Area Nord.
Per la senatrice Albertina Soliani del Pd “l’incontro di oggi ribadisce l’importanza e l’utilità degli enti locali, a cominciare dalla Provincia, oggi chiamati ad essere soggetti politici di lettura dei problemi del territorio e di confronto democratico, per questo è ancora più grave che una Finanziaria ingiusta ed inadeguata li indebolisca”.
E’ quindi intervenuta la presidente della Provincia, Sonia Masini. “Insieme, il sistema Reggio Emilia ha lavorato bene, si deve continuare così, ma dobbiamo fare molto di più, consapevoli che l’autoreferenzialità non serve e non saranno i piccoli sistemi locali a risolvere una crisi che è globale – ha detto – La Provincia intende rilanciare, continuando ad accompagnare, ma non in maniera assistenziale, i lavoratori colpiti dalla crisi ed il sistema delle imprese, soprattutto le capacità imprenditoriali; a sostenere il credito e la formazione, e ovviamente le famiglie. La promozione del territorio, attraverso Matilde di Canossa e la qualità del nostro paesaggio, significa presentare all’esterno l’idea di un territorio colto che ha una storia e che vuole guardare avanti anche in virtù di questa storia. L’occupazione non si difende guardando solo al passato, ai modelli ed anche ai primati di un tempo, a quello che abbiamo avuto e che già non c’è più. Ma sperimentando e innovando, anche nel welfare e nelle stesse modalità di approfondimento e confronto, e lavorando insieme con un unico obiettivo”.
Dopo la presidente Masini, è intervenuto il segretario del Pdci, Donato Vena, che ha pure criticato una “manovra iniqua e sbagliata perché non prevede provvedimenti di sostegno a occupazione, sviluppo e investimenti, non taglia i redditi più alti e si basa su una lotta all’evasione fiscale che dovrebbe fruttare 20 miliardi, ma è facile immaginare che non sarà così”, denunciando l'”assenza di un vero dialogo con le parti sociali da parte di un Governo che, se non altro, ora sembra aver finalmente compreso la gravità della crisi”.
Di “schizofrenia di fondo” ha parlato anche il consigliere dell’Italia dei valori, Emanuele Magnani: “Per molto tempo la crisi non c’è stata, ora improvvisamente il Governo ci chiede sacrifici e presenta una Finanziaria che taglierà 14 miliardi agli enti locali, costretti a ridurre i servizi”, ha detto ricordando le proposte della ‘contromanovra’ da 64 miliardi dell’Idv: addizionale del 7,5 % sui capitali regolarizzati; ripristino delle norme contro l’evasione fiscale del governo Prodi; reintroduzione dell’Ici; abolizione vitalizi. “Dobbiamo lavorare su sostenibilità ambientale e utilizzo delle nuove energie per creare nuove occupazioni e risparmiare, nonché insistere sull’innovazione, difendere l’istruzione pubblica e contrastare la criminalità organizzata, che fattura il 7% del nostro Pil”.
Per Loris Cavalletti della Cisl, “la crisi permane, abbiamo segnali di debole ripresa, ma siamo sempre ben al di sotto dei livelli del 2007”. “Abbiamo migliaia di giovani tra i 25 e 35 anni che non lavorano e non studiano, e chi esce dal processo produttivo a 50 anni difficilmente si ricolloca”, ha detto, invitando anche a riflettere sulla “situazione dei lavoratori stranieri e sul forte aumento cittadini italiani che si servono della mensa Caritas”. Dopo aver ricordato che “il sistema sindacale deve scegliere se essere antagonista o riformatore”, Cavalletti ha poi proposto una “battaglia comune per riqualificare il lavoro pubblico e ridare valore ad un welfare a gestione prevalentemente pubblica”.
E’ quindi intervenuto il consigliere regionale Giuseppe Pagani: “La crisi non è finita e porterà con se una coda lunga, dobbiamo capire davvero se può rappresentare anche un’occasione per ripensare un sistema di coesione e convergenza, ma mi chiedo se c’è una ragionevolezza della politica a prescindere dal colore, se esiste una capacità della politica di essere superiore ai singoli interessi e di comprendere che i problemi delle persone non sono né di destra né di sinistra”. Per Pagani è indispensabile “uscire dal particolare e unire forze e risorse per raggiungere obiettivi, a partire dai temi della formazione e della conoscenza” e “pensare un nuovo modello rimetta al centro lavoro e impresa come fulcro dello sviluppo, ed il cui controllo non sia in mano alla finanza”.
Per il consigliere del Pd Andrea Zini “questa crisi gigante, pesantissima per il distretto ceramico, ha un’origine profonda, ma non può rappresentare un pretesto per fare propaganda – ha detto riferendosi all’ordine del giorno presentato dalle opposizioni – Il sindaco di Castellarano ha ben presente le difficoltà del comparto ceramico e ha svolto un importante lavoro con Provincia e Regione, a latitare sono stati semmai altri, quindi il documento presentato dalla consigliera Carlotti può essere condiviso, se si aggiungerà che anche il Governo deve muoversi a sostegno del comparto ceramico”.
A poi preso la parola il consigliere della Lega Nord, Paolo Roggero, per il quale “nulla sarà più come prima dopo questa crisi mondiale”. Dopo aver difeso una Finanziaria “che ci viene lodata da tutto il resto d’Europa” e aver definito “interessanti, anche se non sempre condivisibili, gli interventi della Masini”, Roggero ha affermato che “a subire pesantemente questa crisi sono soprattutto operai, commercianti, artigiani e piccoli imprenditori – io ad esempio con la mia Srl ho subito un calo del 30% del fatturato – e forse sarebbe stato il caso di ascoltare oggi anche loro”.
Ha chiuso gli interventi Ilenia Malavasi, capogruppo del Pd, che ha definito “preoccupanti le condizioni della finanza pubblica”. “Dobbiamo davvero interrogarci insieme per capire come uscire da questa crisi e con quale modello di sviluppo – ha detto – Formazione e conoscenza sono certamente pilastri importanti. E spero che l’Emilia possa rappresentare ancora una volta un modello economico, sociale e politico per tutto il Paese, comprendendo come è cambiato il mondo, ma continuando a tenere al centro le persone. Dobbiamo ripartire dai valori e dai territori, e gli enti locali possono giocare un ruolo decisivo”.
A conclusione della seduta è stato quindi messo ai voti, e respinto, l’ordine del giorno presentato da Lega Nord, Pdl e Udc sul comparto ceramico.
Immagine: Sala Consiglio gremita per discutere della crisi