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Emergenza carceri, le proposte del Pd modenese

L’arrivo immediato dei 41 agenti penitenziari promessi; lo spostamento in altre carceri di 150 detenuti del S. Anna; il recupero delle risorse non stanziate per il potenziamento delle forze di polizia; una ricognizione esatta nei tre istituti penitenziari di S. Anna, Saliceta S. Giuliano e Castelfranco. E’ quanto chiedono i tre consiglieri provinciali del Pd Cécile Kyenge, Fausto Cigni e Luca Gozzoli per far fronte all’emergenza carceri in provincia di Modena.

“La situazione degli istituti penitenziari modenesi – scrivono i tre consiglieri del Pd in un ordine del giorno – è giunta ad un punto in cui la vivibilità all’interno degli stessi è insostenibile e le condizioni di sicurezza degli agenti è tale che è ormai fortemente compromessa la necessaria capacità di vigilanza. Inoltre, a tutto ciò si aggiunge l’insicurezza stradale del personale a causa dei mezzi di trasporto che fanno in media 20 anni con 150 mila fino a 300 mila chilometri”.

Il carcere di Castelfranco ospita 149 reclusi mentre la capienza dell’istituto è di 82 unità. In questa struttura si mescolano 131 internati ( ancora sottoposti a misura di sicurezza in quanto socialmente pericolosi) con 18 detenuti a custodia attenuata ( generalmente tossicodipendenti accusati di reati minori). L’organico di polizia penitenziaria è attualmente di 39 agenti a fronte di un organico di 59 agenti, che dovrebbe vigilare su 80 detenuti.

Analoga situazione si registra nella Casa di lavoro di Saliceta San Giuliano, dove il grado di sovraffollamento non è inferiore a quella di Castelfranco. Sono 109 detenuti, 38 agenti a fronte di un organico di 50. La situazione peggiore si registra presso la Casa Circondariale di S. Anna, dove a fronte di una capacità di 230 detenuti sono presenti 550 reclusi. Sono presenti 145 agenti, 73 addetti alla vigilanza dei detenuti divisi in tre turni di 8 ore, 28 impiegati nel trasporti di detenuti. L’organico previsto sarebbe di 226 unità per vigilare 220 unità. Questa situazione di sovraffollamento – sostengono i tre consiglieri democratici – è determinata da leggi come la Cirielli (che prevede la detenzione in caso di recidivo di reati comuni), la Fini-Giovanardi (che ha eliminato la dose di stupefacenti per uso personale) e infine il reato di clandestinità.

“A causa dei tagli – concludono Kyenge, Cigni e Gozzoli – non si riesce a fare manutenzione. Sono fuori uso gli impianti di videosorveglianza e i sistemi di sicurezza passiva. I mezzi di trasporto sono obsoleti. La situazione igienico-sanitaria e psicologica è precaria e mette a rischio la salute dei detenuti e del personale carcerario”.

















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