“Auspico che a Modena possa aprirsi una profonda riflessione a seguito delle nuove disposizioni annunciate dal Primo Ministro francese Nicolas Sarkozy. La Francia, infatti, si prepara a una stretta sul velo integrale in pubblico: una commissione parlamentare si è pronunciata ufficialmente per l’interdizione da uffici e servizi pubblici dell’indumento islamico che occulta il volto della donna”.
“Il burqa, è la conclusione del rapporto, offende i valori nazionali della Francia. E con esso, via anche il Niqab. Considerato che in Italia una legge sul divieto di circolare col volto coperto c’è già, basterebbe farla applicare. Ma dalle nostre parti, anche su questo tema sembra veramente di parlare arabo”.
Ad affermarlo il Consigliere regionale del PDL Enrico Aimi che ha voluto sottolineare la sua “totale condivisione sulle novità annunciate oltr’Alpe.
“Oltretutto – ha poi aggiunto – la lezione che ci viene dalla Francia e’ quella di Sarkozy sull’espulsione dei clandestini: quando il presidente francese dice che non farà fare al suo paese la fine dell’Italia, da’ una lezione a tutti quelli che vanno blaterando sulla destra moderna, continuando a far finta di non vedere ciò che ahimè ci ruota attorno. Sarebbe ora – ha detto ancora Aimi – che la Giunta di centrosinistra, invece di continuare a guardare il mondo a testa in giù, iniziasse a riflettere sull’applicazione delle leggi previste in materia. Per tre ordini di ragione: innanzitutto la sicurezza. Non è infatti possibile che si continuino a vedere in giro persone col volto quasi totalmente travisato. La legge, oltretutto, lo vieta. In secondo luogo – ha detto – per un semplicissimo concetto di pura reciprocità in materia religiosa. Vorrei infatti ricordare ai sostenitori dell’islam ad oltranza, che in terra musulmana è assai pericoloso anche solo “dimenticarsi” addosso un simbolo religioso che non sia riconducibile all’Islam. Peccato però – ha sottolineato l’esponente del partito di Berlusconi – che tra i reggenti del Partitone modenese, troppe persone da quest’orecchio proprio non vogliano sentirci. Molto più semplice levare un crocefisso o annullare la festa di Natale negli asili, che tentare un ragionamento sul burqa. Terza ragione, la tutela dei diritti delle donne. Molte, infatti, sono costrette dal marito, sovente con violenza, ad indossare burqa e niqab: proprio per questa ragione, in accordo con Anna Gibertini (gia’ responsabile provinciale femminile dell’ex componente di AN e dell’Associazione “Doppio Diritto”), daremo il là ad una serie di iniziative, tutte volte alla sensibilizzazione e alla battaglia contro questo trattamento barbaro ai danni delle donne. Mi viene infine da chiedere – ha chiosato Aimi – che fine abbia su questo tema l’associazionismo femminile modenese? Di occhi coperti da burqa e Niqab ce ne sono già abbastanza; non vorremmo che – ha concluso – ce ne fossero altri, coperti da veli impregnati di puro ideologismo fine a sé stesso”.