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Giornata mondiale contro la violenza alle donne, l’impegno della Regione

giornata_internazionale_contro_violenza_donneUn corso per “trattare” uomini che hanno atteggiamenti violenti verso mogli, compagne, fidanzate. Il neo-nato Coordinamento, primo in Italia nel suo genere, dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna. Le risorse destinate dalla Regione per progetti e iniziative a sostegno delle vittime. Se n’è parlato oggi, 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza alle donne, in una conferenza stampa cui hanno partecipato Monica Donini, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna (che ieri ha approvato una risoluzione sul tema), e Anna Maria Dapporto, assessore regionale alle Politiche sociali. Erano presenti le consigliere Silvia Noè, Laura Salsi, Daniela Guerra e Anna Majani. “La prima causa di morte nel nostro Paese per le donne è la violenza che subiscono – ha ricordato Monica Donini – . E’ una vera e propria epidemia. La situazione è resa ancora più grave dalla mancanza di una legge nazionale contro la violenza sulle donne, che costruisca prima di tutto le condizioni culturali per arginare questo fenomeno così drammatico”. “L’assessorato alle Politiche sociali della Regione – ha sottolineato Anna Maria Dapporto – nell’ambito delle proprie competenze ha stanziato complessivamente per il 2009 82mila euro: 55mila per il nuovo corso per operatori che lavorano con gli autori delle violenze di genere e 27mila per il progetto di monitoraggio 2010. Rispetto all’anno precedente, le risorse sono aumentate di 20mila euro”.

I dati dell’accoglienza delle donne in Emilia-Romagna

In dieci mesi – dal primo gennaio al 31 ottobre 2009 – hanno raggiunto quota 2371. Sono le donne accolte e seguite complessivamente dalle 10 associazioni appartenenti al Coordinamento regionale dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna: Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna, Associazione SOS Donna di Faenza, Centro Donna Giustizia di Ferrara, Associazione Rompi il Silenzio di Rimini, Associazione Demetra-Donne in Aiuto di Lugo, Centro contro la violenza alle donne di Modena, Centro Antiviolenza di Parma, Città delle Donne di Piacenza, Associazione Linea Rosa di Ravenna, Associazione NondaSola di Reggio Emilia. Il Coordinamento si è costituito sei mesi fa, la presidente è Antonella Oriani. Il dato del 2009, se confrontato con quello dei due anni precedenti (tutti raccolti dai centri antiviolenza), mostra un trend in aumento: sempre nello stesso periodo, nel 2007 sono state 1858 le donne accolte, 2057 nel 2008. Nell’arco di due anni, dal 2007 al 2009, sono aumentate del 27,6% le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza del’Emilia-Romagna e hanno trovato ascolto, sostegno e aiuto.

Lavorare con gli autori di violenze di genere nelle relazioni d’intimità

Il corso – il primo in Emilia-Romagna – realizzato dall’Azienda Usl di Bologna in collaborazione con la Regione, è articolato in due anni, con una prima parte (autunno-inverno 2009) in cui è previsto l’approfondimento di alcune esperienze europee (Alternative Til Vold di Oslo, Men Counselling Centre of Vienna, Respect – Londra e un’esperienza svedese), mentre la seconda (primavera-estate 2010) si aprirà con la conoscenza di alcune esperienze italiane e la creazione di un laboratorio progettuale che analizzi i bisogni del territorio, le risorse dei servizi e ipotizzi delle nuove metodologie di lavoro dedicate al trattamento degli autori di violenze. Il corso vuole offrire un quadro di contesto che permetta di aprire un confronto ampio in merito alle possibilità di trattamento di uomini violenti nelle relazioni d’intimità, attraverso l’analisi dello stato dell’arte nei servizi regionali, del contesto sociale di riferimento, delle metodologie di trattamento volontario in uso in altri Paesi europei. I destinatari del corso (in tutto una quarantina) appartengono a due tipologie di professionisti: da un lato, operatori sociosanitari, sanitari e psicoterapeuti (consultorio, pronto soccorso, psichiatria) delle aziende Usl della Regione Emilia-Romagna che, nel loro ambito operativo, accolgono donne e minori vittime di violenza o direttamente uomini con comportamenti violenti. Dall’altro, responsabili e partecipanti ai tavoli di programmazione territoriale sociale e sanitaria, operatori del servizio minori e dei servizi sociali territoriali.

Il Gruppo interdirezionale contrasto alla violenza

Opera da un anno il Gruppo interdirezionale regionale dedicato al contrasto alla violenza psichica e fisica all’interno e al di fuori della famiglia. A oggi ha già realizzato diversi incontri per scambiare informazioni sulle attività che i diversi settori regionali svolgono e integrare le programmazioni, per iniziare attività di monitoraggio degli interventi realizzati e reperire opportunità di finanziamento nazionali ed europee per progettazioni sul tema del contrasto alla violenza.

Monitoraggio dei dati di accoglienza dei centri e delle case antiviolenza anno 2010

Nel 2009 è partito il lavoro di progettazione, realizzato con il Coordinamento dei centri, per preparare il monitoraggio su scala regionale dei dati di accoglienza del 2010. A tal fine è allo studio una banca dati su access che agevolerà le operatrici dei centri nella raccolta. Lo strumento è stato costruito insieme al gruppo di lavoro del Coordinamento delle case e dei centri e prevede una maggior esplorazione dei dati di accoglienza che riguardano anche il lavoro di rete sul territorio svolto dai centri.

Servizio politiche familiari, infanzia e adolescenza (2009)

– Rete regionale delle Case e centri di antiviolenza. Il recente Piano sociale e sanitario 2008-2010 pone fra gli obiettivi generali di benessere e promozione i servizi e gli interventi, anche a carattere residenziale, quali case e centri antiviolenza (L.R. 2/2003) dedicati a donne vittime di violenza anche con figli. Risorse: dal fondo indistinto ai Comuni all’interno della programmazione del piano di zona annuale;

– Aggiornamento dei soggetti facenti parte del tavolo di monitoraggio dell’accordo regionale sul contrasto alla violenza;

– Corsi di formazione per figure dell’area sanitaria e psicosociale che impattano donne che hanno subito violenza che si rivolgono ai presidi sanitari e sociali. Azioni indirette dedicate alla rete degli operatori che operativamente accolgono le vittime di violenza.

– Corso per operatori che lavorano con gli autori di violenza di genere, con l’obiettivo finale di far nascere un centro sperimentale per uomini che agiscono violenza nelle relazioni di intimità e nel contesto familiare. Risorse: per entrambi i progetti nell’anno 2008 55.000 euro, per il 2009 in corso di programmazione.

– Monitoraggio regionale dell’attività di accoglienza, si realizza ogni cinque anni, da progettare nel 2009 per raccogliere i dati del 2010. Risorse: 27.000 euro.

Servizio assistenza distrettuale, medicina generale, pianificazione e sviluppo dei servizi sanitari (2009)

Mutilazioni genitali:

– Realizzazione di due momenti di confronto:

 uno iniziale prima dell’avvio del progetto per contestualizzare il fenomeno sia attraverso la presentazione di esperienze extra-regionali sia mediante testimonianze significative

 uno finale a chiusura del progetto per la presentazione dei risultati ottenuti dalle Aziende sanitarie sulle attività svolte per il raggiungimento degli obiettivi;

– Formazione degli operatori sanitari e sociali pubblici e del privato sociale e del corpo docente della scuola primaria e secondaria in contatto diretto o indiretto con le popolazioni migranti originarie dei paesi dove tale pratica è diffusa;

– Realizzazione di una ricerca anche con le comunità interessate ed in collaborazione con le province per verificare l’entità del problema ed individuare le azioni preventive assistenziali da mettere in atto per il suo superamento;

– Sperimentazione di interventi per le ragazze immigrate di “seconda generazione”, di lavoro sul corpo, sulla sua percezione e sul tema della violenza, anche tramite gli operatori degli Spazi Giovani e in collaborazione con gli enti locali e le associazioni presenti;

– Gli interventi dovranno essere programmati di concerto tra gli Uffici di piano e le Aziende Usl con la stesura di accordi a livello distrettuale;

Risorse: 867.148,62 euro complessivi suddivisi alle Aziende Sanitarie per la realizzazione degli obiettivi indicati da utilizzare nel prossimo triennio.

Interventi nel campo della lotta alla tratta e alla prostituzione

Il Progetto Regionale “Oltre la Strada” – 2008

Il progetto regionale “Oltre la Strada” è stato avviato nel 1996.

Le azioni realizzate si basano su una rete istituzionale di pubbliche amministrazioni (Comuni, Aziende Usl, Consorzi Servizi Sociali, Asp) che coprono tutto il territorio regionale.

Il sistema di interventi (basato su differenti fonti di finanziamento) è articolato secondo tre aree di intervento:

1) lotta alla tratta:

– interventi di protezione sociale previsti dall’art. 18 D.lgs 286/98 e assistenza temporanea alle vittime di riduzione in schiavitù (art. 13 legge 228/03): entrambi sono co-finanziati nell’ambito del Programma sociale 2008 attraverso un programma finalizzato di zona (310.000 euro) e attraverso la partecipazione ai due bandi annuali emanati dal ministro per le Pari Opportunità e a valere sul Fondo nazionale lotta alla tratta. La partecipazione ai bandi è garantita dal Servizio che predispone un unico progetto regionale a partire dalle azioni realizzate su singoli territori. Nel 2008 il bando art. 13 ha comportato un finanziamento statale di 342.000 euro (DGR 319/08) e il bando art. 18 un finanziamento di 389.000 (DGR 43/08). Queste risorse, provenienti dal Fondo nazionale lotta alla tratta, sono state inoltre co-finanziate dalla Regione con ulteriori 132.174,29 euro.

– titolarità della postazione regionale del Numero Verde nazionale contro la tratta, finanziata integralmente attraverso il Fondo nazionale lotta alla tratta per un importo complessivo di 170.000 euro (per 18 mesi); la gestione è affidata al Consorzio per i Servizi Sociali di Ravenna per quanto concerne la postazione telefonica e all’Associazione Città Meticcia di Ravenna per quanto riguarda le azioni di sistema sulla mediazione dei conflitti;

– struttura di Pronta accoglienza per le emergenze collegata ala postazione del Numero Verde, gestita dal Consorzio Servizi Sociali di Ravenna e a disposizione di tutta la rete regionale del progetto Oltre la Strada; viene co-finanziata dalla Regione con 40.000 euro provenienti dal Fondo sociale regionale (Delibera di giunta regionale n. 454/08);

2) prevenzione sanitaria

– interventi di riduzione del danno attraverso le unità mobili di strada e progetto sperimentale sulla prostituzione al chiuso co-finanziati attraverso il Fondo sanitario regionale per 283.000 euro (Delibera di Giunta Regionale 1321/08);

Servizio politiche per la sicurezza e la polizia locale (2009)

– Dal 2005 al 30 settembre 2008 la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati ha accolto 50 richieste di intervento a sostegno di vittime di reato. Sono state aiutate 76 persone di cui 42 donne, spesso vittime di violenza, dando sostegno economico immediato alle vittime dei crimini di maggiore gravità e, quindi, anche alle donne che hanno subito una violenza fisica o sessuale. Risorse: 100.000 euro all’anno;

– Scuola regionale di polizia locale, attività di formazione diretta agli operatori che indirettamente, riguarda le vittime di reati violenti e, quindi, anche le donne che subiscono violenza. attività che di solito durano un anno. Il soggetto attuatore è la Scuola regionale di polizia locale di cui la Regione fa parte come socio.

– Contrasto alla violenza di genere attraverso la prevenzione primaria, progetti di formazione rivolti soprattutto alle giovani generazioni che frequentano le scuole con l’obiettivo di sensibilizzarle al tema della violenza ed educarle alla differenza di genere. In queste azioni sono coinvolte anche altre categorie come i giornalisti, le badanti, le baby sitter. Integrato con onlus Linea Rosa. Risorse: 60.000 euro.

– Azioni di sensibilizzazione, prevenzione, contrasto e sostegno alle vittime di violenza intrafamiliare e nello spazio pubblico attraverso la formazione degli operatori socio-sanitari e delle forze dell’ordine. Preparazione di un vademecum con informazioni utili per le donne che subiscono violenza e la formazione nelle scuole delle giovani generazioni alla differenza di genere e alla promozione di una cultura fondata sul rispetto e la libertà di genere in tutti gli ambiti sociali. Programma integrato con i comuni della Provincia di Parma, le Aziende Sanitarie, le organizzazioni sindacali, le Forze dell’ordine e le associazioni impegnate nel settore. Risorse: 40.080 euro.

– pubblicazione della ricerca “Strumenti di contrasto alla violenza di genere” promossa dal Servizio Politiche per la sicurezza e della polizia locale in collaborazione con il Servizio Affari Generali della Giunta, Pari Opportunità e Servizio Politiche familiari. Realizzata dalla società Le Nove, la ricerca è disponibile sul sito http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/sicurezza/index.htm.

Politiche per la Formazione Professionale e inserimento al lavoro

Anche con la nuova programmazione del Fondo Sociale Europeo 2007 /2013 la Direzione generale Cultura Formazione Lavoro ha approvato progetti per donne in forte svantaggio.

1) “Il mio progetto – azioni di sostegno e accompagnamento al lavoro rivolte a donne in condizioni di svantaggio”

L’operazione è costituita da 4 progetti (un’attività di sistema e 3 azioni di formazione e accompagnamento) attuati nei territori di Bologna, Piacenza, Rimini

Finanziamenti Fse ASSE III Inclusione sociale 423.000 euro

Periodo di realizzazione giugno 2008 – aprile 2009

Destinatarie: Donne in uscita da percorsi di prostituzione, donne sole con figli a carico, donne in carico ai servizi sociali)

Obiettivo: interventi a favore di donne in situazione di estremo svantaggio, in particolare gruppi monoparentali, per accompagnarle verso l’inserimento lavorativo e l’autonomia.

Azioni: rafforzamento reti territoriali e collaborazioni, azioni mirate individuali e personalizzate di accoglienza, orientamento e accompagnamento al lavoro; inserimento lavorativo sostenuto attraverso tutoraggio e azioni formative, accompagnamento verso altri servizi o azioni formative.

Tra i servizi offerti anche un servizio di accoglienza residenziale per donne con figli minori, il nido per consentire l’accesso ai percorsi formativi, l’affiancamento del tutor nella definizione del percorso personale verso l’autonomia, il sostegno in itinere anche dopo la fine del percorso e l’inserimento lavorativo.

2) “Chance – Rete per l’inclusione”

L’operazione è costituita da 4 progetti (un’attività di sistema e 3 azioni di formazione e accompagnamento) attuati nei territori di Bologna, Piacenza, Rimini, Cesena, Modena, Reggio Emilia, Parma, Ferrara, Ravenna.

Finanziamenti Fse ASSE III Inclusione sociale 300.000 euro

Destinatarie: 111 donne vittime della tratta inserite in percorsi di protezione sociale

Obiettivo: sostenere l’inserimento sociale e lavorativo delle donne attraverso pacchetti modulari di azioni di accompagnamento per ricostruire il sistema di competenze, attitudini motivazioni, autostima e capacità di apprendimento per poter affrontare autonomamente il mondo del lavoro. Periodo di realizzazione giugno 2008 – ottobre 2009.

Azioni: laboratorio di recupero motivazionale, laboratorio di alfabetizzazione, percorsi di transizione al lavoro. Il progetto si inserisce nella rete “Oltre la strada” che, attraverso i finanziamenti delle Politiche Sociali, da anni interviene a sostegno delle vittime di tratta; è nell’ambito della rete che saranno individuate le utenti del progetto.

3) Una rete regionale a supporto dell’inclusione lavorativa delle donne vittime di violenza

L’operazione è costituita da 2 progetti (un’attività di accompagnamento e un’azione transizione al lavoro tramite tirocini) realizzati nei territori di Bologna, Faenza, Lugo, Piacenza, Modena, Reggio Emilia, Parma, Ferrara, Ravenna.

Finanziamenti Fse ASSE III Inclusione sociale 251.000 euro

Destinatarie: circa 300 donne che si rivolgono agli sportelli orientamento delle associazioni antiviolenza.

Periodo di realizzazione giugno 2008 – settembre 2009

Obiettivo: promuovere e facilitare l’inserimento sociale e lavorativo delle donne che hanno subito violenza.

Azioni: orientamento, definizione delle competenze e obiettivi occupazionali, individuazione supporti esterni (baby sitting, mediazione culturale) per supportare la fase di orientamento e inserimento lavorativo, accompagnamento all’inserimento lavorativo, tirocini.

















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