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Modena, Pighi risponde a Rossi (LN): Hera è una Spa e i compensi li fa il mercato

“Il compenso di un amministratore sul mercato lo fa il mercato: le retribuzioni devono essere appetibili. Hera deve rimanere a forte caratterizzazione privata”. Giorgio Pighi, sindaco di Modena, ha risposto così all’interrogazione di Nicola Rossi (Lega nord), trasformata in interpellanza, sul compenso dei vertici di Hera holding spa.

“L’amministratore delegato di Hera guadagna 350 mila euro annui, importo superiore a quanto percepito dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, di 282 mila euro”, ha affermato il consigliere. “Credo sia il momento di rivalutare i compensi di questi soggetti: non metto in dubbio le capacità professionali e politiche di chi governa queste aziende, ma l’ammontare dei compensi in rapporto al ruolo”. Il consigliere ha inoltre ricordato che la Lega nord sta promuovendo una campagna proprio per porre un limite massimo alle retribuzioni.

“Dobbiamo decidere fino a che punto vogliamo che prevalga l’aspetto pubblico della società, anche nei compensi che diamo agli amministratori, e fino a che punto quello privato”, ha proseguito Pighi. “Teniamo distinti i due aspetti: sono d’accordo che tutto quello che riguarda il pubblico non debba avere costi strampalati, ma si tratta di gocce in mezzo al mare”. Secondo il primo cittadino l’interrogazione è stata presentata “più per suscitare un dibattito che per sapere qualcosa”.

Sergio Celloni, Mpa, ha sottolineato come alla base di tutte le logiche ci debba essere la parola “meritocrazia”. Per il consigliere, però, “sempre più spesso questi non sono i valori che guidano le azioni del governo della città”.

Eugenia Rossi ha definito “altissime” certe retribuzioni sia per il pubblico che per il privato. “C’è un problema gestionale-economico, etico e politico”, ha detto. “Può essere che si faccia demagogia, ma da qualche parte bisogna iniziare a dare un limite. Chiedo un intervento preciso per ristabilire delle regole”.

Anche per Vittorio Ballestrazzi, Modena 5 stelle, non si può parlare solo di “gocce”, perché “il mare è fatto di gocce”. Secondo Ballestrazzi “gli stipendi dei consiglieri regionali gridano vendetta, così come le liquidazioni e altri costi della politica. Con tutte queste gocce qualcosa si potrebbe risparmiare senza far togliere a nessuno il cappotto”.

Paolo Trande, Pd, ha riconosciuto il problema dei costi ricordando che in Consiglio dei ministri e in alcune Commissioni parlamentari “non è prevalsa la volontà di reinserire il tetto massimo per i compensi”. In Regione – ha infine ricordato il consigliere – la riduzione del 10% degli emolumenti degli assessori è reale”.

Nicola Rossi ha chiesto di evitare posizioni di partito anche sui costi della politica. “Se il sindaco sarà promotore di iniziative valide le valuterò, ma sono convinto che i consiglieri comunali siano la parte sana della politica: i 200-300 euro riconosciuti per le Commissioni sono davvero gocce in un mare, si tratta di un rimborso spese”.

In chiusura di dibattito, il sindaco Pighi ha ricordato come la direzione presa a livello statale sia quella di diminuire la partecipazione pubblica nelle società: “Insieme alla partecipazione anche la possibilità di incidere calerà”, ha detto. “Darsi dei limiti, come sta avvenendo negli Stati Uniti, è un’operazione di etica pubblica: al di sopra di certe somme non è accettabile che vi siano retribuzioni per amministratori. I compensi – ha concluso il sindaco – non devono risultare odiosi alle persone che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese”.

















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