Il segretario cittadino del Pd, Giuseppe Boschini, replica punto per punto al consigliere Andrea Leoni del Pdl che accusa il sindaco di aver drammatizzato gli effetti della manovra sul Comune di Modena. «Cominciamo col dire quello che Leoni non ha detto. Modena è in testa alle classifiche dei capoluoghi di provincia per il basso indebitamento del Comune. Quello che Leoni non ha detto, insomma, è che Modena è amministrata bene, senza i debiti che caratterizzano tante altre città, soprattutto quelle non governate dal centrosinistra, come Parma o Catania. Visto che ogni volta che esce una classifica del Sole 24 ore si è tanto solleciti a mettere in luce eventuali ritardi della città, correttezza e onestà intellettuale vorrebbero che quando Modena è al top, lo si riconosca a merito di chi la amministra.
Detto questo, l’allarme di Pighi ci sta tutto. Anche se Modena, grazie alla sua gestione amministrativa virtuosa, subirà in proporzione meno tagli di altre città, la situazione sarà comunque estremamente grave. E nelle altre città, sarà più che “estremamente grave”, sarà “disperata”. Se a Parma dovranno davvero tagliare il 20% del bilancio, sarà un massacro. E lo stesso assessore al Bilancio del Comune di Parma, amministrato dal centrodestra, ammette – testualmente – che “con questa manovra si chiede ai Comuni un sacrificio pari a 4 miliardi di euro in 2 anni, pari al 17% del totale della manovra. Ma il peso dei Comuni sulla spesa della pubblica amministrazione è dell’8%. È veramente difficile vedere una logica federalista in questo. È difficile vedere l’intenzione di rispettare la nostra autonomia”. Questo lo dice un amministratore del centrodestra che però, a differenza di Leoni, ha l’onestà intellettuale di dire che il governo sta mettendo in ginocchio i Comuni e quindi la qualità della vita di milioni di cittadini in tutto il Paese.
Quindi anche a Modena rischieremo i tagli severi ai servizi che ha preannunciato, con grande senso di responsabilità, il Sindaco Pighi. Un taglio stimato attorno ai 6 milioni il primo anno e ai 10 il secondo, significa dire addio a circa un quarto dei nostri investimenti: vuol dire rischiare meno piste ciclabili, meno parchi, meno scuole, oppure – se si lavora sul risparmio nella spesa corrente – meno polizia municipale, meno maestre, meno personale nelle residenze per anziani, etc. Ed è inutile invocare sprechi o cattive gestioni: Modena è un comune virtuoso (lo certifica lo stesso Sole 24 ore) che già da anni è costantemente impegnato nella razionalizzazione del bilancio. Ma certo non si può pensare di tagliare altri 15 milioni di euro in due anni, perché significa incidere nella carne viva della qualità dei servizi e degli investimenti che si fanno per i cittadini. Ma di fronte a tutto questo Leoni non trova di meglio che difendere il suo governo nazionale: a lui che i modenesi si trovino minori trasferimenti per 29 euro a testa (il primo anno, quasi il doppio il secondo) per colpa della incuria del governo sui temi della crisi, sembra una piccola cosa, non degna d’allarme. E non interessa neanche ai paladini del territorio della Lega. Modena paga per debiti non suoi: ma non importa. Questi signori che si stracciano le vesti se le tariffe aumentano di qualche euro a fronte di servizi di qualità, minimizzano ora le “mani nelle tasche” provocate dal loro governo. Vorrà dire che se – per assurdo – un giorno dovesse arrivare ai cittadini modenesi un bollettino da 29 euro a testa (non a famiglia, a testa), seguito da un altro da 45 euro l’anno dopo, non per servizi, ma per pagare la manovra voluta dal governo su una crisi che secondo Berlusconi non esisteva, sopra ci scriveremo: “Non preoccupatevi, Pighi esagera sempre, Leoni ha detto che non è niente».