Ancora in crescita la popolazione studentesca dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che anche nell’anno accademico 2009-2010 mette a segno un più che lusinghiero incremento delle immatricolazioni che si traduce in un aumento degli iscritti complessivi frequentanti i corsi di laurea dell’Ateneo.
A trascinare verso l’alto le performance raggiunte sono soprattutto le immatricolazioni di neodiplomati, ovvero di studenti iscritti per la prima volta al sistema universitario italiano, che quest’anno sono stati 482 in più (+ 13,01%) rispetto al 2008-2009. Le neo matricole, infatti, al 31 gennaio 2010 risultavano 4.187 contro 3.705, cui ci si era fermati l’anno precedente.
“Il risultato conseguito dal nostro Ateneo – commenta il Rettore prof. Aldo Tomasi – acquista ancora più valore se consideriamo che a livello nazionale secondo le rilevazioni del MIUR al 30 novembre 2009 siamo in presenza di un ulteriore diminuizione delle immatricolazioni nell’anno accademico 2009-2010 pari al – 2,39%. Poche Università, generaliste e della nostra dimensione, sono riuscite a fare meglio”.
Complessivamente il numero di iscritti al primo anno di uno dei corsi di laurea che compongono l’offerta formativa (79 corsi) dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – se si tiene conto anche delle specialistiche/magistrali (biennali) e dei trasferimenti – sono 6.177 a fronte dei 5.679 registrati alla stessa data l’anno prima, che corrispondono ad un aumento di 498 unità (+ 8,77%).
Decisamente positivo anche il risultato generale per quanto riguarda il corpo degli iscritti ai vari anni dei corsi di laurea che sono (sempre alla data del 31 gennaio) 19.309, quasi un migliaio (961) in più in confronto all’anno scorso (+ 5,24%).
“Se a questo numero si vanno a sommare gli iscritti alle scuole di specializzazione, ai corsi perfezionamento, ai master ed alle scuole di dottorato – fa presente il Rettore prof. Aldo Tomasi – possiamo stimare che la popolazione studentesca tra Modena e Reggio Emilia superi ormai stabilmente i 20.000 iscritti e questo è un risultato ottenuto anche grazie alla revisione dell’offerta formativa che ha comportato, da un lato, una riduzione dei corsi di laurea ma anche una contemporanea tensione verso l’innalzamento della qualità della didattica con un maggiore impegno da parte dei docenti e ricercatori nonostante i sacrifici in termini di nuove assunzioni. Queste scelte sono state, evidentemente, comprese e premiate dagli studenti e dalle loro famiglie”.
La distribuzione tra le sedi
A livello di territori (Modena e Reggio Emilia) si assiste ad un forte recupero della sede di Reggio Emilia, che vede incrementare il numero delle matricole di un sorprendente + 24,19% passando da 908 a 1.127. Mentre Modena si accontenta – per così dire – di un + 9,40%, che comunque significa il superamento per la prima volta della soglia delle tremila matricole (3.060).
Ancora più marcato l’incremento messo a segno da Reggio Emilia tra gli iscritti al primo anno di corso (considerando anche le biennali ed eventuali trasferimenti) che equivale ad un + 26,06%, contro un + 2,41% di Modena. In termini assoluti gli iscritti al primo anno a Modena sono 4.252 e a Reggio Emilia 1.926, ovvero poco meno di un terzo (31,16%) del totale.
Per quanto riguarda il confronto tra le due sedi si nota che la sede di Reggio Emilia ha evidenziato, rispetto a quella di Modena, una migliore capacità nell’attrarre studenti in trasferimento da altre sedi sia sul primo livello sia sul livello delle lauree magistrali. L’ottimo risultato si conferma anche nel confronto tra aumentata attrattività di neo-matricole e attrattività di trasferimenti o di iscritti alle magistrali. Infatti contro un aumento di 398 iscritti in più al primo anno per la sede di Reggio Emilia (219 neo-matricole in più e un incremento percentuale di oltre il 26%) la sede di Modena presenta 100 iscritti in più (263 neo-matricole e un incremento percentuale del 2,4%).
“Questo dato – sottolinea il Rettore prof. Aldo Tomasi – conferma, nonostante alcune perplessità che si sono manifestate sul piano locale per alcune sofferte decisioni di accorpamenti di corsi di laurea, la bontà e la assoluta buona fede delle scelte operate da me e dai colleghi del Senato Accademico improntate alla volontà di perseguire un rapporto più equilibrato nel peso delle due sedi. In prospettiva questo dato consentirà di recuperare l’obiettivo di raggiungere un rapporto tra Modena e Reggio Emilia di 2 a 1 iscritti”.
Nel complesso ora la popolazione studentesca dei corsi di laurea è di 13.946 iscritti a Modena (+ 3,76%) e di 5.363 iscritti a Reggio Emilia (+ 9,29%).
La distribuzione tra le facoltà
Ben 9 facoltà su 12 registrano valori di incremento positivi a livello di immatricolazioni ai corsi di primo livello ed ai corsi specialistici o magistrali a ciclo unico (Agraria, Bioscienze e Biotecnologie, Farmacia, Giurisprudenza, Ingegneria di Modena e Ingegneria di Reggio Emilia, Lettere e Filosofia, Scienze della Comunicazione e dell’Economia e Scienze della Formazione), una facoltà valori stazionari (Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali) e 2 facoltà valori negativi (Economia e Medicina e Chirurgia).
A questo proposito si deve far presente per quanto riguarda Medicina e Chirurgia, che ha solo corsi di laurea a numero chiuso, che il segno meno ha un valore puramente statistico, poiché tutti i posti disponibili sono stati assegnati e coperti. Il relativo calo nel numero dei neodiplomati di quest’anno (- 0,92%) è esclusivamente dovuto al fatto che un maggior numero di posti assegnati per concorso sono stati appannaggio di studenti precedentemente iscritti ad altri corsi di laurea.
Relativamente alla situazione di Economia va notato che l’introduzione per la prima volta del test di ammissione obbligatorio e del numero programmato a tutti e 3 i corsi di laurea triennali della facoltà ha avuto certamente un effetto non solo di selezione, ma anche di riequilibrio e spostamento di studenti, indirizzatisi verso altre opzioni di studio.
La performance più brillante in termini percentuali è stata messa e segno dalla facoltà di Agraria (+ 61,10%), che dopo i lusinghieri giudizi raccolti nelle classifiche qualitative nazionali, si vede premiata anche a livello di consenso tra gli studenti. Al secondo posto si piazza la facoltà di Farmacia (+ 53,67%) ed al terzo quella di Lettere e Filosofia (+ 37,07%), seguita da vicino da Scienze della Comunicazione e dell’Economia (+ 34,13%), la sola a proporre corsi di laurea triennali nella doppia modalità in presenza e FAD (Formazione A Distanza). Sopra la media d’Ateneo anche la facoltà di Scienze della Formazione (+ 28,17%), nonostante la riduzione dei corsi di laurea, Bioscienze e Biotecnologie (+ 25,73%), Giurisprudenza (+ 22,27%), che pure ha ridotto il numero delle lauree di primo livello, ed Ingegneria di Reggio Emilia (+ 19,84%), passata nelle triennali da 3 a 2 corsi di laurea. Segno più anche per Ingegneria di Modena (+ 6,88%), passata da un’offerta di 7 corsi di laurea triennali a 5. In termini assoluti sono state le facoltà di Scienze della Comunicazione e dell’Economia (+114) e quelle di Farmacia (+95) e di Giurisprudenza (+94) seguite da Lettere e Filosofia (+76) e di Bioscienze (+70) a presentare i maggiori incrementi in termini di neo-matricole.
Allargando lo sguardo su quanto accade per gli iscritti al primo anno per la generalità dei corsi di laurea (comprese quindi le lauree biennali specialistiche o magistrali) le facoltà che possono vantare un risultato percentuale migliore della media d’Ateneo sono 10 su 12, con in testa ancora una volta Agraria (+ 67,69%), che precede Farmacia (+ 51,27%) e Scienze della Comunicazione e dell’Economia (+ 30,72%) e otto di esse si collocano sopra la media: oltre a quelle citate troviamo Scienze della Formazione (+ 22,41%), Bioscienze e Biotecnologie (+ 18,16%), Ingegneria Reggio Emilia (+ 11,96%), Ingegneria Modena (+ 10,08%), Lettere e Filosofia (+ 9,07%). Particolarmente positivo, perché segna una recupero degli studi scientifici di base, il risultato della facoltà di Scienze Matematiche, fisiche, Naturali che grazie alle nuove magistrali (biennali) sale del + 7,72%.
Osservando, invece, l’andamento generale delle iscrizioni ben 11 facoltà su 12 avanzano. Unica eccezione, per la nota decisione di selezionare con test obbligatori l’ammissione ai corsi di laurea sia triennali che specialistici, la facoltà di Economia (- 4,05%). In questo caso gli incrementi maggiori e sopra la media d’Ateneo riguardano nell’ordine Agraria (+ 52,70%), Bioscienze e Biotecnologie (+ 15,83%), Farmacia (+ 13,54%), Scienze della Comunicazione e dell’Economia (+ 13,45%), Scienze della Formazione (+ 9,03%), Ingegneria Modena (+ 7,19%).
“L’offerta formativa del 2009-2010 è frutto di un lavoro intenso da parte di tutte le facoltà dell’Ateneo – afferma il prof. Tommaso Minerva, Delegato del Rettore per la Didattica – che hanno interpretato lo spirito dei nuovi ordinamenti degli studi nel modo migliore e nel segno di un miglioramento della qualità della didattica. La riorganizzazione dei corsi di laurea (triennali e magistrali) ha portato, dal punto di vista quantitativo, ad una riduzione da 89 a 79 corsi di laurea e questo aveva generato non pochi dubbi e perplessità sulla capacità di mantenere elevato il livello di attrattività del nostro Ateneo. I risultati dimostrano il contrario. I corsi diminuiscono ma gli studenti aumentano e questo era uno degli obiettivi che l’Ateneo si era posto con la nuova riorganizzazione sintomo di una migliorata capacità di diversificare l’offerta e di intercettare i bisogni degli studenti e delle famiglie”.
La provenienza geografica
Disaggregando i dati delle immatricolazioni secondo la provenienza geografica si vede che in generale cresce il peso della influenza territoriale (+ 1,89%), con Modena (49,49% delle nuove matricole) e Reggio Emilia (20,80%) che fanno la parte del leone. Se consideriamo anche l’ambito regionale (5,60%) si deve notare che l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, a differenza degli altri Atenei emiliano-romagnoli, ha un bacino di reclutamento pressoché regionale: oltre 3 immatricolati su 4 sono espressione della Regione Emilia Romagna.
Scende, invece, (- 2,87%) in termini assoluti il numero delle matricole provenienti da fuori regione (in assoluto 736 contro le 764 dell’anno precedente), mentre aumenta – anche per effetto di tanti studenti stranieri con doppia nazionalità – il numero degli stranieri, che sono passati da 215 a 275 (+ 0,81%).
Le facoltà più attrattive per le matricole fuori regione e straniere sono Scienze della Comunicazione e dell’Economia (che ha rispettivamente 33,04% da altre regioni ed il 6,03% di stranieri), Bioscienze e Biotecnologie (con nell’ordine 35,19% di fuori regione e 2, 35% di stranieri), Farmacia (24,26% di fuori regione e 11,03% di stranieri) e Medicina e Chirurgia (con 25,57% di fuori regione e 5,25% di stranieri).
A livello generale di Ateneo la composizione odierna degli iscritti all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia è fatta da un 45,33% di modenesi, un 20,48% di reggiani, un 6,93% di altri emiliano-romagnoli, di un 22,28% di provenienti da altre regioni e da un 4,98% di stranieri.
“Il nostro Ateneo e le nostre città – continua il prof. Tommaso Minerva – hanno ancora margini di miglioramento sul piano della attrattività da fuori regione o dall’estero. E’ su questa convinzione che Ateneo e città devono continuare a lavorare insieme nei prossimi anni. L’attrattività, infatti, si basa non solo sulla qualità dell’Ateneo ma anche sui servizi che le città mettono a disposizione della comunità studentesca a cominciare dagli alloggi per finire ai trasporti ed alle opportunità di aggregazione. Inoltre, se il livello triennale pesca soprattutto a livello locale è sul livello delle lauree magistrali che si devono spendere le specificità per aumentare la mobilità studentesca ed intercettare studenti che provengono da altre sedi universitarie. Inoltre, se guardiamo i dati per sede notiamo anche una tendenza al riequilibrio tra la sede di Modena e quella di Reggio Emilia con una maggiore specificità di quest’ultima ad attrarre studenti in trasferimento da altre sedi o da fuori regione sia sul livello delle lauree triennali sia su quello delle lauree magistrali”.
La composizione per genere
Analizzando la composizione per genere delle matricole iscrittesi per la prima volta quest’anno non si registrano significative differenze rispetto all’anno scorso, se non che le donne accentuano il loro peso maggioritario, passando dal 52,49% del anno accademico 2008-2009 al 53,61% di quest’anno. La facoltà a maggior vocazione femminile è Scienze della Formazione (93,19%), seguita da Lettere e Filosofia (83,63%), da Farmacia (77,20%) e da Bioscienze e Biotecnologie (66,27%).
I coetanei maschi sono in maggioranza, invece, a Ingegneria Modena (84,00%), Ingegneria Reggio Emilia (74,18%), Agraria (60,30%), Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali (58,88%), Giurisprudenza (56,76%) ed Economia (50,71%), dove per la prima volta hanno preso il sopravvento sulla parte di universo femminile.
In conclusione l’auspicio del Rettore è che prosegua questo processo di continuo miglioramento dell’offerta formativa anche all’insegna di un radicamento con il territorio e di una sempre più forte collaborazione con le istituzioni locali.
“Credo in generale – commenta il Rettore prof. Aldo Tomasi – che vada accolta con soddisfazione la costante e continua crescita del nostro Ateneo, aumentato non solo numericamente ma anche nel prestigio nazionale ed internazionale per la eccellenza della sua didattica e della ricerca che sa esprimere. Oltre 2.900 neodiplomati modenesi e reggiani su circa 6.500 che hanno conseguito l’anno scorso la maturità tra Modena e Reggio Emilia hanno scelto di iscriversi al nostro Ateneo. Questo testimonia un forte radicamento col territorio e la bontà di un’offerta ritagliata su avvertite esigenze culturali dei nostri giovani e su competenze effettivamente richieste dal sistema socio-economico locale. Stentiamo, nonostante tutti le indagini qualitative sul sistema universitario italiano ci collochino permanentemente ai vertici, a vedere riconosciuti questi meriti da parte degli studenti fuori regione. Ciò, probabilmente, prescinde dalle nostre responsabilità, ma dipende dalla percezione che tanti di essi hanno delle nostre città e da un salto qualitativo che deve essere compiuto a tutti i livelli istituzionali e non per accompagnare sul piano dei servizi e dell’accoglienza gli sforzi fatti in questi anni dall’Ateneo per dare a Modena ed a Reggio Emilia un’università veramente competitiva”.