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Reggio: il Consiglio comunale incontra Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz

Ha ricevuto un lungo applauso dai consiglieri comunali riuniti ieri sera in Sala del Tricolore per l’approvazione del Bilancio e poi ha incontrato il sindaco di Reggio, Graziano Delrio, con il quale si è trattenuto a colloquio sui temi dell’integrazione e del razzismo. Piero Terracina, 82 anni, ebreo romano sopravvissuto del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau (dove perse tutti i familiari), uno dei più impegnati testimoni italiani dell’atrocità dell’Olocausto, è a Reggio in questi giorni e domani, ospite di Istoreco, sarà al teatro Ariosto fra gli studenti delle scuole superiori reggiane: l’incontro fa parte del percorso di preparazione al Viaggio della Memoria 2010, che porterà più di 1.000 reggiani a Cracovia e a Auschwitz-Birkenau tra febbraio e marzo.

“Riteniamo molto importanti i Viaggi della memoria e la ringraziamo della sua dedizione, del suo impegno lungo e costante nel fare Memoria – ha detto il sindaco Delrio a Piero Terracina – Questi Viaggi sono parte preziosa dell’educazione, in particolare dei giovani. Fare memoria dell’Olocausto ci pone di fronte anche a temi attuali, come il vento razzista che spira in questi tempi. Assistiamo a un ritorno della ‘comparazione fra le razze’, un gravissimo errore. Le istituzioni e la scuola hanno un compito fondamentale nell’informare e nel vigilare contro il negazionismo, un fatto disinformativo sempre più presente e pericoloso, fra le giovani generazioni”.

“A Reggio – ha detto Terracina – ho sempre trovato ragazzi molto attenti e insegnanti assai bravi nel prepararli sul tema della Memoria. E questo è un ottimo punto di partenza. Compito dei sopravvissuti, come me, è di gridare le cose che non vanno. Alle nuove forme di razzismo dobbiamo rispondere con la solidarietà e con il riproporre la presenza di culture diverse come ricchezza per tutti, non negatività”.

“Pensiamo a noi ebrei – ha aggiunto Terracina – Siamo in Italia da 22 secoli, non credo vi siano italiani più radicati di noi. Abbiamo una cultura religiosa diversa, che abbiamo mantenuto e che si assomma alla cultura italiana. Noi ebrei siamo monoteisti, e a questo siamo fedeli, nulla di più. Per il resto, credo che abbiamo contribuito più di altri, pur essendo una minoranza, allo sviluppo della cultura, delle scienze, della società italiana ed europea nei secoli. Ebbene, dov’è il problema della razza? Eppure, quando avevo 10 anni, in Italia il problema fu posto, e si impose la tesi della razza ariana superiore alle altre. In Italia all’epoca c’erano 138 docenti universitari ebrei italiani, che non poterono più insegnare. Albert Einstein era membro della prestigiosa Accademia dei Lincei e fu mandato via… Ecco, vigiliamo. E ricordiamo che un problema di razza non esiste”.
















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