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Finanziaria Regionale. Leoni (PDL) presenta emendamento che richiama l’articolo 29 della Costituzione, a difesa della famiglia

“L’Unica che rischia di essere veramente discriminata, con l’articolo 42 della Finanziaria regionale che equipara la famiglia fondata sul matrimonio a qualsiasi tipo di unione anche gay, è la famiglia fondata sul matrimonio”. E’ quanto dichiarato dal Consigliere regionale del Popolo della Libertà Andrea Leoni, che ha presentato oggi un emendamento, sottoscritto dai colleghi consiglieri Filippi, Salomoni e Francesconi, che chiede sostituire il comma 3 dell’art. 48 della Finanziaria regionale, affinché i diritti dell’accesso ai servizi, e ai contributi pubblici previsti dalla legislazione regionale, vengano applicati ai singoli individui e alla famiglia così come è sancita dall’art. 29 della Costituzione, ovvero come società naturale fondata sul matrimonio”.

“Da parte della Giunta Errani – ha dichiarato Leoni – è in atto un sistematico tentativo di discriminare la famiglia tradizionale in nome di una presunta uguaglianza sociale. Nell’ accesso ai servizi e ai contributi pubblici, Errani mette sullo stesso piano una giovane coppia sposata con figli ed una unione di omosessuali. Questo è inaccettabile perché porterebbe a conseguenze sociali gravissime. A farne le spese sarebbe proprio la famiglia che a fronte delle nuove, e più disparate, forme di convivenza legittimate dall’ideologia di sinistra verrebbe fortemente penalizzata. Con un abile escamotage burocratico, accettato supinamente dalla componente cattolica del PD, Errani vuole introdurre i Dico. Il trucco è stato smascherato. Faremo di tutto per impedire che questo attacco diretto alla famiglia tradizionale, sancita dalla Costituzione, venga portato a termine. Costruire una famiglia basata sul matrimonio significa acquisire dei diritti, ma anche dei doveri tra i coniugi e nei confronti dei terzi e della società. Nel caso di unioni di fatto non c’è invece la responsabilità verso i terzi e la società, quindi crediamo che anche i benefici non possano essere equiparati a quelli di chi invece assume tale responsabilità”.

















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