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Al Teatro Herberia di Rubiera si chiude la rassegna ‘Domenica a Teatro’

Domenica 28 febbraio 2010 alle ore 17 al Teatro Herberia di Rubiera si chiude la rassegna Domenica a Teatro ideata dalla Corte Ospitale, con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Rubiera, con lo spettacolo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, dall’omonimo racconto di Luis Sepùlveda.

Fortunata produzione della Piccionaia – I Carrara, drammaturgia Carlo Presotto e Titino Carrara, con Carlo Presotto, Giorgia Antonelli, Matteo Balbo, regia Titino Carrara, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare ha partecipato alle principali rassegne nazionali, vincendo il primo premio della giuria dei bambini L’uccellino azzurro a Molfetta nel 1999, nell’ambito del Festival “Ti fiabo e ti racconto”, confermandosi come uno tra gli spettacoli più richiesti ed applauditi.

La messinscena è liberamente tratta dal noto racconto di Luis Sepùlveda e, attraverso il tele-racconto, ne rievoca l’atmosfera portando sul palcoscenico i personaggi della storia: la gabbiana Kengah, il burbero Zorba, il saccente Diderot, Fortunata, il dispettoso Mattia e i perfidi topi.

Sul palco si snoda l’avventura di questi animali, ormai a tutti familiari; a tratti l’io narrante diviene l’occhio di una telecamera a circuito chiuso, che, giocando con piccoli oggetti comuni, inventa personaggi e situazioni proiettandoli su un grande schermo posizionato sul fondo della scena.

La televisione diventa elemento attivo della storia: grazie all’abilità degli interpreti che interagiscono con lei si modifica il rapporto con il reale e si perde la coincidenza tra l’essere e l’apparire, a sottolineare che ogni cosa può essere diversa: una penna d’oca può diventare un gabbiano, una goccia d’inchiostro un mare di petrolio, un gomitolo di lana un gatto curioso.

I temi cari allo scrittore cileno sono affrontati con leggerezza e ironia, il suo messaggio di speranza è affidato alla narrazione e alle immagini, con l’intento di far rinascere nello spettatore il coraggio di superare i limiti e le paure, perché come la storia insegna, “vola solo chi osa farlo”.

















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