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Piano territoriale regionale dell’Emilia-Romagna: l’Assemblea Legislativa approva il documento di programmazione strategica

“Abbiamo condiviso con il territorio una strategia di lungo periodo che tiene conto dei cambiamenti socio-economici intervenuti in questi anni. Una prospettiva capace di interpretare quei mutamenti, ancora più evidenti davanti alla crisi, che riguarda tutta la comunità regionale. Non abbiamo la pretesa di dettare la ‘direzione’ ma con il piano territoriale vogliamo accompagnare tutta la comunità emiliano romagnola ad affrontare insieme le sfide del futuro”. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Vasco Errani concludendo il dibattito sul Piano territoriale regionale approvato, oggi, dall’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.

“Abbiamo dato risposte, non definitive, che si misurano oltre che con i cambiamenti – ha aggiunto Errani – anche con le linee di intervento già avviate come gli investimenti nella conoscenza, nell’innovazione tecnologica e nel governo del territorio. Inoltre abbiamo intrapreso la sfida inedita di realizzare di qui al 2013, attraverso il Documento unico di programmazione, investimenti strategici pari a 1,5 miliardi di euro assieme a tutti gli enti locali, Comuni e Province, e alle forze economiche e sociali dell’Emilia-Romagna”.

Sulle nuove dinamiche demografiche il presidente Errani ha aggiunto che è giunto il momento di “affrontare il problema culturale della società multietnica che già esiste. Perché non c’è nella storia dell’umanità una comunità che, scommettendo sulla paura e sulla chiusura, abbia gettato le basi per il futuro”.

L’assessore alla Programmazione e sviluppo territoriale, Gian Carlo Muzzarelli, ha espresso la propria soddisfazione per l’approvazione del nuovo Ptr a distanza di 20 anni dal precedente. “E’ un Piano – ha sottolineato l’assessore – che parte da una strada tracciata, un percorso più ampio, più lungo. Radici forti, di cui andiamo orgogliosi. Radici di emancipazione, di riscatto, di auto-organizzazione, di solidarietà, di autonomia. Il Piano, ha poi spiegato Muzzarelli, propone di assumere una nuova concezione dello sviluppo, la green economy, un welfare di comunità, in sintonia con la più innovativa cultura politica e economica. Tutto ciò è il cuore della Regione sistema, una Regione coesa. Il patrimonio di beni materiali e immateriali di un territorio. Patrimonio che deve essere costantemente mantenuto e sviluppato nella sua interezza, per il valore che rappresenta a livello di intelligenze, bellezza del territorio, voglia di fare, inventare, innovare”.

CHE COS’È IL PTR

Il nuovo Piano territoriale regionale è, al contempo, la sintesi e la prospettiva delle azioni e della direzione che la Regione si è data ma soprattutto si vuole dare. Il Ptr è uno strumento nuovo. Non è un atto di “government” ma uno strumento di governance. Non contiene vincoli, ma indirizzi e obiettivi. E’ la cornice di riferimento per le scelte delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese, ma anche un invito a progettare, a gettare in avanti lo sguardo e immaginare il futuro.

E’ uno strumento aperto e flessibile, coerente con il metodo di governo attuato fino ad oggi ed ispirato ai principi di sussidiarietà e proporzionalità di mezzi e fini, trasparenza, cooperazione istituzionale, concertazione sociale e partecipazione. Punta a realizzare un circolo virtuoso di relazioni fra Stato, economia e società ricreando una fiducia fondata su regole chiare e valori e obiettivi condivisi.

Le linee principali

Gli indirizzi del Ptr ruotano intorno a due considerazioni di fondo: la collocazione dell’Emilia-Romagna nel circuito delle principali aree europee nonché la profondità e la portata dei cambiamenti richiesti dalle contraddizioni dello sviluppo regionale e dall’impatto della crisi e della globalizzazione.

Il patrimonio di un territorio, che ne misura il benessere e ne sostiene lo sviluppo, è fatto di saperi, valori, beni economici e beni ambientali: nessun fattore può essere trascurato a scapito dell’altro, perché le interazioni sono profonde e ineliminabili.

Il concetto di capitale territoriale sottolinea il fatto che la competizione non è solo competizione di imprese, è competizione di sistemi territoriali e, come nelle imprese, anche nei territori si pongono problemi di scala, di massa critica e di innovazione.

Le città e i territori non possono affrontare la dimensione dei processi globali e il loro intreccio con la realtà locale pensando ciascuno a se stesso e magari spingendo l’acceleratore sul localismo e il municipalismo.

La Regione-Sistema è un sistema di città e territori in rete: una rete integrata e intermodale per la mobilità sostenibile di persone e merci; una rete di telecomunicazioni a banda larga, per superare il digital divide e sviluppare nuovi servizi per le famiglie, le imprese e la pubblica amministrazione; una rete di sicurezze sociali che tiene insieme i servizi domiciliari e i grandi centri di cura; una rete della ricerca e del trasferimento tecnologico, con le nostre storiche Università, i centri di ricerca pubblici e privati, i tecnopoli promossi dalla Regione; una rete ecosistemica e paesaggistica e così via.

Città e territorio

Il Ptr rende più chiara la pianificazione del territorio che non sta più dentro i confini amministrativi tradizionali e che anche a livello locale è stringente l’esigenza di uniformare, chiarire e semplificare le norme. La sfida per il futuro è quello di giungere, con un percorso partecipato, al testo unico della legislazione sul territorio: non una legge in più o un assemblaggio, ma una occasione per produrre una normativa chiara, semplificata e stabile.

Il Piano delinea anche come dovrà essere l’assetto del territorio e come si dovrà governare le trasformazioni territoriali per avere un sistema competitivo, uno sviluppo sostenibile e una società coesa. Si punta a ripartire dalle città contenendo l’uso del suolo e riqualificando l’assetto urbano. Per dare forma e identità alle città e al territorio si punta a ricucire i tessuti urbani, città e campagna, centri e periferie facendo decollare un grande progetto di riqualificazione del paesaggio, urbano ed extraurbano. Alle reti (in particolare alle reti infrastrutturali e alle reti eco-sistemiche) il Ptr affida la funzione ordinatrice del sistema e delle sue trasformazioni: prima le infrastrutture, poi le aree prevedendo lo sviluppo degli insediamenti produttivi nella rete della aree ecologicamente attrezzate.

















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