Verrà giudicato per omicidio colposo e non per omicidio volontario, come chiedeva l’accusa, il medico ayurvedico bolognese di 52 anni accusato della morte di un bambino trentino di 6 al quale fece interrompere le cure tradizionali per seguire solo la terapia ayurvedica a base di erbe e polveri minerali. Lo ha deciso il gup di Bologna, Bruno Giangiacomo, al termine dell’udienza preliminare. Il processo per il medico comincerà il prossimo 20 gennaio.
Il bimbo, affetto fin dalla nascita da una grave forma di fibrosi cistica, era in cura da sempre in un centro specializzato di Verona e seguiva una terapia particolarmente aggressiva a base di cortisone e antibiotici. Nel settembre del 2005 i genitori del piccolo si erano rivolti allo specialista ayurvedico bolognese. Da allora non venne più portato al centro specialistico di Verona che lo curava fin dalla nascita nè tanto meno dalla pediatra di famiglia che l’aveva sempre seguito assiduamente.
Secondo la nuova accusa il medico, sospendendo la terapia tradizionale, avrebbe accettato il rischio che si potesse verificare l’evento morte. Sin dall’inizio il medico ha sempre negato di aver consigliato alla famiglia di sospendere la cura con farmaci tradizionali al contrario di quello che hanno sempre sostenuto i genitori della giovane vittima.
Agli atti dell’inchiesta c’è una consulenza della medicina legale di Chieti che indica come causa della morte proprio l’abbandono delle cure tradizionali.