I dati dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia di queste ultime giornate sono assai più simili a quelli del primo giorno di autunno che a quelli coincidenti col pieno solstizio d’estate: 15.7°C la temperatura massima il 20 giugno, esattamente 11°c sotto la media stagionale; 13.5°C la minima sia di domenica 20 che di lunedì 21 giugno, 5°C sotto la media.
“Se non si è scesi ancor più sotto queste temperature – fa sapere l’esperto Luca Lombroso – è solo grazie, si fa per dire, alla nuvolosità ed alla pioggia battente”.
Sono 69.7 i mm di pioggia caduti nelle ultime 60 ore di cui 45.7 mm caduti nella sola giornata di domenica 20 giugno.
“Sono valori considerevoli, un tempo anomali – commenta Luca Lombroso – ma ormai, spiace doverlo dire, normali per il nuovo clima che sta avanzando e con cui dovremo sempre più fare i conti in futuro”.
Molta pioggia cadde di questi giorni anche lo scorso anno e nel 2008 andò pure peggio, 79.6 mm fra il 12 e il 14 del mese e altri 31 fra il 16 e il 18. Altra valanga d’acqua poi cadde fra il 6 e l’8 giugno del 2007, 84.9 mm, di cui ben 68.8 mm il giorno 6.
“Quello che però sorprende e che è difficile da percepire – continua Luca Lombroso – è che, malgrado questi episodi, tutti gli anni citati hanno poi visto giugno chiudersi con temperature medie sopra la media del mese, talvolta notevolmente. E anche quest’anno finora la media mensile risulta sopra la media, nonostante il maltempo. Peraltro altri episodi simili si ebbero negli ultimi anni anche in altri mesi. Ciò non toglie ovviamente l’inusualità dell’episodio perturbato di questi giorni, dovuto alla depressione tirrenica “Gundrun”, simile in tutto e per tutto alle depressioni nevose invernali”.
Altre situazioni fredde e perturbate a fine giugno si sono verificate nel 1996 e nel 1999, ma per trovare una temperatura massima più bassa dei 15.7°C di ieri nell’ultima decade di giugno bisogna risalire al 1995, ovvero ai 15.4°C del 24 giugno quando si ebbe un analogo episodio perturbato con depressione Tirrenica. Allora, la neve cadde addirittura a 1300 m in Appennino, imbiancando Passo del Lupo ed in parte Pian Del Falco.
“Odore di neve ieri sera, con precipitazioni intense e soli 2°C si sono avuti nella vetta del Cimone, ma per quanto strano possa sembrare – dice ancora Luca Lombroso – fugaci apparizioni di neve ultra-tardiva sulle vette appenniniche non sono rare a giugno, come accadde anche lo scorso anno il 22 giugno”.
Riguardo le piogge finora a giugno sono caduti 106.4 mm, e il dato non sembra destinato ad aumentare di molto avvicinandoci alla fine del mese, dato che il tempo si va stabilizzando. Pur tuttavia stiamo parlando di volumi di precipitazioni doppi rispetto al valore medio mensile.
“Per quanti pensano si tratti di giugno con piogge record, ancora una volta – fa sapere Luca Lombroso – le osservazioni oggettive ci indicano che l’eccezione di un tempo è ormai la regola di oggi: 121.5 mm caddero nel giugno 2007 e 153.7 nel 2008, notevoli anche i 76.4 dello scorso anno”.
Diversa la situazione da inizio anno, in cui il pluviometro del torrione ovest di Palazzo Ducale a Modena ha già raccolto 481.6 mm. Per gli esperti dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena non pioveva così tanto nei primi 6 mesi dal 1933 con 487.3 mm, e guarda caso era anche dall’inverno1932/33 che non cadeva tanta neve come quest’anno.
Sul fronte delle temperature il primo semestre, invece, non risulta particolarmente anomalo: anche se meno caldo degli ultimi 3-4 anni, gli 11.9°C di media sono addirittura superiori alla media 1971-2000, in quanto a fronte di 36 giorni classificabili “anomali freddi” ne troviamo 55 “anomali caldi” e del resto il grafico delle temperature giornaliere dell’ultimo semestre rende chiaro quanti e quanto intensi sono stati gli sbalzi termici.
Previsione. Il tempo va finalmente migliorando e a fine mese si intravede un nuovo tentativo di espansione dell’anticiclone subtropicale con possibile moderata ondata di caldo a chiudere un mese decisamente altalenante e disorientante. Manca infatti il normale anticiclone delle Azzorre, che si trova spostato verso il Polo Nord, dove i ghiacci segnano un deficit di oltre mezzo milione di km2 rispetto alle medie e sono ai minimi storici di estensione; gli oceani e il resto del pianeta hanno registrato il maggio più caldo da quando esistono i termometri, e come se non bastasse negli ultimi mesi si sono aggiunte le incertezze e i dubbi dovuti al vulcano islandese e alla marea nera.