Quattro indagati per la morte dell’anziano di 83 anni, ospite di un ricovero a Pieve Modolena. Gli indagati sarebbero quattro operatori addetti all’assistenza dell’uomo, deceduto probabilmente per soffocamento, rimanendo con la testa tra le sbarre di una sponda del suo letto.
La casa protetta è una delle strutture gestite da R.e.t.e (Reggio Emilia terza età), azienda di servizi alla persona controllata per il 97% dal Comune di Reggio. Proseguono nel frattempo le indagini per chiarire i contorni della tragedia. E’ probabile che l’uomo, disabile, abbia compiuto un movimento brusco che lo ha fatto cadere rimanendo col capo impigliato tra le sbarre.
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Sulla vicenda interviene il Consigliere Pdl Fabio Filippi:
“La tragica fine del signor C.G., deceduto in una struttura protetta del Comune, in circostanze drammatiche e tutte da chiarire (ma a questo penseranno le inchieste) ci fa riflettere. Si pongono alla nostra attenzione diversi interrogativi. Non tanto e non solo sul livello di assistenza erogata quanto sulla organizzazione nel territorio. A quel che si sa oggi R.E.T.E. è formata da otto strutture con circa cinquecento addetti e ha una media di circa cinquecentosessanta ospiti. Con un tale numero di operatori l’opinione pubblica si chiederà come sia stata possibile una morte così atroce. Se tutto ciò dipenda da una tragica fatalità o da presunti disservizi. R.E.T.E. si avvale inoltre dell’operato di numerose associazioni di volontariato che svolgono un lavoro del tutto gratuito ed encomiabile, nel vero spirito della solidarietà. Lontana da me ogni volontà di speculazione o sciacallaggio politico, penso sia necessario fare un esame attento sui servizi erogati da R.E.T.E. nel territorio, può essere che si trovino punti di eccellenza o addirittura disservizi. Chiederò di convocare d’urgenza la commissione comunale preposta, congiuntamente ai vertici di R.E.T.E. e ai rappresentanti delle associazioni di volontariato che operano all’interno della struttura.
