Una nuova imponente opera idraulica a servizio dell’area nord della città e in particolare delle zone di Mancasale e villa Sesso, realizzata dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale, in accordo con il Comune di Reggio ed Enìa, va a sanare la situazione di raccolta e scolo delle acque cittadine, alleviando i disagi che si verificano nell’area in occasione di ingenti precipitazioni.
“Con questo intervento, il più importante degli ultimi decenni, il Consorzio di Bonifica porta in dono al Comune di Reggio un’opera che non potevamo più attendere” dice Paolo Gandolfi, assessore a Mobilità, lavori pubblici e infrastrutture del Comune di Reggio Emilia, nel presentare alla stampa un intervento che ha richiesto 300 giorni ininterrotti di lavori e un milione e 140 mila euro di investimento, cofinanziati dal Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare e dallo stesso Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale.
“Solitamente i cittadini chiedono interventi relativi a opere maggiormente visibili, come le infrastrutture viarie, ma gli interventi legati al deflusso delle acque non sono certo meno importanti, soprattutto in aree edificate, dove il territorio non è in grado di autoregolarsi. Quest’opera ad esempio – prosegue Gandolfi – permetterà di risolvere i ricorrenti problemi di sicurezza idraulica dell’area di Mancasale, villa Sesso e della zona nord della città, perché i canali esistenti, in condizioni di copiose precipitazioni, non erano più in grado di far fronte alle esigenze di raccolta, deflusso e smaltimento delle acque meteoriche”.
Una cassa d’espansione a Mancasale
“In accordo con Comune di Reggio Emilia ed Enìa – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – siamo intervenuti attuando in particolare la messa in sicurezza delle aree urbane poste a Nord della città, tra cui l’area industriale di Mancasale e la frazione di Sesso”.
Entra nel dettaglio Pietro Torri, dirigente del Consorzio: “A nord di Mancasale, in adiacenza al Canalazzo Tassone, è stata realizzata una cassa d’espansione dove possono essere temporaneamente convogliate le acque di piena che, diversamente, causerebbero allagamenti diffusi. Questa che presentiamo oggi a servizio del Cavo San Michele, affluente del più importante Cavo Bondeno, è capace di abbattere il colmo di piena di questo reticolo idraulico di bonifica, mediante lo stoccaggio temporaneo di 40.500 metri cubi d’acqua piovana. In pratica è stata realizzata un’area depressa capace di accogliere le acque superficiali in eccesso provenienti sia dalle aree urbane limitrofe di Mancasale e Sesso, sia dal centro della città mediante il canale in terra precedentemente realizzato dal Comune di Reggio Emilia in parallelo alla nuova tangenziale per Bagnolo in Piano”.
Una nuova zona umida alle porte della città? “Sì – prosegue Torri – L’opera realizzata ha inoltre un valore ambientale molto elevato perché la zona umida creatasi all’interno della cassa d’espansione permetterà lo sviluppo dell’habitat naturale tipico della pianura padana antecedente la bonifica a fini agricoli del territorio avvenuta negli anni trenta del secolo scorso”.
Una città che cambia
“La superficie urbana di Reggio, nel corso dell’ultimo secolo è più che decuplicata – rileva Vito Fiordaligi, direttore dell’ente consortile – Lo dimostrano le cartografie storiche confrontate alle attuali foto aeree. A Reggio città la popolazione è salita di trentamila unità in soli tre decenni. Piccoli insediamenti periferici di dimensioni ridotte, ora sono veri agglomerati urbani”.
Quindi? “Tutto questo – prosegue Fiordaligi – ha stravolto il sistema di smaltimento delle acque di pioggia concepito nella prima metà del secolo scorso per un territorio prevalentemente agricolo. In particolare lo sviluppo consistente delle aree urbanizzate, in condizioni di ingenti precipitazioni, ha portato ad un aumento significativo delle portate afferenti ai canali di bonifica esistenti ed alla possibile esondazione delle acque in caso di forti piogge”.
Una città che cambia: quali le ulteriori esigenze? “I lavori eseguiti sono, innanzitutto, una prima importante risposta alle criticità idrauliche dell’area Nord e scaturiscono da una costante ed attiva collaborazione con il Comune di Reggio Emilia ed Enìa per la completa messa in sicurezza di un territorio che dalla città arriva sino al canale Bondeno e che, di riflesso, migliora anche lo smaltimento delle acque meteoriche del comune di Cadelbosco Sopra ed il rischio di allagamenti nel territorio del comune di Novellara”.
***
Allagamenti scongiurati con 18 mesi di lavoro
Progetto di adeguamento della rete di scolo di bonifica del Cavo Bondeno ed afferenti
A SERVIZIO DI CHI SI INTERVIENE
Le zone servite dall’intervento sono le aree urbane, industriali e agricole tra Reggio Emilia, Bagnolo, Cadelbosco e Novellara per un bacino scolante complessivo di 83 chilometri quadrati.
PERCHÉ SI È INTERVENUTI
Per l’insufficienza idraulica dei cavi Pistarina e Dugale San Michele (i canali che scolano le acque da questo territorio) a causa di nuove aree industriali ed artigianali tra Mancasale e Reggio di 41 ha, condizione che comporta maggiori velocità di scorrimento delle acque meteoriche; alle previste immissioni dal depuratore gestito da Enìa (che raccoglie le portate nere e/o diluite di tutto l’insediamento produttivo di Mancasale, i reflui di gran parte dell’area urbana del comune di Reggio Emilia) dei reflui trattati a fini irrigui; al riassetto fognario dell’area di Sesso ed al nuovo scolmatore fognario di via Filangeri che apporteranno ulteriori quantitativi di acque. Con l’esecuzione delle opere previste si ridurranno drasticamente i rischi di allagamento, in condizioni di pioggia intensa, dell’area industriale di Mancasale e dell’abitato di Reggio Emilia afferenti al Cavo Pistarina ed al Dugale San Michele, oltre che delle aree agricole ed urbane a valle (Bagnolo, Novellara).
LE OPERE REALIZZATE
• Adeguamento, mediante la ricostruzione dei manufatti di attraversamento con sezione idraulica insufficiente, del tratto di Cavo Pistarina da Mancasale alla confluenza del nuovo cavo di scolo lungo la tangenziale Reggio-Bagnolo
• Adeguamento, mediante ampliamento della sezione idraulica e ricostruzione dei manufatti di attraversamento con sezione idraulica insufficiente, del tratto di Cavo Pistarina dalla confluenza del nuovo cavo di scolo lungo la tangenziale Reggio-Bagnolo sino all’immissione nel Dugale San Michele
• Ampliamento della cassa d’espansione esistente in corrispondenza del Canalazzo Tassone.
• Realizzazione (mediante il finanziamento di un successivo stralcio funzionale) di un impianto idrovoro per il sollevamento e convogliamento di parte della portata di piena nel torrente Canalazzo Tassone.
CHI HA REALIZZATO IL PROGETTO
Il progetto è stato redatto dal Consorzio dell’Emilia Centrale (ex Bonifica Parmigiana Moglia Secchia) di Reggio Emilia. Su richiesta congiunta del medesimo Consorzio, della Provincia e del Comune di Reggio Emilia è stato incluso dal Ministero dell’Ambiente nel Piano Strategico Nazionale per il rischio idrogeologico previsto dalla legge finanziaria 2006.
COSTI DEL PROGETTO ED ESECUTORI
Sono stati investi 1.140.000 euro di cui: 1.000.000 a carico del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio ed 140.000 a carico del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale che ha provveduto, sulla base di una convenzione con il Comune di Reggio Emilia, alla realizzazione delle opere nonché alla loro successiva gestione e manutenzione.
TEMPI DI REALIZZAZIONE
Diciotto mesi