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Modena, Consiglio generale Cisl: Falcone lancia l’allarme disoccupazione 2010

FRANCESCO FALCONE_2A fine ottobre in provincia di Modena si contavano 32 mila domande di disoccupazione e 8 mila lavoratori in mobilità; la disoccupazione colpisce in prevalenza gli uomini, il 18 per cento dei quali straniero. Sono le cifre fornite stamattina dal segretario provinciale della Cisl, Francesco Falcone, al consiglio generale, il “parlamentino interno” della Cisl modenese convocato per fare il punto della situazione alla vigilia della feste natalizie. Falcone ha confermato che la fase critica per l’occupazione è ben lungi dall’essere superata e che i prossimi mesi si annunciano molto complicati, perché gli ammortizzatori sociali in deroga stanno di fatto rinviando molti licenziamenti. «A questo proposito ribadiamo che sono inaccettabili i ritardi burocratici con cui vengono erogate le indennità ai lavoratori, soprattutto delle imprese più piccole – ha detto il segretario Cisl – Abbiamo già sollecitato sia la Regione che l’Inps, ma anche le aziende devono essere più precise nella preparazione delle pratiche».

Falcone ha annunciato che la Cisl insisterà con gli enti locali affinché non aumentino tasse e tariffe nel 2010 e dirottino risorse straordinarie per sostenere il reddito delle famiglie. Allo stesso tempo il sindacato di Palazzo Europa chiede che siano accelerate le iniziative, come il tecnopolo di Modena e Democenter-Sipe, destinate all’innovazione, ricerca, qualità e trasferimento tecnologico.

«Dobbiamo evitare i rischi di deindustrializzazione del nostro territorio, aiutando gli imprenditori a non cedere all’abbandono di fronte della “nave in difficoltà”», ha aggiunto Falcone citando i casi Saicis e Lar, aziende storiche gestite da decenni dalla stessa famiglia e ora a forte rischio di chiusura. Infine il segretario Cisl ha chiesto alle istituzioni locali di attuare subito le opere pubbliche cantierabili, a partire dalle infrastrutture, e di adeguare il sistema di welfare rendendolo davvero universale e capace di sostenere meglio le persone più deboli.

















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