La Direzione di Legacoop Reggio Emilia ha affrontato la questione dell’Area Nord, che nelle ultime settimane è stata al centro di un vivace dibattito. Per Legacoop è indispensabile innanzitutto affrontare il problema con una visione più ampia, anche dal punto di vista territoriale: l’area su cui si dovrebbe intervenire è molto più vasta di quella su cui si è concentrato il dibattito.
Occorre poi fare emergere, per realizzare un progetto “economicamente e politicamente sostenibile”, quella che deve essere l’utilità degli interventi per tutta la comunità reggiana, in sostanza per le famiglie e per le imprese.
Non bastano infatti due esigenze entrambe giuste, come la domanda di qualità estetica degli interventi e la necessità di utilizzare una parte nell’Area Nord per ammodernare il tessuto commerciale della città, per costruire una prospettiva interessante e corretta su tutta l’area. Non esistendo ancora progetti concreti tutte le opinioni sono legittime, ma anche un po’ virtuali.
Sfugge poi il fatto di gran lunga più importante: se non si realizzerà l’auspicata apertura di Reggio Emilia alla dimensione interregionale ed europea con la stazione medio-padana, o meglio se non si riusciranno a creare le condizioni per un crescente afflusso di persone e di relazioni verso la nostra città, non affluiranno nemmeno le risorse e le occasioni economiche e imprenditoriali indispensabili per costruire alcunché: non solo sull’area nord, ma anche su quella intorno al Giglio, sulle aree Maramotti, sull’area delle Reggiane o negli altri poli di sviluppo previsti nel Psc della città.
Per Legacoop l’Area a Nord della città va poi concepita con confini più ampi di quelli finora considerati: essa dovrebbe includere il quartiere industriale di Mancasale e le aree fino alla tangenziale, e inoltre comprendere i tre corridoi di Via Gramsci, di Via Morandi e della ferrovia Reggio-Guastalla. Inoltre i problemi di connessione riguardano non solo la città storica, ma anche i collegamenti non ancora completati con un territorio più ampio verso Parma, Modena e Mantova; la progettazione dell’Area Nord infine dovrebbe integrarsi con quella delle Reggiane e del Mercato Ortofrutticolo. Si tratta di un approccio indispensabile se si vogliono creare le condizioni per attrarre investitori qualificati. Il disegno del pubblico e i progetti dei privati e delle cooperative dovrebbero misurarsi con questo approccio. Solo grazie ad una visione più ampia si può mirare a fare dell’Area Nord una occasione di qualificazione e sviluppo di Reggio Emilia per i prossimi trent’anni.
Infine, in merito a come possa essere valorizzato questo comparto urbano, è evidente che si presta ad una pluralità di funzioni direzionali, commerciali e di servizi di altissimo livello, in grado di arricchire un tessuto urbano moderno e ad alto scambio sociale. Bisogna dire con chiarezza ai cittadini che senza un tale investimento Reggio Emilia è destinata a continuare ad essere vittima solo di flussi commerciali in uscita verso le province confinanti. Tutte le opzioni per come realizzare un disegno di questa portata sono in campo e restano da esplorare, sapendo che il concetto di “bello” va sempre più incorporato nel “funzionale” e nel “sociale” per poter essere vissuto come utile dalla comunità.
Per Legacoop, per avanzare un progetto “economicamente e politicamente sostenibile”, occorre fare emergere:
■ l’interesse per l’insieme della comunità reggiana, famiglie e imprese, di un tale disegno;
■ l’interesse per i cittadini e i consumatori di un progetto direzionale, commerciale e di servizi in quell’area;
■ come questo progetto possa convivere urbanisticamente, economicamente e socialmente con gli altri comparti della città, in primis il centro storico che deve avere analoga attenzione;
■ come questo progetto risolva i problemi di sostenibilità economica per le risorse che comunque richiederà, e chi queste risorse ce le mette;
■ come questo progetto possa integrarsi con gli interessi delle diverse forze economiche della città;
■ con quali contenuti urbanistici e architettonici, si risponderà alla richiesta di eccellenza che quell’area di per sé impone a chiunque voglia insediarvi qualcosa.
“Se i progetti concreti riusciranno a rispondere a queste domande – è il commento finale del presidente Ildo Cigarini – si potranno risolvere alcune preoccupazioni sincere emerse finora nel dibattito, e si toglierà spazio a posizioni strumentali come quelle espresse da alcuni rappresentanti politici che, quando è in qualche modo in ballo la cooperazione, rinnegano le regole del mercato e della libertà di iniziativa”.