Stanca di sopportare quel compagno a suo dire violento che la maltrattava e che in una circostanza l’avrebbe anche minacciata con una pistola, l’ha accusato di avere delle armi in casa facendolo arrestare. In realtà quelle due pistole giocattolo modificate e in grado di sparare, munite di munizioni costruite artigianalmente, le aveva messe lei nell’armadio dopo essersele fatte procurare da un’amica e da un parente di quest’ultima.
Ora ai tre il pm della Procura di Bologna, Valter Giovannini, ha inviato un avviso di fine indagine per calunnia, un atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. La denuncia della donna, una bolognese di 33 anni madre di tre bambini piccoli, è stata presentata ai carabinieri in luglio. Durante la perquisizione i militari hanno trovato le due pistole in casa e hanno arrestato l’uomo, già noto alle forze dell’ordine, che si è sempre detto innocente.
Tre settimane dopo, però, la 33enne ha ritrattato le sue accuse spiegando di essersi inventata tutto e di aver agito da sola per scagionare i complici. Ma a quel punto i militari avevano già un’intercettazione in cui l’amica, poi indagata, le parlava di un acquisto imprecisato da fare con un suo parente. A inizio agosto il compagno è stato scarcerato.
Questa vicenda sarebbe maturata nell’ambito di una violenza sessuale subita dalla donna per opera di uno sconosciuto alla fine di giugno, dal quale aveva acettato un passaggio dopo un violento litigio col compagno. Per quell’episodio non è stato trovato l’autore, e il magistrato ha chiesto l’archiviazione. Ed è proprio durante quelle indagini che la donna aveva raccontato dei continui maltrattamenti da parte del marito fino ad accusarlo di avere in casa delle armi clandestine che lei stessa aveva nascosto.
