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Manovra: incontro dei sindaci reggiani ieri con i parlamentari

Su iniziativa di Anci e Legautonomie, i sindaci della provincia di Reggio hanno incontrato ieri sera i parlamentari reggiani, per illustrare le pesantissime ricadute della manovra finanziaria, che si avvia all’iter di approvazione. All’incontro in Municipio a Reggio, seguito di poche ore alla manifestazione di protesta dei sindaci emiliani a Modena, hanno partecipato i deputati Maino Marchi, Emerenzio Barbieri e Pierluigi Castagnetti, le senatrici Albertina Soliani e Leana Pignedoli. Erano presenti Cesare Beggi di Legautonomie e Marzio Iotti, sindaco di Correggio e portavoce dell’Anci provinciale. Fra i 20 sindaci presenti, quello di Reggio, Graziano Delrio e gli altri sindaci capidistretto Alessio Mammi (Scandiano) e Giorgio Benaglia (Guastalla).

E’ emerso che l’impatto complessivo sul 2011 dei tagli di trasferimenti statali determinati da manovra e delle imposizioni del Patto di stabilità sui Comuni reggiani è stimata complessivamente in 49.575.584 euro, di cui circa 14,4 milioni di riduzione dei trasferimenti e circa 35,1 milioni di peggioramento dei saldi ai fini del Patto con conseguenti minori possibilità di pagamento degli investimenti rispetto alla già critica situazione del 2010. Sul solo Comune di Reggio, si valuta un impatto negativo su investimenti e spesa corrente pari a 17.708.775 euro. A questi si aggiungono tagli ai trasferimenti alla Amministrazione Provinciale per 2,6 milioni e alla Regione per 600 milioni.

“Siamo di fronte a una manovra che inciderà pesantemente sulla pelle dei cittadini – ha detto il sindaco Delrio – Si parla di tagli profondi, che incideranno sul modo di operare dei Comuni italiani. Si va verso una ‘macelleria sociale’ drammatica: i tagli lineari del governo, che impattano sui Comuni dotati di un sistema di servizi sociali efficiente, presente nel Nord Italia e in parte dell’Italia centrale, ci porranno in condizione di non garantire scuole, servizi sociali dall’infanzia alla terza età e ai diversamente abili, servizi sanitari, trasporto pubblico, manutenzioni, sicurezza. Se ad esempio una scuola dovrà essere sottoposta a interventi antisismici e non ci saranno i soldi per i lavori, la scuola verrà chiusa. La realtà sarà questa. Mi spiego? Non saremo più in grado di garantire quello che fa la qualità dei servizi e della coesione e convivenza dei nostri territori. Non saremo più in grado di pagare i fornitori e questo diremo ai fornitori: non siamo in grado di pagarvi. Questa manovra non è un passaggio, rappresenta invece una svolta nel mondo di intendere enti locali e servizi territoriali, da parte dello Stato centrale. Se questa Finanziaria, che ci lega le mani e nulla ha a che fare con il federalismo, passerà così come è prospettata, si va alla paralisi degli enti locali”.

“I Comuni hanno già fatto molto per migliorare, con buoni risultati, i loro conti – ha sottolineato il sindaco Iotti – Tutti devono fare la loro parte, a cominciare dallo Stato centrale con una risposta basata su risparmi e risanamenti reali e con una effettiva e risoluta lotta all’evasione fiscale. Siamo al punto in cui o i Comuni fanno saltare i servizi sociali o non sono in grado di generare il risparmio richiesto. Sul piano degli investimenti, inoltre, è evidente che le limitazioni del Patto di stabilità, inasprite ulteriormente, causeranno un ulteriore effetto depressivo sull’economia. Le dimensioni degli effetti di manovra e Patto sui Comuni sono impressionanti. Se il governo non ha voluto mettere le mani in tasca dei contribuenti, ha però messo i cittadini nelle condizioni di mettersi le mani in tasca da soli, quelli che possono. Saremo costretti, purtroppo, a spiegare con i fatti ai cittadini le conseguenze delle decisioni del governo. Stiamo parlando di Comuni, i nostri, che hanno pagato direttamente la costruzione delle caserme per assicurare la sicurezza dei cittadini, non di Comuni che sprecano soldi pubblici in auto blu. Berlusconi tempo fa si stupì perché lo staff del premier britannico Blair era composto da 250 persone ed era pienamente efficiente, mentre il suo era di 4.500 persone. Esistono parametri di confronto sull’efficienza dei Comuni, a livello europeo li si creino anche per i ministeri. Avremo delle sorprese. Ecco, lavorino su questi problemi, non li scarichino sugli enti locali”.

L’onorevole Barbieri ha spiegato che nel votare la manovra “non sfiducerò certo il governo, ma farò fino all’ultimo il mio dovere per migliorare le cose” e ha aggiunto che “all’interno della maggioranza vi sono, è evidente e noto, tensioni sulla manovra. Noto però una debolezza dell’Anci sull’argomento, a differenza dell’asse Formigoni-Errani, molto più duro sulla partita regionale. E noto come Confindustria e Confartigianato dicano che non poteva esserci manovra migliore”.

“Spero – ha detto l’onorevole Castagnetti – che voi del Pdl e la Lega Nord, in maggioranza, possiate intervenire. Tremonti, considerato dal suo punto di vista, è un ministro capace; mi pare abbia un disegno politico preciso, abbia in mente un’Italia diversa, che preveda la fine dello stato sociale come inteso sino a oggi: uno sconvolgimento, scaricato sugli enti locali. Non è di per sé scandaloso discutere di stato sociale. Ma Tremonti non ha aperto questo ‘file scottante’ di confronto e ha preferito attuare il proprio disegno tagliando, sempre nella direzione degli enti locali, per far posto al privato e a un assetto di sapore per così dire anglosassone. Non è solo una questione di Anci. E’ un fatto di ben più ampia postata e gravissimo”. L’onorevole Marchi ha ricordato fra l’altro l’importanza di avere a disposizione emendamenti in tempi utili e ha ricordato come “la manovra potrà incidere anche sull’occupazione, determinando perdita di lavoro: lo Stato in definitiva licenzia, in una fase di crisi e disoccupazione già pesante”.

















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