Due locali, parte di altrettante unità immobiliari ai civici 1 e 4 di via Forlanini (corrispondenti a una casa colonica), sono stati posti sotto sequestro preventivo e probatorio dalla Polizia municipale, per violazione delle norme edilizie e urbanistiche: i locali (destinati a ingresso e ricovero attrezzi) erano stati adibiti a laboratorio tessile. Denunciati tre cittadini cinesi.
Ieri intorno alle 8,30, agenti della Polizia municipale – in collaborazione con personale del Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, del Servizio di igiene pubblica dell’Ausl e con personale della Direzione provinciale del lavoro di Reggio Emilia – hanno effettuato alcuni controlli per verificare la regolarità dell’utilizzo di locali, trovati poi abusivamente adibiti ad uso laboratorio tessile.
E’ stato accertato infatti che, all’interno della vecchia casa colonica di via Forlanini 4, di proprietà di un’anziana signora residente in città, alcuni locali, originariamente adibiti ad uso abitazione civile e ricovero attrezzi, erano stati trasformati in laboratori tessili, in violazione delle norme edilizie e urbanistiche.
I locali sequestrati, appartenenti a due distinte unità immobiliari, presentavano peraltro caratteristiche costruttive incompatibili con l’attività produttiva in quanto l’altezza dei solai era inferiore a quella prescritta.
Il controllo è stato eseguito prima nell’abitazione vera e propria, locata a un cittadino cinese – Q.J., anni 44 – dove, all’interno dei locali, originariamente adibiti ad “ingresso”, dell’ampiezza di circa 30 metri quadrati, erano state collocate 13 macchine per maglieria, scaffali con matasse di filo e deposito di semilavorati tessili.
Nel frangente veniva identificata anche M.L., cittadina cinese di 39 anni, che si è dichiarata titolare dell’attività artigianale esercitata all’interno del laboratorio tessile.
Il secondo controllo è avvenuto nello stesso edificio, all’interno 1, affittato ad altra persona di nazionalità cinese: S.Y., 34 anni.
In quest’ultimo locale, originariamente adibito a “ricovero attrezzi”, con una superficie di circa 67 metri quadrati, erano state collocate 15 macchine da maglieria, matasse di filo e scaffali contenenti semilavorati.
Al momento del controllo erano presenti diversi cittadini di nazionalità cinese, nessuno dei quali intento al lavoro, tutti regolari rispetto le norme sul soggiorno in Italia.
Per evitare che il reato di abuso edilizio venisse portato ad ulteriori conseguenze e allo scopo di acquisire ulteriori fonti di prova, il locali sono stati sottoposti a sequestro preventivo e probatorio. I tre cittadini cinesi sono stati deferiti all’autorità giudiziaria.