Per l’Europa l’eolico rappresenta una chiave per contribuire a risolvere l’incombente crisi climatica e raggiungere gli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2020 deciso dall’UE nel rispetto del Protocollo di Kyoto. Per far conoscere l’energia del vento, fonte pulita, rinnovabile ed inesauribile e sensibilizzare la popolazione e le istituzioni sulle tematiche relative alla produzione elettrica da fonte eolica il 15 giugno in tutta Europa si festeggia lo European Wind Day, la giornata mondiale del vento.
Legambiente aderisce alle iniziative promosse dall’ANEV, l’Associazione Nazionale Energia del Vento, con decine di iniziative in tutta Italia ed in particolare a Modena dove il il 17 giugno alle 15 presso la Palazzina Pucci di via Canaletto 110 (ex mercato bestiame) si terrà il convegno “Mini Eolico in Ambito Rurale, opportunità, prospettive, nodi da sciogliere”.
Il convegno si aprirà con una prima sessione tecnica dedicata ad incentivi, tariffe energetiche e tecnologia. Sarà seguita da una tavola rotonda in cui si discuterà di opportunità, tutele ambientali, barriere burocratiche da superare e scelte politiche.
Il pomeriggio sarà coordinato da Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia-Romagna, vedrà la presenza di Gian Carlo Muzzarelli, Ass. Attività Produttive, Sviluppo Sostenibile ed Economia Verde della Regione Emilia-Romagna, Alessandra Filippi di Legambiente Modena, Federico Luiso del Ministero dello Sviluppo Economico, Marcella Isola della Regione Emilia-Romagna, Antonio Lazzari della cooperativa Impronte, Lorenzo Partesotti di Aria srl, Roberto Longo, Presidente APER (Aziende Produttrici Energie Rinnovabili), Gianluca Lelli, Direttore Coldiretti Emilia-Romagna e Stefano Vaccari, Ass. Ambiente e Mobilità della Provincia di Modena.
“In Emilia Romagna il cammino per un completo sviluppo delle rinnovabili è ancora lungo: è necessario premere sull’acceleratore per raggiungere gli obiettivi europei e sottrarre terreno ai sostenitori del nucleare. Non si tratta solo di tecnologie pulite, ma di soluzioni energetiche che a parità di megawatt installati creano maggiori posti di lavoro di una centrale nucleare o a carbone. Il minieolico crediamo possa essere una soluzione interessante soprattutto per le aree rurali di collina e montagna. Per una sua reale diffusione serve però una maggiore cultura da parte dei cittadini e degli uffici tecnici degli enti locali. Inoltre si sente il bisogno di un regime di norme chiaro ed uniforme: che semplifichi la vita nei casi virtuosi e ponga dei limiti dove c’è vera incompatibilità ambientale.
Per questo abbiamo voluto portare al convegno punti di vista differenti: quello degli agricoltori, di chi autorizza e di costruisce”.