L’onorevole Manuela Ghizzoni attacca la decisione di avviare già da settembre la riforma Gelmini: “Per i ragazzi meno offerta formativa, nessuna innovazione didattica e laboratori”.
Il CdM ha premuto l’acceleratore sull’avvio della “controriforma” Gelmini che entrerà in vigore già dal settembre prossimo, travolgendo la richiesta di rinvio di un anno avanzata con forza dal mondo della scuola, dall’opposizione e in particolare dal PD. Un rinvio chiesto a ragione, perpoter mettere mano alle moltissime criticità contenute nel progetto del Governo, per consentire a studenti e famiglie di scegliere sulla base di informazioni certe il percorso di studi superiori e per concedere alleistituzioni coinvolte il tempo adeguato per adempiere agli atti dovuti -quali la predisposizione degli organici – così da consentire un serenoavvio del prossimo anno scolastico. l'”epocale riforma Gelmini” garantisceai nostri adolescenti meno ore, meno offerta formativa, meno discipline, meno attività di laboratorio, zero euro per l’innovazione didattica e laformazione docenti. In due parole, garantisce “meno futuro”, soprattutto perché il riordino enfatizza la gerarchia sociale e gentialiana del saperfare sottoposto al sapere, e separa nettamente i percorsi di istruzione, senza peraltro garantire a tutti i ragazzi entro l’età dell’obbligo di istruzione, i saperi e le competenze necessarie per affrontare con consapevolezza e adeguati strumenti l’età adulta. Chi avrà mezzi accederà al liceo, chi non se lo potrà permettere dovrà accontentarsi degli istituti tecnici e professionali. E così, nell’età della conoscenza e della tecnologia, il governo italiano nega all’istruzione tecnica la dignità di un percorso che consente di conseguire i diritti di cittadinanza, come invece accade al percorso liceale.
Attendiamo i testi ufficiali per conoscere e valutare quali delle tante richieste di cambiamenti suggerite da docenti, studenti e esperti e qualidella molte condizioni poste da CNPI, Consiglio di Stato e dalla Commissioni parlamentari siano state accolte. Una attesa necessaria, poiché troppe volte gli annunci a mezzo stampa non hanno coinciso con ildettato della norma pubblicata in Gazzetta. Alle scuole e alle famiglienon serve propaganda, ma atti concreti di sostegno e attenzione, assenti in questo riordino.
Con soddisfazione la ministra ha annunciato che il riordino partiràcoinvolgendo solo le prime classi: sia chiaro, non si tratta di una”gentile” concessione, bensì di un gesto di buon senso. Semmai resta il rammarico e lo stupore per l’irragionevolezza del CdM di predisporre originariamente una norma assurda e illegittima come quella di coinvolgere nella “controriforma” anche le classi seconde. Una norma che ha il pregio di illuminare le genesi del riordino Gelmini: non la necessità di innovare i percorsi di istruzione superiore per aggiornarli alle sfide del futuro,bensì rispettare i tagli imposti da Tremonti alla spesa per l’istruzione.
L’ordine è stato eseguito! Nonostante l’avvio dalla sola prima classe – ma non dimentichiamo che il Governo farà ricadere i mancati risparmi su tutto il resto del sistema scolastico, poiché non un euro è stato previsto per dare gambe al riordino – saranno comunque più di 17.000 le cattedre tagliate, il biennio dei licei avrà solo 27 ore (ne sarà contentoGentile!), mentre i quadri orari delle classi seconde, terze e quarte degli istituti tecnici e professionali dovranno normalizzarsi tutte alnuovo orario a 32 ore. Quali discipline saranno sacrificate all’altare della scure tremontiana? Con quale criterio? E’ quindi bene sapere che se vi è resipiscenza sul destino di alcune discipline, come la geografia, ciòandrà a scapito di altri insegnamenti, poiché i saldi imposti da Tremonti non sono modificabili. Infine, che destino si è deciso per sperimentazioni apprezzate come il Liceo scientifico tecnologico? E per quello delle scienze umane? Lo sapremo con atti successivi, così come solo in futuroconosceremo i programmi, i quadri orari e le modalità di valutazione deglistudenti e autovalutazione delle istituzione: una situazione di incertezzaintollerabile a fronte dell’imminente scadenza dei termini per l’iscrizione alle prime classi superiori.
Resta il rammarico per un riordino che si è trasformato in una occasione mancata di ascolto “vero” delle voci della scuola e della società e la preoccupazione per una scuola futura impedita ad assolvere alla sua missione costituzionale: rimuovere gli ostacoli economici e sociali per il pieno sviluppo della persona umana.