Oltre 10 milioni di euro evasi attraverso l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. E’ questo l’esito di un controllo su una multinazionale operante nel settore della lavorazione dell’acciaio, realizzato dagli 007 dell’Ufficio grandi contribuenti dell’Agenzia delle Entrate Emilia Romagna.
La frode scoperta dalla task force della Direzione Regionale si reggeva su un duplice meccanismo, messo in atto nel periodo che va dal 2004 al 2008: da un lato, l’invio di false lettere di intento alle società fornitrici, con cui le ditte ‘fantasma’ coinvolte attestavano di essere esportatori abituali e di aver diritto a ricevere fatture in regime di non imponibilità Iva.
Dall’altro, le stesse società ‘cartiere’, localizzate in Liguria e in Sicilia, emettevano fatture false nei confronti di soggetti facenti parte dello stesso gruppo, che attestavano la regolare applicazione dell’Iva. Di conseguenza, i prezzi praticati dalle società acquirenti, assolutamente competitivi, consentivano alle stesse di avere una posizione dominante sul mercato.