Abbiamo oggi i dati sul referendum svolto alla FIAT di Pomigliano…il 36% ha votato No all’accordo. Per la chiave di lettura impostata nella trattativa si evince che questi NO corrispondono ai “LAVATIVI” presenti tra le file dei dipendenti.
Il mio pensiero è diverso; Quel 36% ha caricato su di se una responsabilità, morale e civile che va ben oltre la rappresentatività numerica delle organizzazioni sindacali e supera la soglia su cui si è attestata quella parte politica che si “propone” a guidare il paese.
L’imbarazzo e il silenzio delle forze politiche è stato e continua ad essere sconcertante.
Lasciamo il sole Campano per arrivare nella nebbiosa pianura che ci compete.
Chi pensa che “l’accordo FIAT” non produrrà ripercussioni nel resto d’Italia e in modo particolare nel comprensorio della ceramica, dove tra l’altro è in corso il rinnovo del CCNL?
Da dire già martoriato dalla CIG, Mobilità e quantaltro.
Cari Amici Radicali, pensare che questi siano i metodi per arginare (non mi sogno di scrivere risolvere) l’impoverimento, salariale occupazionale e culturale del nostro territorio, mi obbliga a prenderne le dovute distanze.
Non abbiamo una società che dialoga nell’interesse comune, paradossalmente si sta riproponendo l’odioso scontro di classe con la variazione che, lo stesso, avviene all’interno della classe povera.
Giusto il vostro pensiero; Una maggioranza Politica ha l’obbligo di governare e dare risposte.
Da tempi non sospetti, i Socialisti, abbiamo lanciato l’allarme, con lungimiranza perchè questa crisi anomala, ma grave e prevedibile e in parte “utile” per ridisegnare il sistema politico e finanziario del paese, ovviamente inascoltati da amici nemici e compagni politici.
Non ci siamo posti il problema di competenza numerica, ma d’interesse generale e non abbiamo di che vergognarci, anzi siamo mortificati a dover affermare: Noi l’avevamo detto!
Non ci piace questo metodo artigianale, molto tardivo, del Consiglio Comunale di Sassuolo ad inviti, alla ricerca di idee e scuse su come affrontare la crisi.
Partiamo già penalizzati dalla perdita di credibilità di Sassuolo come Comune capofila in grado di riunire il “DISTRETTO PRODUTTIVO” in tutte le sue diramazioni Associative.
(Franco Mannino, Coordinatore Partito Socialista Sassuolo)