Per discutere il futuro dello stabilimento Apofruit di S. Martino Spino, i sindacati alimentaristi hanno organizzato un’assemblea pubblica. Si terrà dopodomani – mercoledì 16 dicembre – alle 18 nel teatro Politeama di S. Martino Spino. L’iniziativa è annunciata in una lettera aperta che Fai-Cisl, Flai-Cgil di Modena e la rsu hanno scritto ai soci Apofruit, alle istituzioni modenesi e alle parti sociali.“In un periodo di crisi per il settore ortofrutticolo, crisi di mercato e di prezzi che esiste e che non vogliamo sottovalutare, Apofruit ci ha presentato un progetto di ristrutturazione non negoziabile – si legge nella lettera – Tale progetto ha uno dei suoi cardini nel futuro dello stabilimento di San Martino Spino, e non è un futuro roseo. Apofruit ci ha comunicato il prossimo spostamento della lavorazione della cipolla da San Martino Spino ad Altedo. Per una piccola parte dei lavoratori a tempo determinato resterà a San Marino Spino la sola lavorazione dei meloni e dei cocomeri, con circa due mesi di lavoro, mentre per il resto dell’anno e per gli altri lavoratori la cooperativa si impegna all’assunzione negli stabilimenti di Altedo e Vignola. Questo – sottolineano Fai,Flai e rsu – significa percorrere dai 130 ai 150 km al giorno per lavorare. Per i lavoratori fissi, impiegati e operai si prevede il trasferimento ad altro stabilimento o il licenziamento. Ci chiediamo, però, per quanto tempo si potrà, o si vorrà, tenere aperto uno stabilimento per la sola lavorazione dei meloni e cocomeri. Le pesantissime ripercussioni sul lavoro dipendente già giustificano ampiamente la nostra contrarietà al progetto di ristrutturazione. A essa aggiungiamo gli interrogativi sul futuro del sito e sul progetto, se ne esiste uno, per valorizzare il territorio e il lavoro dei soci. Apofruit – ricordano i sindacati – si era presentata nel 2007 proponendo lo sviluppo, la valorizzazione del territorio e un aumento della base sociale attraverso il potenziamento della produzione locale di meloni, cocomeri e, soprattutto, cipolle. L’incremento della produzione di cipolla è avvenuto, però in Romagna, a scapito di un’effettiva riduzione nel nostro territorio. Era questo il progetto iniziale di Apofruit? A vantaggio di chi? Va nell’interesse dei soci locali? Quali sono i soci al centro dell’attenzione di Apofruit? I soci sono tutti uguali? È credibile che con questo progetto si valorizzi il nostro territorio, con i suoi soci e i suoi lavoratori?” La lettera aperta si conclude con queste domande, alle quali Fai-Cisl, Flai-Cgil e rsu Apofruit vorrebbero che qualcuno desse risposta nell’incontro pubblico di mercoledì 16 dicembre. Un incontro che si preannuncia “caldo”, specie se dovessero intervenire i soci locali della cooperativa, espressamente invitati da sindacati e lavoratori.
Periodico quotidiano Sassuolo2000.it
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