Un ordigno è esploso, poco prima delle cinque di questa mattina, davanti al portone del Tribunale di Reggio Calabria, all’ingresso dell’ufficio del giudice di pace. A fianco c’è l’ingresso della Procura generale. L’esplosione ha provocato danni al portone ma per fortuna in quel momento non c’erano passanti. L’ordigno, ad alto potenziale, era costituito da una bombola di gas e materiale esplosivo, innescato da una miccia. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria e del Comando provinciale, e i poliziotti della questura cittadina. “Si tratta di un attentato diretto dalla criminalità organizzata alla Procura generale” ha detto il procuratore generale del tribunale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, il quale ha ricordato che la Procura generale si occupa della confisca e del sequestro dei beni alla ‘ndrangheta e dei procedimenti d’appello contro le cosche. Motivi, secondo il magistrato, che avrebbero determinato l’attacco dinamitardo. Il procuratore generale ha inoltre confermato che dalle immagini riprese dal sistema di videosorveglianza si vedono due persone a bordo di un motorino con il volto coperto da un casco che posizionano l’ordigno e poi fuggono. Le prime indagini saranno dirette dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria, poi il fascicolo passerà a Catanzaro per competenza dei fatti che riguardano i magistrati del distretto di Reggio Calabria.Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è riunita d’urgenza alla Prefettura di Reggio Calabria ha deciso più controlli e maggiore sicurezza nei confronti dei magistrati esposti nella lotta alla criminalità organizzata e degli uffici giudiziari. Secondo quanto si è appreso, nell’incontro sarebbe stata inoltre confermata la matrice della criminalità organizzata contro gli uffici della Procura generale. Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, all’Adnkronos ha espresso ”a nome della città, solidarietà e vicinanza alla magistratura reggina che in questi ultimi anni ha inferto ai poteri criminali un duro colpo, aggredendo i patrimoni della ‘ndrangheta come mai era accaduto prima, mettendo in campo grande professionalità e competenza rispetto a un tema delicato come quello del contrasto alla criminalità organizzata che rappresenta, in una città in grande crescita, un cancro da estirpare”. “Questo atto – continua Scopelliti – spinge tutte le istituzioni a partire dal Comune a continuare nel lavoro di trasparenza e di moralizzazione della cosa pubblica per arginare sempre più all’interno della nostra comunità le forme di illegalità”.
A Reggio Calabria oggi sono stati registrati altri due attentati dinamitardi. Si tratta di due esplosioni di minore entità che però hanno creato danni ai destinatari. In via Trapezi nella notte è deflagrato un ordigno posizionato su una Fiat Punto intestata a padre e figlio, G.P. e L.P. di 56 e 30 anni. Il primo è un impiegato dell’Afor, il secondo un operaio. Il secondo episodio è invece avvenuto questa mattina in via Italia. Un ordigno composto da una tanica di benzina da cinque litri contenente probabilmente polvere nera e tritolo è esploso davanti alla serranda di una pescheria. La deflagrazione ha causato gravi danni all’esercizio. In entrambi i casi indagano i poliziotti della questura di Reggio Calabria. Un’intimidazione è stata rivolta nella notte anche a un bar di Gioia Tauro. Ignoti hanno esploso colpi di arma da fuoco alle serrande metalliche dell’esercizio. Sul posto sono giunti i poliziotti del commissariato di Gioia Tauro che hanno avviato indagini.
Fonte: Adnkronos