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Enrico Aimi, Cons. Regionale PDL, sulle minacce internet a Berlusconi

aimi_2In merito alle richieste sollevate da più parti relative alle misure più idonee ed efficaci da attuare per contrastare efficacemente il proliferare di atteggiamenti violenti, non solo materiali, ma anche e soprattutto verbali che in questo momento si stanno diffondendo su internet a danno del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, interviene l’Avv. Enrico Aimi, noto penalista, difensore tra gli altri del compianto prof. Di Bella e di Graziano Mesina, nonché Consigliere regionale del PDL Emilia Romagna.

“Per arginare le violente dichiarazioni che si stanno susseguendo in questa ore sui siti internet e sui social network, tutte inerenti la brutale aggressione a Silvio Berlusconi, le Procure italiane dovrebbero attivarsi per fermare sin dall’inizio questa preoccupante escalation aprendo procedimenti penali nei confronti di coloro che, attraverso gravi e deliranti dichiarazioni, commettono il reato di istigazione a delinquere”.  Afferma il Consigliere regionale Pdl Enrico AIMI sottolineando poi che “si tratta di un atto dovuto e doveroso, già contemplato nel nostro Codice Penale, pesantemente sanzionato, che in tempi rapidi fermerebbe un’ondata di odio presente nel nostro paese che deve essere arginata prima che si possa infrangere con conseguenze che potrebbero rivelarsi ben più gravi. Peraltro – ha aggiunto – si tratta di una misura che colpisce imbecilli ed esaltati indipendentemente dall’appartenenza politica. E tutto ciò è previsto dall’Art. 414 del Codice Penale che testualmente recita “Chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito per il solo fatto dell’istigazione con la reclusione da 1 a 5 anni se si tratta di istigazione a commettere delitti, con la reclusione fino a 1 anno o una multa fino a 206 Euro, se si tratta di istigazioni a commettere contravvenzioni”. Il legislatore, poi, non ha previsto solamente la procedibilità d’ufficio, ma la facoltà per le procure di procedere , nei casi più eclatanti, anche all’arresto. Sono dunque convinto – ha concluso AIMI – che queste misure contribuirebbero a rimettere il dibattito politico all’interno della categoria dell’avversario e non in quella dell’amico/nemico”.

















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