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Ecco gli ‘affari’ delle Banche del tempo, 7 a Modena

calendarioCorsi d’inglese o di cucito, camicie da stirare, lavoretti domestici, torte e addobbi natalizi, ma anche aiuti per gli anziani dei centri sociali e attività da baby sitter. Sono alcuni esempi degli “affari” che propongono le 47 Banche del tempo attive a livello regionale (sette a Modena), particolari istituti di credito dove le cifre su conto corrente e assegni non indicano il denaro ma le ore disponibili per essere scambiate. Per i correntisti di queste Banche, oltre duemila in regione, infatti, è il tempo il bene prezioso da mettere in circolazione per sviluppare le relazioni tra le persone e migliorare la qualità della vita.

Alle Banche del tempo e alle loro esperienze di collaborazione con gli enti locali è dedicato il convegno regionale che si svolge sabato 5 dicembre a Modena (ore 9,30, sala Panini della Camera di commercio in via Ganaceto 134) con gli interventi di esperti e protagonisti. Introducono l’assessore alla Promozione delle politiche sociali della Regione Emilia Romagna Annamaria Dapporto e il vicepresidente della Provincia di Modena Mario Galli.

Oltre a una tavola rotonda con rappresentanti di Comuni e associazioni, è previsto un approfondimento sulle “Reti di economia solidale nel contesto della crisi attuale” curato da Mauro Bonaiuti dell’Università di Modena e Reggio Emilia. «In tempi di instabilità lavorativa ed economica – spiegano i promotori del convegno – il ruolo delle Banche del Tempo e il loro coinvolgimento nella programmazione territoriale può aprire, infatti, inediti spazi di promozione delle risorse individuali portate a valore in una dimensione di scambio reciproco».

Nel corso del 2008 a livello regionale sono stati registrate circa 15 mila ore scambiate. Nella Banca, infatti, le persone mettono a disposizione il proprio tempo per determinate prestazioni guadagnandosi il diritto di riceverne altre. Si depositano, quindi, ore e bisogni e i flussi di tempo in entrata e in uscita sono regolati dal principio dello scambio. Il valore centrale è il tempo non il carattere della prestazione: un’ora per fare una torta o stirare qualche camicia equivale a un’ora di baby sitting o di lezione di inglese. «In questo modo – spiegano i promotori – tutti i soggetti coinvolti sono in posizione di parità, senza posizioni o ruoli predefiniti».

Le Banche del tempo in regione sono 47: 14 a Bologna, 11 a Parma, sette a Modena, sei a Rimini, quattro a Forlì-Cesena, due sia a Piacenza che a Ravenna, una Reggio Emilia. I correntisti sono oltre duemila, più di due terzi donne, con circa 15 mila ore di tempo scambiate nel corso del 2008.

Le sette Banche del tempo modenesi sono nel capoluogo, a Carpi, Mirandola, Finale (“La clessidra”), Nonantola (“Il barattolo”), Spilamberto e Vignola (“Casa del tempo”).

La prima sperimentazione di Banca del tempo è datata 1992 e si svolge a Parma, ma è a Santarcangelo di Romagna nel 1995 che nasce il primo istituto. L’anno dopo le prime esperienze modenesi: nel capoluogo con il sostegno della Circoscrizione 2; a Carpi con la collaborazione tra il settimanale “Voce”, la Confcommercio e il Comune; a Mirandola nell’ambito del progetto famiglie del Comune; a Finale su iniziativa dei sindacati.

















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