I dati ufficiali confermano lo strepitoso risultato dello sciopero degli scrutini a Modena: stando ai dati ufficiali, sono circa diciotto (su poco più di venti) gli istituti superiori della provincia dove lo sciopero è riuscito a bloccare il 100% o quasi delle operazioni di scrutinio. L’Istituto Selmi (il più grande della provincia, con 30 scrutini rimandati per sciopero), il Catteneo/Deledda, l’Istituto Barozzi, l’Istituto d’arte Venturi, il Liceo Pico di Mirandola, l’Istituto Sorbelli di Pavullo, l’istituto Fermi, la sede centrale dell’Itis Corni, il Liceo Scientifico Tecnologico del Corni, l’Elsa Morante di Sassuolo, l’Istituto Wiligelmo di Modena, l’Istituto Vinci di Carpi, l’Istituto Baggi di Sassuolo, il Liceo Formiggini di Sassuolo, l’Ipsia Ferrari di Maranello, l’Itituto Levi di Vignola, il Paradisi/Allegretti di Vignola; e sono saltati tutti gli scrutini anche alle Scuole Medie di Marano sul Panaro. Più che soddisfacenti i risultati negli altri istituti della provincia: sono stati annullati per sciopero almeno la metà degli scrutini del Liceo Fanti di Carpi, del Liceo Tassoni di Modena, dell’Ipsia Corni. Vari scrutini annullati anche al Liceo Muratori, al Liceo San Carlo, all’Istituto Vallauri di Carpi. Lo sciopero è arrivato anche al Liceo Morandi di Finale Emilia, all’istituto Luosi di Mirandola e alla scuola media Fiori di Formiggine.
Riteniamo gravi le affermazioni, comunicate alla stampa, del segretario provinciale della Flc Cgil di Modena, Colombini che – riprendendo gli stessi argomenti del provveditore Malaguti – afferma che è stata “bassa l’adesione allo sciopero”: il segretario Colombini dovrebbe sapere che l’efficacia di uno sciopero degli scrutini si misura sulla base degli scrutini che sono saltati, e non sul numero delle adesioni. Infatti, gli insegnanti nelle scuole si sono organizzati in modo da far saltare il maggior numero di scrutini possibile limitando al massimo il numero degli scioperanti (basta un solo scioperante per far saltare uno scrutinio), anche per finanziare le casse di resistenza a sostegno dei precari che rischiano il posto di lavoro. In tutte le scuole, chi non ha aderito allo sciopero (in quanto altri colleghi scioperavano nello stesso scrutinio) ha contribuito economicamente allo sciopero stesso. Oltre a questo, ricordiamo che lo sciopero è stato nella maggior parte degli istituti un’azione condivisa dalla maggioranza del corpo docente, con l’elaborazione di documenti a sostegno dello sciopero stesso.
Giudichiamo altrettanto gravi le affermazioni dell’assessore provinciale all’istruzione Elena Malaguti, che giudica sbagliata questa forma di lotta perché lesiva “nei confronti degli studenti e dei genitori”: al contrario, fin da subito, si è trattata di una lotta condivisa con i collettivi studenteschi e con i rappresentanti dei genitori (che, non a caso, ci hanno fatto avere la loro solidarietà). Ci chiediamo come mai chi afferma di voler contrastare i tagli alla scuola pubblica (come la direzione della Flc Cgi e il PD) poi si dissocia dalle lotte dei lavoratori della scuola: per noi è la dimostrazione della differenza che passa tra fatti e parole. Modena è la provincia in Italia dove lo sciopero ha ottenuto l’impatto maggiore (solo in tre istituti superiori della provincia non ha avuto effetti significativi): ci auguriamo che possa essere di aiuto alla buona riuscita dello sciopero nelle altre regioni (lo sciopero degli scrutini nelle altre regioni è previsto nei prossimi giorni).
(Fabiana Stefanoni, portavoce del Coordinamento Precari della Scuola di Modena)