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Modena: il 90% di promo alla Camera di Commercio

denaro1Vale 840 mila euro la quota della partecipazione in Promo che la Provincia di Modena cede alla Camera di Commercio riducendo così la propria presenza nella società di promozione dell’economia modenese dal 27,75 al 5 per cento. La stessa quota che rimarrà anche al Comune di Modena, mentre usciranno tutti i soci privati. Il piano, che porterà la Camera di Commercio a detenere il 90 per cento della società, è stato approvato dal Consiglio provinciale con il voto favorevole di Pd e Idv e l’astensione dei gruppi di opposizione.

«Il cambiamento degli scenari economici internazionali, accelerato dalla crisi, determina la necessità di riorganizzare l’assetto degli organismi pubblici al servizio delle imprese – ha spiegato Palma Costi, presentando le linee di indirizzo per il rinnovo della società – adeguandone la strategia a un assetto efficiente dei servizi e delle azioni che supportano l’attività delle imprese. Da qui la “governance” affidata a un solo soggetto. La Provincia – ha proseguito Costi – mantiene una partecipazione per svolgere le funzioni di indirizzo, monitoraggio e controllo che rientrano nelle competenze istituzionali».

Obiettivo del trasferimento della maggioranza di Promo all’ente camerale, che già svolge funzioni di promozione e internazionalizzazione del sistema produttivo, è sviluppare un efficace progetto di marketing territoriale per accrescere la visibilità del territorio e del sistema produttivo modenese a livello internazionale; promuovere Modena nel panorama turistico internazionale; sfruttare le specificità e la leva dell’eccellenza territoriale come fattore di competitività; attrarre nuovi investimenti e nuove idee imprenditoriali. «Portare a Modena nuovi investitori – commenta Costi – è un obiettivo strategico così come coinvolgere nel processo di internazionalizzazione anche le piccole e piccolissime realtà aziendali, spesso sottocapitalizzate, che caratterizzano il nostro sistema economico».

Tra le attuali attività di Promo, il Museo casa natale di Enzo Ferrari sarà dotato di autonomia funzionale; la collaborazione con Artigianart sarà affidata alla Camera di Commercio; gli osservatori sugli appalti pubblici e sulle cooperative sociali saranno di competenza della Provincia; il progetto triennale edilizia, la domotica e bioecolab saranno affidati a Democenter e Agenzia per l’energia. Il progetto Intraprendere sarà curato da Provincia, Camera di commercio e Democenter.

Ok del Consiglio. Astensione delle opposizioni

L’operazione è stata approvata dal Consiglio provinciale con il voto favorevole di Pd e Idv e l’astensione dei gruppi di opposizione.

Per Davide Baruffi (Pd) l’iniziativa è coerente con gli obiettivi indicati nel processo di ridefinizione dei compiti e della funzioni della Provincia e degli enti locali: «E’ un modo di riattrezzarci, e la semplificazione libera risorse da destinare alla funzioni proprie». Secondo il capogruppo del Pd Luca Gozzoli, inoltre, è importante che Provincia e Comune mantengano una quota di presenza con una funzione di indirizzo e controllo dell’attività. Anche per Patrizia Cuzzani (Idv), che ha apprezzato le rassicurazioni sulle garanzie offerte al personale, l’operazione garantisce maggiore razionalizzazione di funzioni e attività.

Da parte di Pdl, Lega e Udc è stata espressa soddisfazione per la chiusura di un’esperienza a cui, come ha sintetizzato il capogruppo del Pdl Dante Mazzi, «siamo sempre stati contrari: non faceva parte delle funzioni proprie dell’ente; finalmente si saprà chi fa cosa e le responsabilità saranno precise». Mazzi poi ha criticato l’utilizzo delle risorse che derivano dalla vendita delle quote: «Ci sono scopi più urgenti in questo momento, rispetto alla realizzazione del museo Casa natale Enzo Ferrari».

Il capogruppo della Lega Denis Zavatti ha lamentato il mancato coinvolgimento delle opposizioni («Siamo chiamati a votare un’operazione già decisa senza nessuna possibilità di intervento»), mentre il capogruppo del Udc Fabio Vicenzi ha sottolineato che con questo passaggio «si certifica un fallimento». Per Vicenzi, inoltre, è giusto che della promozione si occupino direttamente le imprese.

















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