Potremmo chiamarla la fabbrica dei sogni, o meglio degli incubi. Quello che è successo alcuni mesi fa in un’azienda metalmeccanica della Bassa modenese di oltre 100 addetti, ha certamente dell’incredibile e senza essere pessimisti è lo scenario in cui sempre più spesso, in epoca di crisi, si imbatte il sindacato.
La parole del ministro Sacconi che “i giovani devono accettare qualunque lavoro”, devono essere interpretate non nel senso della tipologia del lavoro, ma nel senso di un lavoro con pochi diritti e tanti doveri.
Quello che è successo lo scorso marzo, è che grazie ad un’abile interpretazione delle norme sulla somministrazione di lavoratori si è potuto aggirarle utilizzando 30 lavoratori somministrati, senza richiamare i dipendenti diretti che erano in cassa integrazione speciale per crisi.
Questo è uno dei casi per cui non è possibile la somministrazione e per derogarvi è necessario un accordo sindacale. Ma la risposta dell’azienda è stata che si doveva fronteggiare una commessa per una nuova lavorazione speciale, per la quale però sono stati utilizzati lavoratori somministrati tutti inquadrati come operai generici al livello contrattuale più basso possibile, in barba alla specializzazione richiesta per questo lavoro!
A questi lavoratori somministrati vengono fatti contratti solo di 2-3 giorni consecutivi. Lavorano in una specie di “riserva”, ovvero in un capannone separato da quello principale dove continuano a lavorare i lavoratori diretti dell’azienda.
I 30 interinali non possono fermarsi per fumare una sigaretta, non possono prendere un caffè in quanto non esiste una macchinetta, possono solo bere un bicchiere d’acqua e troppa grazia ! Mentre i somministrati lavorano, vengono comandate le ferie ai lavoratori diretti.
I somministrati sussurrano negli spogliatoi che mentre i lavoratori a tempo indeterminato hanno il “privilegio” di spostarsi da un capannone all’altro, loro non possono, devono solo lavorare, quando c’è il lavoro, e non perdere tempo. In un primo tempo avevano la radio in sottofondo, poi è stata tolta.
Nel capannone non è stato esposto il volantino informativo che annunciava l’assemblea sindacale per parlare dei loro problemi, di assemblee “è meglio non parlarne più perché domani scade il contratto e se ci sentono…”.
Lavoratori senza diritti e con tanti doveri, con la paura di non lavorare il giorno dopo, con quali prospettive pensano ad un futuro o a una famiglia?
Temo che questa situazione di crisi profili lo scenario del futuro per molti giovani che si affacceranno al mondo del lavoro: leaziende anziché investire sulla formazione dei dipendenti per meglio agganciare la ripresa, optano per la flessibilità spinta, complice l’attuale normativa che prevede una procedura sanzionatoria talmente lenta e complicata per cui il rischio vale la candela, e i controlli, a causa delle modeste somme messe a disposizione dal
Ministero, sono praticamente impossibili!
E a peggiorare le possibilità di difesa dei lavoratori ci pensa il collegato Lavoro che il Presidente Napolitano ha rimandato all’esame delle Camere evidenziando l’incostituzionalità di tante norme. Ma l’intervento del Capo dello Stato ha scatenato una tale reazione che anziché migliorare gli aspetti critici da Lui sottolineati (vedi arbitrato!), ha portato addirittura a reintrodurre nel testo norme del passato quali il licenziamento orale per i precari!
La “fabbrica dei sogni” di Camposanto, rischia di diventare domani per molti giovani l’unica possibilità di lavoro: rispetto al modello attuale del lavoratore impiegato 8 ore tutti i giorni, i lavoratori di domani saranno costretti anche a 10-12 ore di lavoro, quando c’è (contratti a chiamata oppure voucher), senza nessun ammortizzatore quando non si lavora, a meno che il singolo individualmente non possa permetterselo. L’ultimo baluardo per i lavoratori rimane la Costituzione che parla di un lavoro dignitoso, che garantisca un’equa retribuzione e i diritti, ovvero le condizioni che garantiscono la libertà dell’individuo di potersi garantire il proprio futuro.
Il sindacato è sempre presente ad appoggiare e sostenere le rivendicazioni e le lotte dei lavoratori, a dare piena applicazione alla nostra Costituzione. NIdiL/Cgil continuerà ad impegnarsi affinché in casi come l’azienda della Bassa modenese venga ripristinato il rispetto delle regole e tutelati i diritti dei lavoratori.
(di Claudio Argilli, segretario sindacato lavoratori atipici NIdiL/Cgil Modena)