Non è un lager, almeno non quello di Modena. E se gli altri lo sono, allora è bene intervenire perché sia sanata la faccenda, non chiudendo queste strutture. E’ questo quello che si può ricavare dalla visita dei parlamentari del PD modenesi al CIE gestito dalla Misericordia nella nostra città.Purtroppo nessuno può dire che togliere ad un individuo la libertà di circolare sia qualcosa di auspicabile, però chi propone di chiudere questi centri di identificazione ed espulsione, come una certa sinistra sostiene, non dice come fare. E chi poi dice che dentro questi centri bisogna che si rimanga il meno possibile, dice una grande verità, ma non fa i conti con le difficoltà di chi deve identificare con certezza queste persone, che – non dimentichiamolo – in molti casi sono lì proprio perché non vogliono farsi identificare.
Sono lieto quindi che – per ultimi – i rappresentanti in parlamento del PD locale abbiano visto che c’è la possibilità di trattare in maniera umana anche le persone ospitate in un CIE, e che l’immagine che spesso è stata trasmessa alla gente, non corrisponde al vero. Peccato che nel frattempo chi gestisce queste strutture sia stato oggetto di minacce e attacchi. Anche grazie a chi non ha fatto nulla affinchè il clima fosse meno aspro.
(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL)