Dell’intervento di recupero dell’area ex-AMCM si è molto discusso, prima e dopo le elezioni, e i nodi della vicenda sono ormai ben chiari: è davvero necessario un intervento così impattante su un area della città che già oggi ha una alta densità abitativa, e che subisce inoltre un carico di traffico non indifferente? L’intervento a suo tempo approvato in consiglio comunale è davvero economicamente insostenibile?
Il confronto politico e con l’opinione pubblica è stato inevitabilmente vivace, ed un’altra cosa è apparsa con chiarezza: la città è spaccata in due. Se consideriamo i pronunciamenti della Sinistra (compresa Rifondazione Comunista), dell’Italia dei Valori, dei Verdi e delle forze di opposizione in Consiglio, vediamo che solo il PD vuole il centro commerciale , la torre di 13 piani e via dicendo.
Ma il PD non rappresenta tutti i modenesi, anche se grazie alla legge elettorale maggioritaria ha la maggioranza dei consiglieri comunali. E su questa vicenda, se la matematica non è un opinione, ne rappresenta meno della metà.
E’ un dato di fatto di cui non può non tenere conto, soprattutto quando si tratta, come in questo caso, di scelte urbanistiche, che una volta attuate sono generalmente irreversibili.
L’attuale progetto dell’ ex-AMCM non ha il consenso che una tale intervento richiederebbe, il PD abbia il coraggio di prenderne atto, mostri quello spirito democratico che anche una forza politica che gode di un ampia maggioranza deve avere, e si comporti di conseguenza.
(Stefano Lugli, Segretario Federazione PRC-SE di Modena)