Per il tessuto regionale di micro e piccole imprese, il 2009 si è chiuso con un deciso rallentamento della caduta tendenziale del fatturato e con un miglioramento congiunturale rispetto al primo semestre dell’anno. Ad evidenziarlo sono i risultati della rilevazione effettuata sui bilanci di 5.040 piccole imprese (da 1 a 19 addetti) da TrendER, l’Osservatorio congiunturale regionale promosso da CNA Emilia Romagna e BCC e realizzato in collaborazione con Istat. La seconda metà del 2009 registra un ulteriore calo del fatturato complessivo, pari al -13,0 % rispetto allo stesso semestre del 2008; nella prima metà dell’anno, tuttavia, il fatturato era calato più velocemente (-20,1%). Rallenta dunque decisamente in corso d’anno la caduta del giro d’affari, il cui indice di livello passa da 87,6 nel primo semestre a 95,1 nel secondo. Rallenta anche la caduta della domanda estera (da -30,6% nel I semestre 2009 a -20,8% nel II) così come quella del fatturato per conto terzi (da -20,6% a -13,7%). La crisi dunque si allenta già alla fine del 2009 senza però configurarsi ancora come ripresa. Le imprese che esportano direttamente e quelle che lavorano per imprese che esportano, ne hanno risentito in maniera più marcata per la forza che nel corso del 2009 ha assunto l’euro e per il repentino ridimensionamento degli scambi commerciali con l’estero che si è registrato in corso d’anno (-23% per l’export regionale, -19,8% per l’import). Proprio tali condizioni sono notevolmente mutate nel corso della prima metà del 2010 e l’euro è divenuto assai meno forte nei confronti delle altre valute, mentre il commercio estero si è ripreso e non solo per effetto del più favorevole rapporto di cambio.
Secondo l’Istat, infatti, nel primo trimestre 2010 rispetto al corrispondente periodo del 2009, le esportazioni italiane sono aumentate del 9,2%, ma l’incremento è stato più forte nell’area della Unione Europea (+10,8%) che non verso i Paesi extra UE (+6,8%); allo stesso modo le importazioni (+12,2 %; Ue: +13,7%; extra Ue: +10,3%).
“Una situazione quella attuale – commenta Paolo Govoni Presidente di CNA Emilia Romagna – ancora molto difficile, sulla quale si impatterà la manovra finanziaria, sicuramente indispensabile per il rientro dei conti e per salvaguardare l’Euro dalla speculazione. I dati macroeconomici non sono buoni, ma migliori della media europea. Resta comunque il fatto che siamo tuttora dentro la crisi. E’ vero che si intravedono alcuni spiragli; tuttavia è indubitabile che, una manovra restrittiva in fase recessiva, può avere effetti involutivi soprattutto sulle piccole imprese – che sono il 97% del nostro sistema produttivo – se questa non è accompagnata da stimoli e azioni per lo sviluppo”.
Il rallentamento della crisi si è riflesso anche sugli investimenti e sulle dinamiche dei costi. “Da un lato si è arrestato il crollo degli investimenti – spiega Ilario Favaretto, docente di politica economica regionale all’Università di Urbino e coordinatore di TrendER – e così il profilo dell’indice degli investimenti è tornato a crescere; dall’altro, si attenua decisamente la caduta dell’indice della spesa per retribuzioni e rallenta anche la caduta della spesa per consumi (da -22,2% a -15,1%).
Queste voci di spesa costituiscono altrettanti indicatori dell’intensità di utilizzo dei fattori produttivi (il lavoro da un lato, l’energia per forza motrice, riscaldamento e illuminazione dall’altro) e ciò significa che dal primo al secondo semestre 2009 è rallentato il processo di riduzione dell’attività. Poichè il sistema regionale delle micro e piccole imprese è assai sensibile alle dinamiche della domanda globale, in particolare della domanda di produzioni e lavorazioni per conto terzi, di attrezzature e beni strumentali, è lecito attendersi che la ripresa del commercio estero dei primi mesi 2010 indurrà la ripresa a manifestarsi in modo più deciso anche per tale sistema”.