“Nonostante le apparenze e la sensazione popolare anche il 2009 si conferma non solo un anno caldo, ma quasi da record”. E’ questa la sintesi del meteo per l’anno 2009 realizzata dall’Osservatorio Geofisico dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. L’anno appena passato si piazza infatti al secondo posto fra gli anni più caldi mai registrati a Modena. Il 2009 segna anche la seconda più calda estate nonché il quarto posto nella graduatoria degli anni con più “giorni caldi” (cioè con temperatura massima oltre i 30°C) a partire dal 1830, anno di inizio delle rilevazioni meteo a Modena.
La temperatura media annuale è risultata di 15.6°C, per l’appunto il secondo valore più alto mai registrato dall’inizio delle misurazioni, valore identico, che si colloca “ex equo” con il 2008 e il 2000 e superato solo dal 2007, con 15.9°C.
“La particolarità del 2009 – ci fa sapere Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – e che ha forse contribuito a dare una sensazione diversa dalla realtà dei dati oggettivi misurati, risiede nei notevoli sbalzi termici. Il grafico dell’andamento annuale delle temperature giornaliere infatti sembra quasi un percorso da <montagne russe>: nel corso dell’anno si sono infatti alternati a periodi abbastanza lunghi di temperature notevolmente sopra le media a brevi ondate fredde, tanto che si contano 285 giorni di temperature sopra la media contro 80 sotto la media, di cui ben 153 giorni definibili <anomali caldi> contro solo 21 <anomali freddi>.
Perfino il mese di dicembre, caratterizzato da freddo e neve ma anche da giornate miti, risulta sostanzialmente allineato alla media, nonostante il 21 del mese, giorno più freddo dell’anno, si sia registrata una temperatura che ha toccato i -8.6°C in centro città, valore più basso dal febbraio 1991.
Nonostante queste punte di freddo non si possono fare confronti né con il gelido gennaio 1985, né con i “grandi inverni” del passato, stando alle cronache dei freddi inverni modenesi raccolte nel libro sui 180 anni di misure meteoclimatiche a Modena.
Passando sul fronte estivo, il giorno più caldo dell’anno 2009 è stato il 17 di luglio con 36.7°C, una notevole anomalia superata, recentemente, nella terribile estate 2003 e da quella col record assoluto giornaliero di caldo del 1983. Più indietro, sono solo quattro gli anni con un massimo assoluto più elevato. Complessivamente, quella del 2009 si colloca al secondo posto fra tutte le estati dal 1830, con ben 60 giorni oltre i 30°C.
“Il riscaldamento del clima – commenta Luca Lombroso – dunque continua, non solo localmente ma anche in Italia e globalmente. Il dato di Modena, secondo anno più caldo, è in linea con altri osservatori storici e non molto diverso dalla situazione nazionale. Secondo i dati diffusi per l’Italia da CNR ISAC e a livello globale da NOAA il 2009 è stato il 5° anno più caldo, sempre 5° anno più caldo, da quanto esistono gli importanti rilievi strumentali.
Precipitazioni
Su tale fronte la neve, il totale annuale è stato di 41 cm, con un massimo giornaliero di 16 cm il 19 dicembre, valori definiti dagli esperti dell’Osservatorio “per nulla straordinari”: nevicò di più, senza andare molto indietro nel tempo, nel 2004 e nel 2005 e nel 1999.
Le precipitazioni totali, pioggia e neve fusa, sono arrivate a 681.9 mm, un quantitativo normale per Modena, ma spiccano ben 125 giorni con precipitazioni misurabili e una distribuzione ancora una volta alquanto irregolare: marzo ed aprile straordinariamente piovosi, piuttosto ricchi di precipitazioni anche giugno e dicembre, ma molto secchi i mesi da maggio a ottobre. Il giorno più piovoso è risultato il 4 dicembre con 44.1 mm.
I primi giorni del 2010
Queste ultime giornate hanno visto la presenza di “nebbia brinosa”, in parte anche di giorno con il termometro che a fatica tocca gli zero gradi e le minime che non di molto scendono sotto zero. Le giornate sono fredde, ma in maniera normale dato il periodo dell’anno. Le temperature minime sono sostanzialmente in linea con la stagione: l’Osservatorio di Palazzo Ducale ha registrato -1.5°C mercoledì 20 e -1°C quella di giovedì 21 gennaio. I valori sono simili in città e in campagna, a causa della presenza della nebbia che riduce l’effetto isola di calore. Inferiori alla media invece le massime, che sempre a causa della nebbia brinosa, stentano a superare gli zero gradi. Critica invece la situazione inquinamento: nonostante un inizio d’anno abbastanza movimentato meteorologicamente, sono già una decina, uno su due, i giorni con concentrazioni di PM10 oltre i limiti di legge.
Le previsioni per i prossimi giorni vedono ancora l’ostinata presenza di nebbia brinosa con depositi di galaverna e temperature in diminuzione; quello che eventualmente cade non sarà vera neve, ma nevischio da nebbia, infatti in montagna fino a domenica splenderà il sole con aria limpida e pura. A inizio settimana invece il rafforzamento di un anticiclone sulla Scandinavia alimenterà una depressione Mediterranea: il mix ideale per un possibile ritorno della neve, sia in montagna che in pianura.
Un’ultima nota giunge dai ricercatori dell’Osservatorio e riguarda l’importanza di mantenere attiva l’attività di monitoraggio meteo-climatica. “Non a caso- conclude Luca Lombroso – proprio dalla Conferenza di Copenhagen è uscito un importante documento in cui le Nazioni Unite fanno appello agli Stati e alle agenzie ed enti nazionali e internazionali perché mantengano e supportino nonostante la congiuntura sfavorevole le osservazioni climatiche”.