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Polo dell’Innovazione di Modena

duccio_campagnoliDiecimila metri quadrati (10.000mq) su tre sedi dedicate, tra il Campus universitario, le ex Fonderie di viale Ciro Menotti e l’area ex Sipe di Spilamberto; inizialmente 71 tecnici impegnati a tempo parziale e 51 giovani ricercatori coinvolti; due laboratori per altrettante piattaforme: meccanica avanzata e scienze della vita. Sono le caratteristiche del Tecnopolo di Modena, un polo di ricerca industriale, innovazione e trasferimento tecnologico che farà parte della Rete regionale di dieci Tecnopoli promossa dalla Regione Emilia Romagna.

L’accordo di programma per la sua realizzazione è stato sottoscritto oggi – mercoledì 16 dicembre – nella sede della facoltà di Ingegneria di Modena dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, tra i promotori dell’iniziativa insieme alla Provincia e al Comune di Modena, all’Unione Terre di Castelli, con il supporto di Camera di Commercio di Modena e Democenter-Sipe. Tra i sottoscrittori anche il Centro Ricerche Produzioni Animali S.p.A., il Comune e la Provincia di Reggio Emilia.

La rete dei Tecnopoli rappresenta un’eccezionale occasione in grado di dare slancio ai processi di innovazione e alla ricerca applicata, accrescendo la competitività delle principali vocazioni del sistema produttivo modenese e rafforzando i rapporti tra mondo della ricerca e sistema delle imprese.

I laboratori coinvolti per la parte modenese sono: Intermech-MoRe, sede di Modena, per l’ingegneria meccanica, la meccanica dei materiali, l’Ict per le imprese (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) ed il Centro di medicina rigenerativa Stefano Ferrari per la terapia cellulare e genica. Per la parte reggiana sono: En&Tech, Biogest.Siteia e CRPA Lab.

Complessivamente su Modena l’investimento previsto sarà di 23 milioni e 200 mila euro per i laboratori, i programmi di ricerca e le realizzazioni infrastrutturali. La Regione Emilia Romagna vi concorrerà per complessivi 11 milioni 800mila euro.

“Con il tecnopolo di Modena e Reggio Emilia – dichiara l’Assessore regionale alle Attività produttive dell’Emilia Romagna Duccio Campagnoli – cominciamo a creare la nuova industria necessaria per andare oltre la crisi, puntando su meccatronica, nanotecnologie, tecnologie innovative per il biomedicale, agroindustria e nuova energia. Con i tecnopoli nasce infatti la rete Alta tecnologia dell’Emilia-Romagna, che deve diventare una nuova grande impresa della ricerca”.

Alla presentazione del Tecnopolo hanno partecipato, tra gli altri: Duccio Campagnoli, Assessore alle Attività produttive, sviluppo economico, piano telematico della Regione Emilia Romagna; Aldo Tomasi, Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia; Giorgio Pighi, Sindaco di Modena; Palma Costi, Assessore alle Politiche per l’economia locale, l’innovazione e la semplificazione amministrativa della Provincia di Modena ed Alberto Mantovani, Presidente di Democenter-Sipe.

“Ricerca industriale, innovazione, alta formazione rappresentano in questo momento una risposta che guarda oltre la crisi economica e inizia a costruire le condizioni per il rilancio delle nostre imprese” è il commento dell’Assessore della Provincia di Modena Palma Costi che sottolinea come il tecnopolo modenese rappresenti “un sistema integrato, articolato e radicato sull’intero territorio provinciale, strettamente legato alle differenti specializzazioni settoriali che lo caratterizzano”.

Il tecnopolo ospiterà inoltre nuove imprese start up della ricerca, anche di secondo livello, nonché servizi per il trasferimento tecnologico presso l’incubatore che sarà realizzato nell’area ex Sipe di Spilamberto.

I principali settori produttivi che potranno usufruire delle attività di ricerca industriale e trasferimento tecnologico realizzate nel tecnopolo sono: meccanica, automotive, oleodinamica, meccatronica, macchine agricole, automazione, meccanica industriale e robotica industriale, informatica, biomeccanica e biomedicale, elettronica, biomedicale, sanitario, farmaceutico e biotecnologico.

“Lo spettro delle attività di ricerca che verranno condotte – ha commentato il Rettore Aldo Tomasi – consentono di coprire un ampio segmento, certamente maggioritario, della economia dei nostri territori. Il pregio maggiore di questi tecnopoli è di mettere finalmente in sinergia in maniera efficace la ricerca universitaria con quella privata delle imprese e, soprattutto, con il sistema produttivo per migliorane la competitività. Lo sforzo economico che si sosterrà da parte della Regione e degli altri protagonisti è notevole e va apprezzato ancor di più perché giunge in un momento di difficile congiuntura. Coi Tecnopoli si dà un segnale di ottimismo per uscire più rapidamente dalla crisi. E’ un’iniziativa lungimirante sia perché capace di sfidare la recessione sia perché in grado di trattenere ed incoraggiare i giovani migliori a mettersi in gioco”.

Il tecnopolo mirerà, infatti, a supportare le dinamiche di interazione tra imprese e laboratori attraverso l’erogazione di una serie di servizi integrati per il trasferimento formale e informale di conoscenza tra i diversi attori coinvolti: servizi per il trasferimento tecnologico, supporto alla creazione di impresa, servizi avanzati alle imprese già presenti sul territorio, ecc. Esso conterrà tutte le funzioni che consentono di creare un mercato per i prodotti generati al suo interno e di offrire servizi qualificati di supporto alle imprese, con particolare riferimento alle piccole e medie, che difficilmente riescono ad accadere alla conoscenza disponibile nel contesto regionale.

Ogni centro di ricerca, società o laboratorio che opererà nel tecnopolo sarà quindi messo nelle condizioni di sviluppare al meglio tutte le sinergie, collaborazioni e relazioni di proprio interesse e potrà usufruire di una completa gamma di servizi ad alto valore aggiunto, assicurato dalla messa a sistema di una massa critica di risorse dedicate alla ricerca industriale, che potranno anche essere offerti al mercato.

Operativamente all’interno dei tecnopoli i laboratori realizzeranno la loro attività nell’ambito di specifici programmi di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e trasferimento tecnologico.

















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