Il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Graziano Pattuzzi, torna sul problema della sicurezza a Sassuolo, con particolare riferimento alla questione della moschea.
Ecco la sua dichiarazione:
«Ci sono gli amministratori che affrontano i problemi di petto e quelli che, invece, li nascondono sotto il tappeto oppure li sbolognano a qualcun altro perché non sono capaci a risolverli. Ecco, il sindaco Caselli appartiene alla seconda categoria. In campagna elettorale ha adottato il motto del suo leader supremo – “ghe pensi mi” – e ha fatto credere ai sassolesi di avere la bacchetta magica. Oggi, costretto a fare i conti con la dura realtà, è lì che non sa che pesci prendere. Con il bel risultato che i problemi si aggravano e la tensione sociale aumenta.
Un esempio? La moschea. Il buon senso e la moderazione avrebbe suggerito di trovare una soluzione che da una parte rispettasse il diritto costituzionale della libertà di culto – proprio perché non siamo in un paese islamico – dall’altra rispondesse al disagio sociale provocato dalla massiccia presenza della comunità straniera in un’area della città.
Invece questa destra cosa fa? Va per le spicce, chiude le moschee e lascia la patata bollente nelle mani dei sindaci confinanti invece di ricercare una soluzione condivisa. Della serie: affari vostri, pensateci voi ai vostri amici islamici. Con uno modo di fare che sta a metà tra il bullismo e il dilettantismo politico.
Il risultato è che la tensione sociale con la comunità islamica cresce. Non solo, ma non essendoci più un luogo di culto alla luce del sole, che sia controllabile – come tutti noi vorremmo – si moltiplicano i luoghi privati dove i fedeli si riuniscono a pregare. Un vero e proprio Islam “sommerso” dove nessuno può andare a ficcare il naso e sapere, ad esempio, se tra una preghiera e l’altra non si faccia anche propaganda anti-occidentale.
Insomma, si ottiene esattamente il contrario dell’obiettivo dichiarato a parole: meno sicurezza per tutti. Un vero capolavoro.
Quanto all’ineffabile assessore Menani, evidentemente non ha capito che essere un buon amministratore non significa timbrare il cartellino e starsene inchiodati in ufficio come vorrebbe il ministro Brunetta ma stare tra i cittadini per capire i problemi e cercare di risolverli. Cosa che evidentemente questa giunta non è capace di fare».