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Il Quality Center Network per il distretto biomedicale

Un casco con un dispositivo per affrontare l’insufficienza respiratoria acuta. Nuovi cateteri in grado di ridurre il rischio di infezioni ma anche cosmetici innovativi. Strumenti per la dialisi peritoneale e dispositivi per curare le ulcere in pazienti assistiti a domicilio. Sono queste alcune delle sperimentazioni concluse nei primi due anni di attività del Quality Center Network per il distretto biomedicale dell’Area nord grazie alla collaborazione tra strutture sanitarie e imprese del settore.

«Il bilancio di questi due anni è assolutamente positivo – spiega l’assessore provinciale alle Politiche economiche e Innovazione Palma Costi – visto che il Quality Center Network ha raggiunto tutti gli obiettivi fissati e ha consentito il rafforzamento della collaborazione tra le aziende del settore, i laboratori e le Aziende sanitarie, giocando un ruolo fondamentale lungo la strada dell’innovazione. È attivando tutte le risorse del territorio – prosegue l’assessore – che possiamo affrontare al meglio la competizione internazionale e aprire una nuova stagione di sviluppo».

Il Quality Center Network è nato come braccio operativo da un accordo rinnovato nel luglio 2007 tra Provincia di Modena, Unione dei Comuni modenesi dell’Area nord, Aziende sanitarie, Università di Modena e Reggio Emilia, associazioni imprenditoriali e Democenter-Sipe. Nell’ultimo anno grazie a questa rete sono stati realizzati quattro seminari tecnici e sperimentazioni cliniche, precliniche e validazione del prodotto con cinque aziende del territorio. E ancora, sono stati attivati tavoli tecnici tra medici, professori universitari e imprese, ai quali hanno partecipato ben 25 aziende del distretto, per sviluppare idee per la creazione di nuovi prodotti.

«Il Quality Center Network – afferma ancora l’assessore Costi – non solo ha contribuito a rafforzare la collaborazione tra imprese e Sanità provinciale, ma ha messo in evidenza il reciproco interesse derivante dal lavoro collegiale» tanto che la Sanità modenese e l’Università hanno incrementato fortemente la propria offerta di laboratori disponibili alle imprese, come nel caso del Cell-Lab “Paolo Buffa” per le colture cellulari e dello Stabulario che rende possibili le sperimentazioni precliniche sui dispositivi medici in vitro e in vivo sull’animale. «La Provincia – conclude Costi – si è impegnata ad allargare il confronto anche alla Sanità regionale, il cui coinvolgimento è necessario per migliorare ulteriormente il raccordo tra le imprese e le esigenze sanitarie».

















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