“Anarchici pronti ad un nuovo attacco al CIE. Imbarazzante il silenzio delle sinistre”. Questo il commento di Enrico Aimi all’annuncio dell’ennesima presa di posizione contro l’unico strumento efficace previsto per il contrasto all’immigrazione clandestina. “Eccoli di nuovo qui, pronti a colpire con slogan e teorie demagogiche, peraltro contrarie anche ai più ovvi principi di ragionevolezza e di buon senso politico. Stanno infatti per tornare con l’ennesima (e inutile) protesta gli ultras dell’immigrazione clandestina che hanno nuovamente preso di mira il CIE di Modena. La manifestazione è programmata per il prossimo 19 giugno. Sarà il caldo afoso, o più probabilmente una visione un filino distorta della realtà che li ha portati a definire il Centro di Identificazione ed Espulsione addirittura come “struttura di oppressione”.
I sostenitori del “vieni pure clandestino, qui si vince sempre” – ha rincarato Aimi – non si sono poi lasciati sfuggire l’occasione per spargere col ventilatore le solite accuse definendo il centro modenese un “lager moderno” e le espulsioni come “moderne deportazioni”. Roba da non credere. Lor “signori”, prima utilizzando inopportuni parallelismi, poi alzando i toni oltre misura, rischiano di portare, così come è gia’ successo in passato, a situazioni di potenziale rischio a danno degli operatori che lavorano all’intero della struttura, volontari in primis.
Complice dicevamo il caldo, un’qualche fanatico, a corto di rotelle e pronto chissà a quali gesti purtroppo lo si trova sempre. In tutto questo – ha poi sottolineato Aimi – colpisce, e non poco, il silenzio calato sulle bocche della sinistra nostrana imbarazzata sulla scelta : cie si , cie no ; un po’ come l’asino di Buridano che, non sapendo se mangiare prima la biada o bere prima l’acqua , fini’ per morire di fame e di sete. I compagni, sempre pronti a strillare ad ogni batter di ciglio, con particolare predilezione per il Governo, sono ricaduti nel mutismo più assoluto.
Questa volta non hanno nemmeno balbettato , fedeli , su questi temi alla politica del ” Mi, Mo , Ma” . Già, proprio loro che con politiche dissennate di accoglienza, hanno creato le condizioni migliori per un autentica invasione. E questo silenzio assordante preoccupa, perché – ha concluso Aimi – a pensar male potrebbe essere interpretato come un (gravissimo) tacito assenso”.