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Lavoro Bologna, Fiom: a rischio oltre 20mila posti nel settore metalmeccanico

Sono 20.132 i lavoratori, appartenenti da 559 aziende metalmeccaniche della provincia di Bologna, interessati dalla crisi economica secondo i dati aggiornati al 19 marzo scorso e presentati oggi sotto le Due Torri dal segretario provinciale della Fiom-Cgil Bologna Bruno Papignani. In particolare, i lavoratori in mobilità o in procinto di essere iscritti in queste liste sono 1.252 (appartenenti a 63 aziende) cui si aggiungono 537 (15 aziende coinvolte) per i quali la richiesta di mobilita’ e’ in corso.

I lavoratori interessati dalla cassa integrazione straordinaria, comprese le richieste in corso, sono addirittura 7.729 e provengono da 143 aziende diverse. Infine 17 le ditte che hanno addetti in contratto di solidarieta’ o che stanno per entrarvi, per un totale di 1.893 unità.

La situazione occupazionale, spiega Papignani commentando i dati, presenta “un’acutizzazione del fenomeno di crisi, fatta eccezione per qualche piccolo segnale di ripresa, su cui pesano però progetti di delocalizzazione e tentativi di assumere interinali, lasciando a casa i cassintigrati”. Non va meglio tra i metalmeccanici dell’artigianato che vede a rischio circa 3.000 lavoratori e che ha già visto stringere 1.500 accordi sindacali, coinvolgendo 400 aziende in difficoltà.

Ma a complicare ulteriormente le cose per il settore c’è anche la perduta unità sindacale e la sigla del contratto di lavoro separata. Su questo punto la Fiom di Bologna è pronta “a fare la propria parte”. “Da qui a maggio – prosegue Papignani – saremo in tutte le piazze e in tutti i mercati per raccogliere le firme necessarie per presentare al parlamento la proposta di legge sulla rappresentanza sindacale e contro gli accordi separati, lanciata a livello nazionale dalla Fiom”.

Nel bolognese l’obiettivo è raccogliere 5.000 firme, mentre a livello nazionale si punta alle 100 mila sottoscrizioni. “Per legittimare le firme abbiamo già fatto appello a tutte le istituzioni e a tutte le forze politiche – racconta il segretario Fiom – perchè ci servono dei certificatori e siamo pronti ad accogliere la disponibilita’ di tutti anche della Lega Nord”.

Non a caso è già stato chiesto un incontro agli amministratori locali, compreso il commissario di Bologna Anna Maria Cancellieri, e al segretario provinciale del Pd di Bologna Andrea De Maria che incontrerà la Fiom oggi pomeriggio. “Chiederemo alla Cgil di poter mettere un banchetto in piazza anche il primo maggio” prosegue il sindacalista, specificando che possono firmare solo i lavoratori italiani, ma che “anche gli stranieri potranno esprimersi, sottoscrivendo una petizione” di appoggio. Ma la battaglia della Fiom proseguirà soprattutto nei confronti di Federmeccanica e degli imprenditori.

“Nel mese di aprile apriremo il contenzioso legale sulla non applicabilità dell’art. 28: entro l’estate, prevediamo una decina di casi” – annuncia Papignani, in relazione all’applicazione del contratto separato dei metalmeccanici dell’ottobre 2009 – firmato da Cisl, Uil e Ugl ma non dalla Cgil,e dunque dalla Fiom – che ne ha riconosciuto solo la parte economica ma non normativa, ritenendo ancora valide le vecchie regole. Seicento le lettere di diffida inviate in questi mesi alle aziende del bolognese in merito all’applicazione del contratto separato, sempre in relazione alla parte normativa: “Le risposte – spiega Papignani – sono state 122: di queste, 21 riportano una formulazione ambigua spiegando che viene applicata solo la parte economica, 5 dicono di applicare il contratto del 2008, e in questo caso verrà fatta una verifica sulla parte economica: altre danno spiegazioni diverse”.

Alle lettere di diffida, spiega ancora il segretario locale della Fiom , ne seguiranno altre con ulteriori richieste di chiarimenti e di spiegazioni in fabbrica; poi – eventualmente – sarà la volta della via legale.
















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