Pena confermata per A.R., il commercialista bolognese di 47 anni accusato di aver ucciso la sua facoltosa cliente 70enne Vitalina Balani. Così ha deciso ieri la Corte d’Assise d’Appello di Bologna, presieduta da Carlo Vecchio, al termine di circa sette ore di Camera di Consiglio. A.R., che è in carcere dal gennaio 2007, era stato condannato in primo grado all’ergastolo l’1 luglio 2008 con l’accusa di aver ucciso l’anziana cliente il 14 luglio del 2006 nell’abitazione di lei in via Battindarno, alla periferia di Bologna.
Secondo l’accusa lo fece perchè non poteva più restituirle i 2 mln di euro che la vittima gli aveva affidato allettata dagli interessi del 20% che il commercialista le aveva prospettato. In realtà quei soldi vennero sperperati dall’uomo, padre di 6 figli, per scopi personali.
Durante il processo di secondo grado cominciato mercoledì scorso, i suoi difensori, gli avvocati Ferdinando Imposimato e Eraldo Stefani, hanno avanzato alla Corte delle piste alternative. Per esempio hanno puntato l’indice contro l’amico moldavo dell’ultimo badante che la donna aveva assunto per tenere dietro al marito malato 94enne. Imposimato nella sua arringa ha parlato di una relazione tra la donna e il suo presunto carnefice che poi l’avrebbe ammazzata per derubarla. Quell’uomo non è mai stato sentito dalla polizia che ha condotto le indagini. I due difensori hanno anche posto l’accento su alcuni peli trovati sulla vittima e il cui Dna non corrisponde a quello del commercialista. ”A.R. non c’è in quel profilo genetico perchè non è un assassino – ha detto uno dei difensori durante l’arringa conclusiva di ieri – non avrebbe mai potuto uccidere la Balani per la sua personalità. Nè può essere quello economico il movente. E’ incredibile pensare che si possa restare inchiodati al movente economico anche se suggestivo. Eppure abbiamo presentato degli elementi per verificare una pista alternativa”.
Secondo l’accusa, invece, A.R., la sera dell’omicidio, quando nessuno sapeva della morte della Balani, cancellò dal suo computer dei file riguardanti il suo rapporto economico con la vittima. Per l’accusa un elemento in più a sostegno della tesi accusatoria. Per l’avvocato Stefani ”A.R. quella sera cancellò 38 file e non solo quelli relativi alla Balani”.
Poco prima che la Corte si ritirasse in Camera di Consiglio, l’imputato ha fatto delle dichiarazioni spontanee. In 4 minuti ha detto: ”Vivo in una situazione da incubo perchè è impensabile che qualcuno mi possa rivolgere questa accusa. Si è fatta molta confusione. Desidero che ne siano convinte tutte le persone di questa Corte che sono innocente. Se non ho la possibilità di essere riconosciuto innocente me ne sto in carcere. Non voglio alcun trattamento di favore rispetto ad una pena che non sento mia”.
Fonte: Adnkronos