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Modena, Biotestamento comunale? Torrini (UdC): inefficace e strumentale

Perché non ha validità giuridica

1. In mancanza di una normativa nazionale che le regoli, nessun medico è tenuto a rispettare le dichiarazioni di un cittadino italiano sull’accettazione o meno di future terapie, anche se messe per iscritto e firmate davanti a un pubblico ufficiale, sia esso un notaio o un dipendente comunale. In altri termini, se non lo prevede una legge nazionale, il testamento biologico non esiste.

L’amministrazione comunale, come è noto, non ha potere legislativo, e non può certamente sostituirsi al parlamento nazionale per stabilire forme e modalità per un particolare consenso informato – perché di questo si tratta, sia che si chiami testamento biologico che dichiarazioni anticipate di trattamento. Ed è ovvio che un consenso informato non può essere normato da una delibera del consiglio comunale.

2. Non esistendo una legge a riguardo, non è possibile nominare un «fiduciario » tramite una delibera del consiglio comunale, come invece prevede la proposta all’attenzione del Consiglio Comunale di Modena. La figura del «fiduciario del testamento biologico», per la legge italiana, non esiste, ed inserirla per delibera in una modulistica apposita predisposta dall’amministrazione comunale non ha alcun significato: nessuno è tenuto a prendere in considerazione le dichiarazioni di un «fiduciario» nominato in questo modo. Una figura analoga, che secondo alcune interpretazioni potrebbe svolgere tale compito, potrebbe essere quella dell’amministratore di sostegno, per nominare il quale però è necessario rivolgersi ad un giudice tutelare che ritiene possibile utilizzare tale figura giuridica, e che deve comunque firmare un decreto ad hoc in cui è espressamente prevista la possibilità, per l’amministratore designato, di occuparsi della salute personale del suo assistito.

Problemi di realizzazione

3. Un servizio come un registro dei testamenti biologici deve essere di tipo h24, cioè disponibile 24 ore su 24, se vero servizio vuole essere: chi redige il testamento biologico deve sempre essere in grado di modificare le sue volontà, e comunque tale registro deve essere disponibile per i medici curanti in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi giorno, festivi compresi, poiché, ovviamente, nessuno può prevedere il momento in cui può rendersi necessario consultarlo.

4. Un servizio come il registro dei testamenti biologici deve essere disponibile sull’intero territorio nazionale: in caso di incidente o malattia improvvisa al di fuori del comune di residenza della persona che ha depositato il proprio testamento biologico, deve poter essere immediatamente accessibile da qualsiasi struttura sanitaria italiana, altrimenti il servizio non è fruibile.

5. Esiste poi un problema legato alla revoca, totale, o parziale, o la sostituzione del presunto «fiduciario»: che forma deve avere per avere una validità giuridica, anche volendo ragionare per assurdo, come se la delibera comunale avesse validità?

6. Bisogna chiarire cosa accade se chi ha redatto tale testamento poi cambia residenza e si trasferisce in un comune in cui lo stesso registro non è istituito, oppure lo è in modalità differenti. In altre parole, la difformità sul territorio di testamenti biologici, qualora fossero redatti a livello comunale, rende inapplicabile nei fatti anche quello che si vorrebbe introdurre forzatamente.

Quantificazione delle spese

7. Per realizzare i punti 3, 4 è necessario che l’amministrazione comunale predisponga un preventivo di spesa per il servizio h24, e una rete informatica accessibile sull’intero territorio nazionale. È poi necessario individuare all’interno dell’amministrazione il personale dedicato. Ovvero per fare una cosa seria, ragionando sempre per assurdo, occorrerebbero ben più di 20.000 € all’anno…

Riteniamo doveroso che questa amministrazione si impegni a offrire servizi effettivi, che rispondano ad esigen¬ze reali e soprattutto che siano concretamente realizzabili sul territorio. In caso contrario, se cioè l’amministrazione comunale non fosse in grado di rispondere in modo soddisfacente alle obiezioni sopra enunciate, allora sarebbe doveroso rinunciare all’istituzione di tale registro, a meno di non dichiararne espressamente lo scopo che non è quello di offrire un servizio al cittadino, ma quello di pressione politica sul governo nazionale, al di fuori del rispetto del principio di legalità, di strumentalizzazione elettorale in vista delle regionali, per accattivarsi le simpatie del mondo radicale e anticlericale e, temiamo, preparare un terreno fertile su cui iniziare a propagandare, nei prossimi anni, la medicina dell’eutanasia per una “dolce morte”, come estrema pietas nei confronti delle persone sofferenti.

(Davide Torrini Capogruppo)
















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