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Bologna: appoggio del Consiglio provinciale alla legge regionale per la parità di accesso ai servizi

Il Consiglio provinciale, nella seduta di ieri pomeriggio, ha discusso e votato tre diversi ordini del giorno sull’articolo della legge Finanziaria della Regione Emilia-Romagna (approvata a novembre 2009) che tratta la parità di accesso ai servizi. Solo il testo presentato da Pd, Idv, Pdci/Prc è stato approvato dall’assemblea con 17 voti a favore (Pd, Idv, Pdci/Prc), 2 astenuti (Maenza e Guidotti del Pdl) e 8 contrari (Pdl, Lega e Udc).

Con il documento della maggioranza il Consiglio condivide nello specifico la “scelta della Regione Emilia-Romagna di rafforzare il sistema universalistico del welfare attraverso il contrasto di possibili pratiche discriminatorie nell’accesso ai servizi che lederebbero le persone nei loro diritti e nella loro dignità”.

La questione dibattuta in aula si riferiva in particolare al comma 3 dell’art. 48 della legge regionale che cita: “i diritti generati dalla legislazione regionale nell’accesso ai servizi, alle azioni e agli interventi, si applicano alle singole persone, alle famiglie e alle forme di convivenza di cui all’art 4 del Dpr 223 del 30 maggio 1989” (agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso comune).

L’ordine del giorno approvato si conclude con l’auspicio che “da parte del Governo ci sia una maggiore attenzione nei confronti delle politiche sociali” e riconosce inoltre “la necessità che si continuino a promuovere e ad implementare politiche attive ed azioni di sostegno alla famiglia (art. 31 della Costituzione)”.

Dei due ordini del giorno respinti, quello proposto dal gruppo Udc chiedeva, tra l’altro, “alla Giunta regionale l’immediato ritiro delle proposte in tema di equiparazione tra famiglia costituzionalmente intesa ed ogni altro tipo di convivenza”; quello di Pdl e Lega Nord auspicava che il comma 3 dell’articolo 48 venisse “riscritto e modificato riconoscendo nell’accesso al welfare una via privilegiata per la famiglia, che è soggetto obbligato dal nostro codice civile, attraverso vincoli di solidarietà, ad effettuare azioni di vera e propria tutela sociale”.

















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