A partire dalla prossima primavera, i Parchi e le amministrazioni provinciali avranno dalla Regione le risorse finanziarie necessarie per definire le modalità di gestione dei Sic (Siti di importanza comunitaria) e delle Zps (Zone di protezione speciale) di loro competenza. La giunta infatti, su proposta degli assessori Tiberio Rabboni (Agricoltura) e Lino Zanichelli (Ambiente), ha approvato il bando che stabilisce le modalità con cui Parchi e Province potranno presentare entro il 27 aprile 2010 la richiesta di contributo per la redazione dei Piani di gestione dei Siti di interesse comunitario e delle Zone di protezione speciale. Si tratta complessivamente di 129 Sic e 78 Zps, per una superficie di circa 255mila ettari (il 12% dell’intera superficie dell’Emilia-Romagna), che racchiudono buona parte della più significativa biodiversità animale e vegetale presente in regione. “Una ricchezza che va tutelata e valorizzata – sottolineano gli assessori Rabboni e Zanichelli – perché costituisce una delle difese più potenti per mitigare i cambiamenti climatici in atto e perché la biodiversità fornisce alcuni dei servizi più preziosi per la vita delle comunità. La buona gestione di queste aree è di fondamentale importanza per garantire la funzionalità dei sistemi ecologici che, come le zone umide, i prati stabili e le praterie d’altura, sono minacciate e rischiano di rarefarsi irrimediabilmente. Lo sforzo che i Parchi e le Province dovranno fare è garantire il necessario equilibrio tra la tutela di questi ambienti e l’utilizzo umano degli stessi per l’agricoltura e la pesca”.
I fondi stanziati – 1,5 milioni di euro – fanno parte della dotazione finanziaria di un’apposita misura del Programma regionale di sviluppo rurale denominata “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale”. Ilcontributo è pari al 100% dei costi sostenuti e ritenuti ammissibili; resteranno invece a carico dei soggetti attuatori (Province e Parchi) i costi dell’Iva. I Piani di gestione dei siti dovranno fissare regole e incentivi partendo dalle misure di conservazione che la Regione ha stabilito nel 2008, in seguito a un apposito decreto ministeriale adottato dopo che l’Unione europea aveva aperto una vera e propria procedura di infrazione contro l’Italia per la mancata applicazione delle direttive denominate “Habitat” e “Uccelli”.