L’approvazione della variante al Piano urbanistico attuativo sul piano particolareggiato di iniziativa pubblica relativo al “Comparto mercato bestiame”, avvenuta ieri in Consiglio comunale, è stata preceduta da un lungo dibattito.
Per il Pdl è intervenuto Gian Carlo Pellacani che ha parlato di “12 grandi aree a Modena dove si sta costruendo a macchia di leopardo senza una logica di sistema” e ha suggerito di pensare a interventi di “social housing sull’esempio di Carpi e Roma”. Olga Vecchi ha espresso preoccupazione per “il futuro lavorativo degli addetti del mercato ortofrutticolo, sui criteri di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica senza bando, sulla compresenza di abitazioni e divertimenti nella piazza centrale e sull’eliminazione di verde per realizzare i parcheggi a raso”. Per il capogruppo Adolfo Morandi “si potevano trovare le risorse per un intervento diverso, in grado di valorizzare la zona; si è persa l’occasione di ricompattare e riunire in un’unica struttura gli uffici del Comune, mentre un finanziamento a medio termine avrebbe consentito di eliminare onerosi affitti passivi”.
Per la Lega nord Stefano Barberini ha affermato: “Decine di agenzie immobiliari hanno chiuso, il mercato è fermo, i giovani non riescono ad accedere ai mutui e molti appartamenti restano invenduti. Mettere in vendita ora centinaia di alloggi rischia di creare ancora più difficoltà ai piccoli costruttori e ai privati che vedono svalutata la loro casa. Mi sembra che la corsa alla cementificazione serva solo ad alimentare le casse del Comune”. Nicola Rossi si è detto “fortemente perplesso” poiché “realizzare un centinaio di abitazioni in più significa aumentare le esigenze della zona in termini di parcheggi, servizi e problematiche sociali”.
Secondo Eugenia Rossi (Idv) “la variante è peggiorativa perché comporta vantaggi solo per l’operatore più lento nella programmazione dei lavori che riesce ad usufruire della possibilità di costruire più alloggi, diminuisce il verde pubblico e i parcheggi”. Infine, “la palestra non è ancora stata appaltata, ho dubbi anche sulla realizzazione del centro benessere e della pista di pattinaggio”, ha concluso.
Sergio Celloni (Mpa) ha invitato a fare chiarezza su “quale città vogliamo”, precisando: “In passato abbiamo affrontato lo sviluppo industriale, oggi bisogna fare un’analisi sulla casa che è un bene primario”. Il consigliere ha però anche ricordato che “il mercato bestiame rappresentava la realtà economica e produttiva più importante del territorio ed è stato chiuso a beneficio di altre città”.
Vittorio Ballestrazzi (Modena 5 stelle) ha definito “l’intervento urbanistico importante e impattante per la città nella logica di fare operazioni che danno lavoro a chi costruisce” e ha concluso: “La zona è già degradata, avremmo preferito un parco”. Durante le dichiarazioni di voto, Davide Torrini (Udc) ha spiegato che la sua prima preoccupazione è di intervenire al più presto sull’area, ma si è chiesto: “Per fare cosa? La città ha bisogno di cento alloggi in più rispetto a quelli previsti, che erano già tanti?”
Per il Pd, Fabio Rossi ha sottolineato come “il percorso avviato nel 2001 per riqualificare l’intera zona della fascia nord sia stato pensato in maniera organica e partecipativa, tanto che nei passaggi in Circoscrizione 2 le minoranze non si sono mai opposte”. Stefano Prampolini ha definito il progetto urbanistico “di qualità e di servizio, all’avanguardia dal punto di vista dello sviluppo sostenibile” e ha insistito “sull’importanza delle opere di urbanizzazione secondaria”. Per William Garagnani il comparto dovrà mantenere il ricordo dell’importante attività economica che vi si svolgeva negli anni ’50, mentre, a suo giudizio, le due anime del quartiere del futuro saranno l’ecologia (grazie a teleriscaldamento, vasche per l’acqua e possibilità di arrivare in centro con il trasporto pubblico) e sport (con palestra, pista di pattinaggio, fascia verde). Enrico Artioli ha rimarcato la necessità che questa nuova parte di città “abbia un’identità”. Suggerendo di “fare della piazza un punto di attrazione”, ha chiesto alla commissione architettonica e paesaggistica “una valutazione complessiva per evitare che i singoli interventi finiscano per essere un patchwork”. Il capogruppo Paolo Trande si è rivolto alle minoranze per invitarle “a superare una contrapposizione di ruoli pregiudiziale” e ha aggiunto: “Riteniamo la casa un diritto di cittadinanza fondamentale, senza cui è difficile realizzare la propria vita e le proprie aspettative, mentre voi avete confermato di ritenerla un privilegio”. Secondo Maurizio Dori è lo Stato che deve intervenire per risolvere il problema dei mutui non concessi ai giovani. “Se togliamo la possibilità di acquistare appartamenti a prezzi agevolati non garantiamo il diritto alla casa”, ha precisato. Durante le dichiarazioni di voto, Gian Domenico Glorioso ha ricordato che “sono nove anni che si parla di questo progetto e, anche se qualcosa è cambiato, è da respingere al mittente l’accusa di mancato confronto con la città”.