Il salotto di Modena messo a ferro e fuoco da un gruppo di violenti che non avevano intenzione di manifestare dissenso – com’è legittimo fare – ma di spaventare, lanciare un messaggio violento. Questo è quanto denuncio da alcune settimane, da quando era noto a tutti che questa orda sarebbe giunta a Modena. Ho inviato comunicati segnalando come fosse violento il manifesto di questo raduno, come fosse pericoloso il tam tam che sui siti antagonisti si inseguiva da settimane.Eppure da sinistra neanche un fiato: nessun richiamo alla responsabilità, nessuna presa di posizione istituzionale del comune in difesa del CIE, e di chi vi lavora, nessun intervento per vedere di gestire la situazione insieme a chi ha il ruolo di dare permessi e controllare la sicurezza.
Oggi leggo messaggi dolenti, condanne a posteriori: da chi governa questa città mi sarei aspettato un intervento più deciso perché le modalità di questa manifestazione fossero quanto meno condivise. Non è strumentale dire che mi sorprende che le sinistre pensassero seriamente che questa manifestazione fosse un quieto corteo di educande.
Comunque spero che oggi tutti collaborino per identificare i violenti, per far pagare i danni a chi ha rubato un pomeriggio di tranquillità ai modenesi, e di lavoro ai commercianti.
(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL)