“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire così come non c’è peggior amministratore di colui che, pur davanti all’evidenza dei fatti che lo vedono latitante nell’applicazione della legge, nega l’esistenza della stessa. Perché questo è quanto ha fatto l’assessore Querzè di fronte alla nostra contestazione riguardante la presenza in classi di alcune scuole modenesi, che hanno il loro maggior bacino di utenza proprio nel centro storico, di un numero di alunni altamente superiore a quel 50% stabilito dalla legge sulla parità scolastica (la nr. 62 del 10 marzo 2000) varata da una compagine di sinistra, il governo D’Alema e, volenti o nolenti, tuttora in vigore.”
Questa la piccata replica del Consigliere regionale del PDL Enrico Aimi all’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Modena che, con un comunicato diramato dai propri uffici, ha smentito l’esistenza di situazioni di saturazione per l’eccessiva presenza all’interno delle classi di bambini stranieri.
“Il tetto quindi c’è e, come tutte le leggi dello Stato, va rispettato a maggior ragione da chi è preposto ad amministrare e chiede ai suoi concittadini di assuefarsi a norme non sempre popolari ma, a volte, anche purtroppo intransigenti e restrittive. Quanto detto – ha poi aggiunto AIMI – non vale solo per Modena, ma anche per Novi e Concordia dove il tetto del 50% ci risulta essere stato, in più classi, abbondantemente superato. Quanto allo scorporo delle Ceccarelli, vogliamo solamente ricordare che è ormai da sei anni che se ne parla ma, pur in presenza di un plesso scolastico decisamente vecchio e scarsamente funzionale, si continua ad ogni inizio di anno scolastico a dilazionarne la decisione prendendo tempo.
Di fronte a queste realtà – ha spiegato il coordinatore vicario del PDL modenese – che sottolineiamo incontestabili, due cose sono comunque certe: la prima è che a noi e ai modenesi non piace essere presi per il naso, la seconda è che l’assessore Querzè, a differenza di altri suoi illustri predecessori, sarà ricordato più per quello che ha smentito che per quello che ha fatto. La scuola modenese, nella complessità della sua gestione, ha bisogno, per essere guidata, di figure di ben altro spessore, in grado non solo di elaborare strategie degne di questo nome ma anche di favorirne l’applicazione, e non di amministratori patrocinatori di corsi di arabo per bambini arabi finanziati con proventi pubblici o di affrancatori di quelle scuole ghetto frutto di una politica di integrazione oggi rifiutata dalla maggioranza delle famiglie che abitano all’ombra della Ghirlandina.
E poiché una delle principali “mission” della scuola è quella di educare, sarà meglio dapprima insegnare ed essere i paladini proprio di quel rispetto del prossimo e di quelle leggi, costumi e tradizioni che il progetto di interculturalità della sinistra vorrebbe oggi cancellare. Un progetto rovinoso – ha concluso AIMI – che non solo non accettiamo, ma rifiutiamo ancor più tenacemente se, per imporlo, ci si nasconde dietro a palesi quanto ridicole tesi per smentire le quali non occorre un genio ma basta digitare poche parole sulla tastiera del computer e accedere ad uno dei tanti motori di ricerca che il mondo informatico ci mette oggi a disposizione”.